Vorrei raccontarvi questa storia, perché,
al di là del fatto, fa meditare.
Una mia
amica, mi ha raccontato
che un giorno…
“Stavo percorrendo la strada che da Schio porta ad Arsiero e a Piovene, nella strada interna, vicino al negozio di Summan Color, vedo in mezzo alla strada un bimbo piccolo che piange disperato. Mi fermo, metto le quattro frecce e aspetto per vedere se qualcuno arriva… niente, non c’è nessuno. Così scendo dall’auto, mi avvicino al bambino che avrà avuto un anno e mezzo e cerco di calmarlo: non mi capisce e continua a gridare spaventato. Lo prendo per la manina e lo accompagno sul marciapiede; mentre mi guardo intorno, arriva da non so dove una donna con il velo che grida contro di me, mi prende il bimbo in malo modo, mi spintona, mi schiaffeggia e a nulla serve che io le dica che il bambino era in mezzo alla strada, lei è disperata e urla a più non posso. Ad un tratto, da una casa vicina escono due uomini e si dirigono verso di noi: penso che mi uccideranno, che non rivedrò i miei bimbi e mio marito, mi sento in trappola! Con la coda dell’occhio, scorgo una volante dei carabinieri in lontananza e, agitando le braccia, li chiamo. Alla vista di ciò, uomini, donna e bambino spariscono in fretta… Io tremo dallo spavento, i carabinieri mi chiedono le generalità e mi dicono che posso fare denuncia, ma penso a come deve essersi sentita disperata quella mamma quando non ha più visto il suo bambino e avrà creduto che volessi portarlo via... no, non faccio denuncia, era solo spaventata, ma non poter spiegare le proprie intenzioni ed essere fraintesi, è terribile! I carabinieri suonano alla porta da dove è entrato il gruppo: io salgo in auto, quasi non riesco a guidare tanto le gambe mi tremano, ma arrivo a casa e dopo poco mi calmo. Quando lo racconto ai miei famigliari, mi dico che chiunque ha un po' di cuore non passa oltre, ma si ferma, a me è andata bene… se penso a cosa poteva succedermi, mi vengono i brividi, ma l’istinto di mamma non mi ha fatto pensare e ho agito.”
Ecco, questa è una storia come tante,
ma pensando alle possibili conseguenze, verrebbe proprio da chiudere gli occhi
e passare oltre quando qualche caso simile ci capita, ma la coscienza ci dice
altre cose…
Forse i tempi sono cambiati e spesso
succede che si ha paura di fare del bene, perché le cose che ci accadono
intorno ci spaventano a tal punto che aiutare il prossimo, può essere
pericoloso.
Da parte mia spero che le coscienze e i cuori delle persone siano sempre rivolti al positivo, altrimenti, cosa ci riserverà un futuro di completa chiusura?
Da parte mia spero che le coscienze e i cuori delle persone siano sempre rivolti al positivo, altrimenti, cosa ci riserverà un futuro di completa chiusura?
Lucia Marangoni
Brava Lucia, e' un fatto che merita di essere conosciuto e discusso. I pareri saranno tanti, ma e' ben vero che oggi come oggi far il bene puo' essere rischioso, ma il non farlo interpella le nostre coscienze. A volte, come questa, e' un caso fortuito e c'e' la incomprensione anche linghuistica di mezzo, oltre che la diffidenza reciproca; ma ci sono stati anche casi che sono stati vere e proprie trappole, da parte di malntenzionati o disperati - non si sa - per effettuare rapine o piu' in generale delinquere; e guarda che non parlo solo di stranieri, ma anche di connazionali.
RispondiEliminaE' un racconto che meriterebbe un dibattito ampio e articolato sotto i vari punti di vista. Sentiamo i commenti di chi e' disponibile ad affrontare l'argomento.
Leggendo pensavo già al finale scontato: il bimbo per distogliere, la soccorritrice emotivamente coinvolta e intanto gli altri le avrebbero rubato l'auto, però così non è stato.
RispondiEliminasiempre que cativo noi, povetri abdul, voi pensa...
EliminaPer fortuna di lì è passata la volante perchè secondo me la signora in questione passava un brutto quarto d'ora non dovevano poi essere tanto in regola se visti i carabinieri se ne sono andati senza dare spiegazioni in merito alla faccenda.
RispondiEliminaPurtroppo, oggi c'è più paura di fare il bene che di fare il male.
RispondiEliminaCaro Kabul Kull, mi fai venire voglia di risponderti per le rime qui e sull'altro post dove mi tiri in causa. Non sei certo un "foresto" tu, per me sei uno che mi conosce, che ha qualcosa contro di me,che sa bene l'italiano (altrimenti non potresti rispondere se non capisci la lingua...,) ma che vuol fare casino e mettere zizzania ovunque solo per il gusto di farlo. Non ti dico altro, per me puoi continuare all'infinito con i tuoi commenti , io ti saluto,mi faccio scivolare tutto di dosso e vado avanti per la mia strada, ciao!Lucia
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