domenica 26 ottobre 2014

Sulla strada del Lanzin un viaggio nella storia

Germano Carpentari di Caldonazzo con alcuni amici ogni anno ripercorrono i vecchi tracciati del Lanzin vecio, detto anche via Imperiale per via del ripetuto passaggio di truppe dell'Impero austro-ungarico. Ora si parla sempre più spesso di sistemare ad uso pedonale il percorso che, fin dall'inizio del secolo scorso, collegava in pochi chilometri Caldonazzo con Lavarone; a metà strada (di fronte a Centa San Nicolò) vi era la famosa locanda con il 'dazio" per le merci in transito.
La strada è successivamente franata in alcuni punti, ma proprio in prossimità del "Dazio" esperti di ripristino ambientale affermano che sarebbe possibile realizzare un "ponte a corda molla" per superare il tratto più pericoloso e difficile da recuperare. Dai laghi verso Centa potrebbe nascere un meraviglioso percorso storico - turistico guidato con l'opportunità di visitare le suggestive "cascate di Vallempach".
Vi sono ricerche che indicano il Lanzin come esistente ed usato fin dai tempi dei Romani; il suo declino è coinciso con l'uso del Menador (da Levico e Caldonazzo) e della strada della Fricca. Ma c'è chi, come l'anziano Danilo Angeli, fa ancora a piedi 952.854 passi per percorrere la via Claudia Augusta Altinate fra Donauwort Ausburg in Germania ed Altino e chi, come Germano Carpentari, organizza in loco ogni anno un'escursione per ritrovare una dimensione perduta della vita quotidiana dei tempi passati: conoscere la propria resistenza ed adattabilità, silenzi, parlare con la natura e con chi l'ha creata.
Non è cosa di tutti i giorni ma ci sono moltissime persone che si cimentano sui tanti altri sentieri, sul sentiero europeo E5 o quello della Pace, che tocca vari forti, sul cammino di Santiago di Compostela in Spagna, lungo il vallo Adriano in Inghilterra, o da Levico e Caldonazzo verso il santuario di Brancafora.
Anche per Carpentari e i suoi compagni di cammino, pur abituati alle escursioni in montagna, la fatica è sempre tanta (e molti che hanno aderito all'idea di questa escursione si defilano all'ultimo momento con mille scuse, ndr); fortunatamente qualche anno fa lungo il tragitto hanno conosciuto e fatto amicizia con la famiglia di Eugenio Toldo a Ciechi, una frazioncina di Pedemonte; la famiglia ora ospita il gruppo con calorosi brindisi ad ogni loro passaggio.
Ma a Brancafora, per chi vuole, c'è anche un momento di religiosità nel santuario. Forse risale a più di mille anni fa la tradizione del pellegrinaggio di devozione e indulgenza alla Madonna di Brancafora in Val d'Astico alla ricerca della pace e della spiritualità.
Questi posti anche oggi lasciano tracce indelebili nella mente di chi li percorre. Il prelato Desiderio Reich all'inizio del 1900 raccoglieva una testimonianza resa da un pastore, certo "Jacobus Stropa de plebe Tesini", il quale interrogato durante un processo nel 1556 rispondeva di non conoscere i confini delle proprietà di Brancafora, ma di sapere che da tantissimi anni "li Leveghi andavano a Brancafora dove ge una grande devozione".
Altra testimonianza un donativo di Franceschino di Caldonazzo che nel 1371 lasciò alla Chiesa di Brancafora un vigneto in località 'Fighino" sul Col di Tenna, per onorare un ringraziamento.
Antonio De Carli - Trentino - 
(segnalato da Odette)

L'ITALIA DEI CAMMINI


In Italia sul tema dei Cammini storico-religiosi si sono sviluppate negli ultimi 15-20 anni innumerevoli iniziative e proposte, anche di altissimo livello, organizzate da associazioni ed enti pubblici e privati di ogni ordine e grado.
Basta navigare un pò nel web per capire come l’esempio del Cammino di Santiago abbia generato, anche in Italia, un’infinità d’iniziative e di tentativi d’imitazione. Tutti degni di nota e con solide argomentazioni a sostegno.
Tuttavia, nonostante queste ampie possibilità di scelta, il numero delle persone che in Italia decide di percorrere gli itinerari proposti è ancora molto limitato rispetto alle reali potenzialità.
Le 6000 pro Loco Italiane, coordinate dall’Unione Nazionale delle Pro Loco, grazie alla loro capillare diffusione, al profondo radicamento culturale con il territorio ed alla loro più che secolare esperienza, possono costituire potenzialmente una valida risposta a questo problema.

Il progetto nasce dalla volontà di sostenere gratuitamente tutti i Cammini italiani esistenti, non creando ulteriori alternative o concorrenze, nell’unico intento di promuoverli e valorizzarli in Italia e all’estero.
Lo straordinario valore simbolico, religioso, storico e l’enorme potenziale economico ed occupazionale dell’iniziativa ci hanno spinti a stilare un progetto di medio-lungo termine che permetterà di offrire a quanti vogliono collaborare con noi la possibilità di operare insieme, di camminare insieme, citando recente invito alla pace di Papa Francesco I.
Occorre però passare in fretta dalla teoria alla pratica, pertanto abbiamo progettato di organizzare una forte azione promozionale che cercherà di spingere sui “Cammini” di tutta Italia già esistenti i protagonisti principali di questo progetto: i camminatori. Debbono essere, infatti, proprio i territori stessi i primi protagonisti del loro rilancio in questo ambizioso progetto. Alla luce di tutto ciò è nostra intenzione valorizzare in maniera sistematica questa attività attraverso la rete delle Pro Loco, unendo la capacità di coinvolgimento dei nostri Volontari con quell’opera di promozione dei territori e dei patrimoni locali che da sempre caratterizza lo spirito delle nostre associazioni.

Le esigenze rilevate

Le motivazioni principali del progetto risiedono nell’esigenza di sopperire alla gestione frammentata e dispersiva dell’offerta e nell’assenza di una rete sul territorio in grado di promuovere e supportare, in maniera coordinata, la variegata realtà presente. A questo si devono aggiungere le difficoltà rilevate del potenziale pellegrino legate all’assenza di una vera rete di assistenza sui percorsi.
Da quando il 23 ottobre 1987 il Consiglio d’Europa ha riconosciuto l’importanza dei percorsi religiosi quali veicoli culturali e spirituali di primaria importanza, Santiago de Compostela ha avuto un’impennata che ha portato la città della Galizia ad aggiudicarsi il primato europeo del turismo religioso, seguita da Lourdes (Francia) e da Fatima (Portogallo).

Tornando ai dati sul turismo religioso (come rilevato da uno studio di Unioncamere del 2013 sul Turismo in Italia), è evidente che la presenza di santuari di riferimento per la cristianità rappresenti un punto di forza quale richiamo di flussi turistici. In Italia il turismo religioso pesa l’1,5% sul totale dei flussi turistici per un totale di 5,6 milioni di presenze turistiche (3,3 milioni di presenze straniere e 2,3 milioni di presenze legate al mercato italiano). Il turismo religioso legato alla clientela straniera ne costituisce circa il 60%, con origine per il 45,3% dall’Europa e per il 14,9% dai Paesi Extraeuropei.
Il profilo è adulto ma non necessariamente senior (il 41,4% ha tra i 30 e i 50 anni): il 44,4% dei turisti che raggiunge le nostre località per motivazioni religiose utilizza il circuito dell’intermediazione, tour operator e agenzie di viaggio, per l’organizzazione del soggiorno con qualche differenza tra i mercati: gli italiani si affidano a questi canali nel 22,3% dei casi mentre è più diffuso il ricorso da parte della clientela straniera, con il 59% dei turisti (54,2% dall’Europa e 73,7% dai Paesi Extraeuropei). Vario e differenziato il gruppo di vacanza: viaggiano in compagnia del proprio partner (32,7%), il 20% invece fa parte di un tour organizzato ed in alternativa è accompagnato da un gruppo di amici (19,7%), il 13,3% sceglie di muoversi con la famiglia, mentre pochi sono i turisti che viaggiano da soli (9,8%).

La motivazione religiosa, che rappresenta la principale ragione di scelta del soggiorno (71,9%) è unita al desiderio di partecipare ad eventi di natura spirituale (37%): il richiamo delle testimonianze culturali, spesso connesse agli interessi religiosi, emerge anche come attrattiva e motivazione di scelta, infatti, il 42,4% dei turisti sceglie le località italiane anche per la ricchezza del patrimonio artistico e monumentale, esprimendo il desiderio di conoscere nuovi luoghi (26,3%) oltre che gli usi e costumi della popolazione locale (21,1%).
Nonostante non si tratti di un turista high-spender, il pellegrino viaggia principalmente in bassa stagione e, come buona parte della domanda di turismo sociale, contribuisce alla destagionalizzazione delle destinazioni.
In Italia i turisti motivati da convinzioni religiose spendono mediamente 51 euro pro-capite al giorno, una spesa che risulta complessivamente più alta per i turisti italiani (59 euro) rispetto agli stranieri che spendono 46 euro al giorno (47 euro per gli europei e 43 euro per chi proviene da oltre i confini europei).

Il turismo religioso non riguarda soltanto mete di pellegrinaggio e percorsi di fede, ma richiama anche turisti che vogliono viaggiare per motivi culturali, i cosiddetti turisti della fede, che scelgono, per le loro vacanze, di soggiornare in monasteri, eremi, case d’accoglienza, santuari, conventi. Accanto alle mete devozionali come San Giovanni Rotondo con il santuario di Padre Pio di Pietralcina, il santuario della Madonna di Loreto, i luoghi di San Francesco e Santa Chiara in Umbria, crescono di importanza i percorsi devozionali e di fede, come ad esempio la Via Francigena.
E’ importante sapere che nel corso soprattutto di questi ultimi anni sono emerse decine di realtà associative che a vario titolo stanno provando a ripristinare percorsi di pellegrinaggio senza mettersi in relazione con la rete. E’ senz’altro opportuno tenere in considerazione che esiste già l’Associazione Europea delle Vie Francigene, una rete di cooperazione internazionale nata con il sostegno del Consiglio d’Europa, indirizzata a sostenere lo sviluppo e la crescita di regioni e territori toccati da importanti itinerari culturali che attraversano il continente europeo (www.viefrancigene.org).
Questa associazione già associa 9 Regioni e centinaia di Autonomie Locali lungo il percorso del grande Itinerario Culturale Europeo: questa realtà potrebbe facilitare l’UNPLI nella realizzazione di specifici incontri con le rappresentanze amministrative, associative, culturali, economiche dei territori. Oltre a questo contenitore europeo, in Italia diverse regioni ed associazioni si sono mosse per legare insieme i percorsi di fede ma ancora molti itinerari risultano slegati tra loro e soprattutto appaiono essere organizzati e promossi in maniera frammentata e inefficiente.

Gli obiettivi perseguiti:

Il progetto si propone di:
  • Promuovere attraverso azioni mirate tutti i Cammini italiani già esistenti;
  • Favorire la conoscenza e la scoperta dell’intero territorio italiano rilanciando in tal modo le economie delle aree interne del nostro Paese. Avviare iniziative sui percorsi storici e non storici, che hanno subito un fenomeno di minore antropizzazione, migliorando così il rapporto fra uomo e ambiente in quella che è una continua scoperta all’interno e all’esterno di noi stessi.
  • Mettere a punto una rete funzionale di informazione e di assistenza al pellegrino lungo gli itinerari;
  • Sviluppare iniziative di qualità dal punto di vista economico, culturale e sociale contrastando i fenomeni di disagio insediativo connesso allo spopolamento dei borghi e delle piccole realtà creando opportunità lavorative per i giovani;
  • Promuovere una conoscenza dei patrimoni culturali materiali ed immateriali del nostro Paese mettendone in evidenza le potenzialità ai fini di un sviluppo turistico sostenibile dei territori interessati dal progetto;
  • Valorizzare il ruolo della rete Pro Loco e di tutte le realtà che parteciperanno al progetto.
Ambito territoriale: Nazionale, con il coinvolgimento di tutte le regioni italiane.

Le metodologie di intervento previste

E’ stato costituito un Comitato Scientifico di esperti presieduto dal prof. Pietro Guerra che seguirà l’evolversi del progetto e ne curerà le proposte operative. Il Comitato scientifico è così composto: Pietro Guerra (Consigliere nazionale UNPLI); Federico Massimo Ceschin (Vicepresidente Associazione Europea delle Vie Francigene); Claudio Nardocci (Presidente nazionale UNPLI); Michele Del Giudice (Presidente Sezione CAI di Foggia, ha percorso 2480 km attraverso l’Europa sulla Via Francigena); Gaia Ferrara (Associazione Viandando, ha percorso in bicicletta l’intera lunghezza della Via Francigena, da Canterbury a Gerusalemme); Paolo Grenzi (Consorzio Vie Sacre); Antonella Palumbo (Centro Italiano di Studi Compostellani).
Saranno promossi specifici incontri con le rappresentanze amministrative, associative, culturali, economiche dei territori. In questi incontri si discuterà attraverso l’utilizzo di supporti multimediali delle opportunità offerte dai Cammini e delle peculiarità culturali locali. L’obiettivo è quello di illustrare, a tutte le realtà che vorranno aderire, lo spirito dell’iniziativa che mira a promuovere e supportare tutti i Cammini italiani. Particolare attenzione sarà dedicata all’informazione e al coinvolgimento delle Pro Loco associate che saranno chiamate ad agire come punti di informazione ed assistenza ai viandanti. L’UNPLI manterrà il suo ruolo di coordinamento e di facilitatore del progetto.
Sarà realizzato e distribuito materiale cartaceo realizzato per supportare l’attività formativa.
Sarà realizzata una pubblicazione finale che raccoglierà le informazioni per conoscere e contattare tutti i percorsi che aderiranno all’iniziativa. I testi saranno redatti in collaborazione con gli stessi destinatari dell’azione progettuale.

I risultati attesi

Partendo da questa situazione di sostanziale stallo, crediamo che il ruolo delle Pro Loco potrebbe avere un forte impatto nella promozione di una serie di itinerari e nel miglioramento della gestione dell’aspetto organizzativo e promozionale. Questo perché le Pro Loco, oltre ad avere una indubbia conoscenza del territorio, potrebbero innanzitutto fungere da connettori tra le varie realtà territoriali e le attività ricettive e commerciali che si snodano lungo i percorsi. In secondo luogo si potrebbe sfruttare la rete UNPLI per rinnovare e potenziare i canali promozionali attraverso cui richiamare i turisti/camminatori a livello nazionale e internazionale.
Una sorta di rete di assistenza delle Pro Loco attorno alla quale riunire tutti i protagonisti, piccoli e grandi, affermati e non affermati che operano in questo campo, al fine di mettere in evidenza una offerta ampia e variegata. Offerta che per il momento risulta difficilmente accessibile a quanti vogliano cimentarsi in questa bellissima attività che ha come scopo principe la ricerca ed il miglioramento di sé stessi.
Le Pro Loco che scelgono di intervenire per incentivare e sostenere, anche operativamente, i cammini di ogni genere, oltre ad avere tutte le credenziali storiche, debbono possedere quei requisiti di valore, di passione e di compiutezza necessari per promuovere un prodotto che risponda in maniera puntuale alle esigenze del turista o del pellegrino.

Abbiamo previsto un appuntamento nazionale, Le settimane dei Cammini Italiani, (la prima edizione potrebbe svolgersi nell’ultima decade di settembre 2014) da ripetere annualmente, che coinvolgerà tutte le Pro Loco Italiane disponibili in un evento di promozione e di valorizzazione di questi percorsi. Occorre dare un ulteriore impulso a queste realtà finora sicuramente trascurate da un punto di vista religioso, storico-artistico e del benessere fisico, e oggettivamente molto sottovalutato da un punto di vista economico-occupazionale. In particolare potrebbe stimolare quell’occupazione giovanile che continua a non essere particolarmente incentivata dalle attuali politiche del lavoro. E’ proprio in un settore ancora da pianificare che i giovani potrebbero esprimere tutte le loro capacità portando entusiasmo e creatività, componenti di cui il nostro paese ha particolarmente bisogno.
E da Pinè a Brancafora - Monte Berico - S. Antonio da Padova, passando per la Valle dell'Astico???

8 commenti:

  1. Quando si parla di itinerari religiosi si parla sempre di Santiago di Compostela, certamente il più famoso,ma non dobbiamo dimenticarci che in Italia esiste la via Francigena lo dice il nome partiva dalla Francia fino a Roma ( se qualcuno è interessato in internet trova tutto). Riguardo all'ultima frase scritta in grassetto qualcuno ci aveva già pensato e aveva cominciato a interessarsi per favorire il percorso ai pellegrini con punti di fermata per la notte.

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  2. Cani dalle oche, andate ragazzi, che razza di molla....

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    1. Sponcy," pour ta gouverne" la strada dell'esilio (e del ritorno, dopo) degli ugonotti e Valdesi in 1685, passa a St Pancrasse. dove c'è un alloggio tipo agriturismo per ricevere i pellegrini diretti a Ginevra, poi Bad Karlshafen (Germania)
      http://www.lestradedeivaldesi.it/

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  3. Penùltima frase da notare anche : "E’ proprio in un settore ancora da pianificare che i giovani potrebbero esprimere tutte le loro capacità portando entusiasmo e creatività, componenti di cui il nostro paese ha particolarmente bisogno"
    .

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  4. il progetto c'è da un pezzo. da Pinè a Monte Berico estendibile da Piazza San Marco a Pietralba passando per la valle. (Casotto dalle suore, accordi già presi ho sentito dire) chiedere in Comunità Montana e in Comunità di Valle a Lavarone.

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  5. Noooo!!!
    Per la casa delle suore a Casotto avevo ben altre idee.. Un business de quei che fa felice la gente, e fa girar tanti schey,
    ma al momento la legge Merlin non lo permette...
    Però dai, va ben anca questo...
    Ci sono molte passioni, ed in fondo van tutte bene, che sian sacre o terrene.

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  6. Cosa significa che, ogni anno, sempre più donne ed uomini di ogni età, di ogni origine, di ogni condizione sociale si sentono attirati dalle belle strade di Compostela. Certo che c'è effetto di moda, ma non spiega tutto.
    In 1986, Paulo Coelho, famoso scrittore brasiliano, intraprende il pellegrinaggio a Santiago de Compostela, sulla strada che prendevano i pellegrini, già al medioevo.(vedere il suo romanzo Il Cammino di Santiago) Dice :
    "Credevo che ciò che è difficile e complicato conduce sempre alla comprensione del mistero della vita"
    Questo lungo cammino iniziatico lo trasforma. Si rende conto che la richezza si trova dentro di noi e che, senza amore, non siamo niente. E questo uno dei significati del successo del cammino di Santiago e di tutti gli altri cammini, tra questi i Cammini Lauretani nel Cluster turistico marchigiano “Meditazione e Spiritualità”.
    Speriamo che anche in Val d'Astico, questo patrimonio potrà essere valorizzato nell'avvenire.

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  7. Qualcuno potrebbe dirmi cosa significa "Lanzin". Cercando, ho trovato un libro molto interessante sui Cimbri e Luserna (Josef Bacher) : +260 pagine da leggere on line :
    http://www.lusern.it/documenti/Centro_documentazione/libri-depliant-att--didattica-relazioni-etc-/libri/Bacher_%20volume.pdf
    C'erano 3 cognomi a Luserna all'inizio : Nicolussi, De Gasperi, Pedrazza. (Ditemi se mi sbaglio) I due primi originari di Lavarone verosimilménte.

    ◦cristiani joanni maria canepele de Gasperi di Luserna era nonno di Domenica, sposata ad un mio lontano parente di Valpegara, in circa 1770. (registri Brancafora)

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