lunedì 6 ottobre 2014

Anche i cessi... fra i beni culturali

L'eclettico ed insigne prof. Aristide Baragiola a cavallo tra '800 e '900 ha percorso a piedi, in lungo ed in largo, i Sette Comuni documentandone l'architettura villereccia. Gran parte dei disegni sono firmati da Lino Vanzetti, un abile illustratore, e vanno ad arricchire le preziose foto di Baragiola. Tutto è stato documentato prima della ben nota catastrofe. Non tutto è andato perduto, qualcosa è rimasto… Cessi a loggia dall'originale foggia: pensili, prensili, a bovindo… a cercar conforto sospesi nell'orto.
(fonte G. Spiller) 








Questi 3 ultimi sono rispettivamente i cessi delle famiglie: Dal Pozzo-Slaviero-Fondasi a San Piero. A pensarci bene se si potesse restaurarli, colorarli e magari aggiungere qualche disegno, anche loro potrebbero diventare attrazione turistica.
Nel cesso pensile della contra' Checa, pensate che non molto tempo fa era cresciuto dentro al tubo di scarico una pianta di fico che fuoriusciva dalla porta. Ornamentale veramente, poi tagliata perchè pericolosa per il muro. Mi rammarico di non aver mai provveduto a ricordarla con una foto.

5 commenti:

  1. Quanti vecchi cessi sono stati conservati nella Val d'Astico ? A Valpegara esistono ancora qualche esemplàre di costruzioni.
    I disegni di Lino Vanzetti sono bellissimi. Giorgio Spiller dice che nei cessi si cercava conforto, sospesi nell'orto. Mi fa pensare alla vecchia espressióne francese per designare i Water-Closet : "lieux d'aisances", "aisance" significando benessere, conforto.

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  2. Vedete, magari la facevano magra ma la facevano anche una volta.

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  3. E la facevano nel conforto, con carta di giornale magari.

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  4. Il cesso, é sempre stato un bene cul...turale !

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  5. Manca il motocagaoro del Don!!!! Grave!!!!!

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