il 9 giugno 2014 intorno alle 12,30, un incendio di importanti dimensioni è scoppiato nel silos della segatura della Fassa Bortolo a Montichiari?
Questi gli spezzoni di articoli di giornali di quel giorno che potete trovare in internet digitando semplicemente "INCENDIO FASSA BORTOLO MONTICHIARI"
Ore: 14:49
| lunedì, 9 giugno 2014
Un incendio di importanti dimensioni è scoppiato attorno alle 12.30
alla Fassa Bortolo di Montichiari. Secondo le prime informazioni, un
silos usato per lo stoccaggio di materiali edili, in particolare
segatura, ha preso fuoco: si tratta di una struttura alta una ventina di
metri, le operazioni
di spegnimento stanno coinvolgendo otto mezzi dei vigili del fuoco. Il
sistema antincendio e il pronto intervento degli addetti della Fassa
Bortolo ha evitato che l'incendio si propagasse anche agli altri
silos. Sul posto anche i carabinieri di Montichiari e un'ambulanza, ma
al momento non si segnalano feriti.
Fassa Bortolo di Montichiari in fiamme da
questa mattina. Secondo le prime informazioni, un silos utilizzato per
stoccare materiali edili si è incendiato e le fiamme si sono alzate di
una ventina di metri rendendole evidenti anche a diverse centinaia di
metri di distanza. Le operazioni
di spegnimento delle fiamme sono ancora in corso e stanno richiedendo
il coinvolgimento di diversi mezzi dei vigili del fuoco. Sul posto, a
livello preventivo, è arrivata anche un'ambulanza ma per fortuna al momento non si registrano feriti.
Incendio in un silos di segatura, paura a Montichiari
Difficilissime le operazioni
di intervento, sia per la quantità di segatura contenuta nel silos,
alto più di venti metri, sia per il calore che si è sprigionato, con
temperature altissime
In pochi minuti sono arrivati i vigili del fuoco, supportati dal 118 e dai carabinieri. Fortunatamente nonostante la violenza dell’incendio nessuno si è ferito. Difficilissime le operazioni di intervento, sia per la quantità di segatura contenuta nel silos, alto più di venti metri, sia per il calore che si è sprigionato, con temperature altissime. Una colonna di fumo si è levata altissima, visibile da gran parte dei centri della bassa. Fortunatamente la segatura contenuta nel silos era residuato della lavorazione del legno e dunque non nociva per l’uomo e per l’ambiente.
Ma ai Forni raccontavano che gli impianti della Fassa Bortolo erano tecnologicamente alla'avanguardia e poi si incendia la segatura nei silos.
RispondiEliminaMa cosa c'e' allora nella segatura?
altro incidente in febbraio 2014 :
RispondiElimina"SPRESIANO. Attimi di apprensione ieri pomeriggio allo stabilimento della Fassa Bortolo a Spresiano. Attorno alle 13.30 un nastro trasportatore ha preso fuoco, causando un’ustione all’operaio che lo stava utilizzando" (la Tribuna di Treviso)
Operaio morto in fabbrica
RispondiEliminaucciso da un colpo di pistola
Giallo alla FASSA BORTOLO di Desenzano in provincia di Brescia. Il corpo trovato nella notte
da un collega vicino a un forno. E' stato freddato da un colpo alla nuca. Caccia all'assassino
Operaio morto in fabbrica ucciso da un colpo di pistola Indagini sul luogo dove è stato ritrovato il corpo dell'operaio
Un colpo di pistola alla testa, un altro esploso senza che andasse a segno. Poi quel sacchetto di plastica sul capo di Michele Peroni, 27 anni, operaio alla Fassa Bortolo di Montichiari, azienda che produce calce. Il delitto è avvenuto in piena notte, con ogni probabilità al primo piano dell'azienda. Il corpo è poi stato trascinato su un ascensore e portato al terzo piano, vicino ad un forno, dove a 1000 gradi viene preparata la calce. A causa del calore sembra sia difficile ora risalire con estrema precisione all'ora della morte.
Durante la notte erano in due nella fabbrica: Michele Peroni e un collega che è stato interrogato a lungo dai carabinieri della compagnia di Desenzano e del Nucleo investigativo. Si sarebbero dovuti incrociare, nel controllo dei forni, ogni 20 minuti, ma secondo quanto riferito agli investigatori, questo non avveniva da circa due ore. Così, ha raccontato il testimone, è andato a cercarlo e l'ha trovato al terzo piano, supino in un lago di sangue, la testa nel sacchetto di plastica.
Nella vita della vittima, che da una decina d'anni viveva a Ghedi con i genitori, non è emerso nulla che potesse fare pensare a una simile fine. I colleghi, sconvolti, hanno parlato di "una persona tranquilla, taciturna, con la passione dei minerali e della grafica". Alcuni di loro sono stati sottoposti, dai carabinieri all'esame dello stub, che consente di rilevare tracce di polvere da sparo sulle mani. Non è escluso che l'omicida volesse buttare il corpo nel forno dove si produce la calce e la temperatura raggiunge i 1000 gradi.
LA REPUBBLICA (12 agosto 2011) © Riproduzione riservata
Licenziato un sindacalista e la cava chiude per sciopero
RispondiEliminaI dipendenti del polo della Fassa Bortolo di Sala al Barro incrociano le braccia per chiedere il reintegro immediato del loro rappresentante
Bandiere CgilBandiere Cgil
Sala al Barro, 10 aprile 2014 - Braccia incrociate e cava chiusa venerdì a Sala al Barro. I lavoratori del sito estrattivo di Vaiolo Basso di Lecco, dipendenti della Fassa Bortolo, hanno proclamato tre ore di sciopero unitario per protestare contro il licenziamento di un collega, non uno qualunque, ma un rappresentante sindacale dirigente della Fille Cgil. Il manovale l’1 aprile - ma non si è trattato di uno scherzo - ha ricevuto una lettera con la comunicazione dell’avvio della procedura di licenziamento dettata dalla necessità di una riorganizzazione del polo lecchese del noto gruppo edile. E’ stato l’unico a essere colpito dal provvedimento.
“L’assemblea dei lavoratori, tenutasi nel primo pomeriggio di giovedì, congiuntamente ai delegati Rsu e delle organizzazioni sindacali condannano questo grave atto intimidatorio - si legge in un comunicato congiunto sottoscritto dai vertici di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil -. Da tempo all’interno di questa realtà abbiamo gestito congiuntamente ai dirigenti dell’azienda questa difficile situazione di crisi del settore delle costruzioni e della sua filiera anche sotto l’aspetto organizzativo, con senso di responsabilità“.
“Non comprendiamo quindi - prosegue la nota - questa volontà da parte dei responsabili di una società come Fassa Bortolo, la quale impegna più di 800 dipendenti su quattordici unità produttive dell’intero territorio nazionale. Auspichiamo pertanto un reintegro immediato del lavoratore per una corretta ripresa delle relazioni sindacali“. Solo dopo il reintegro del lavoratore verranno analizzate altre soluzioni concordate.
Popoli, incidente alla FASSA BORTOLO: grave un 51enne
RispondiEliminaUn 51enne di Chieti è rimasto gravemente ferito a seguito di un incidente sul lavoro avvenuto a Popoli, nella ditta Fassa Bortolo. E' rimasto schiacciato da una porta scorrevole
Redazione 9 ottobre 2013
Brutto incidente sul lavoro alla Fassa Bortolo di Popoli, dove un operaio 51enne di Chieti è rimasto ferito in quanto schiacciato da una porta scorrevole.
L'uomo è stato subito trasportato presso l'ospedale di Pescara, a seguito dei gravi traumi e fratture riportate. E' in progonsi riservata ed è stato operato.
Indagano i carabinieri sulla dinamica dell'incidente. Sul posto anche la Asl e l'Ispettorato del Lavoro.
Hanno poi trovato il colpevole? l delitto c'entra con la dinamica della fabbrica o si tratta di faccende personali? Perché nel secondo caso la notizia sarebbe tendenziosetta e non pertinente al contesto.
RispondiEliminaovvio, però vuol dire che la Fassa non è quel paradiso annunciato a Forni
EliminaRAVENNA - Continuano i problemi di viabilità e di inquinamento nelle adiacenze della ditta FASSA BORTOLO , ed in particolare in via Cimitero, al punto che il comitato di zona ha recentemente inviato un esposto per segnalare nuovamente alcune criticità diventate ormai irrimediabili. Soprattutto sono messi sotto accusa i conducenti dei mezzi pesanti i quali continuano a non rispettare la segnaletica esistente causando continui disordini ed inquinamento acustico e atmosferico.La mancanza di osservanza della segnaletica ed i carenti controlli da parte degli organi deputati a tali funzioni, non consentono ai residenti di condurre una vita tranquilla nemmeno negli orari notturni, proprio per questo si renderebbe utile una serie di attente verifiche nella zona per ristabilire un clima di corretta convivenza. Al riguardo sarebbe auspicabile un segnale di buona volontà da parte de codest’ amministrazione, rendendosi promotrice di un incontro con la proprietà della società Fassa, gli organi di polizia urbana e di Arpa, e i rappresentanti del comitato di zona. E’ opinione dell’interrogante che un corretto metodo di confronto fra le parti possa contribuire a risolvere la delicata questione, evitando ulteriori inasprimenti.
RispondiEliminaProprio in relazione a quanto sopra, si chiede di convocare un incontro teso a definire tale contenzioso, e di fornire una risposta scritta per accertare le decisioni assunte da parte dell’Amministrazione comunale.
Gianfranco Spadoni
consigliere comunale
ROMAGNA OGGI
Fassa Bortolo: a volte ritornano…
RispondiEliminadi Maurizio Fratta • 8 mag 2010 • Categoria: micropolis on line
L’ultima volta che ne avevamo parlato, all’incirca tre anni fa (Il cemento nel sacco micropolis lug. 2007) l’avevamo mandato a quel paese. Oddio, lo spunto ce l’aveva suggerito lui stesso: intervistato da un autorevole quotidiano nazionale, il signor Fassa, indispettito dalla reazione e dalle proteste per il suo progetto di costruire un enorme cementificio a nord di Perugia, in una delle zone più belle e, tutto sommato, ancora incontaminate dell’Umbria, aveva minacciato di trasferire in Spagna o in Portogallo la sua mostruosa creatura. E in effetti dell’ennesimo scempio di quel che resta del paesaggio di una provincia come quella di Perugia, sopravvissuta al sacco edilizio e cementizio che sfregia l’Italia, non se n’era più parlato. Bando anche a tutte le preoccupazioni per la salute degli abitanti della zona, con l’inquinamento dello stabilimento dalle torri alte sessanta metri ed il via vai forsennato di tir e camion a tutte le ore.
Se non proprio creduto, quantomeno lo abbiamo sperato, che fosse andato davvero altrove, vuoi anche per il fatto che l’enorme crisi economica mondiale – sistemica l’ha definita, bontà sua, anche il ministro Tremonti – ha fermato gli ingranaggi di quell’infernale meccanismo cava-cemento-costruzioni che tanti appetiti suscita in quei territori dove c’è ancora da divorare.
Ma… c’è sempre un ma. L’altro giorno, sulla cronaca di Perugia del Corriere dell’Umbria, a firma Anna Lia Sabelli Fioretti, leggiamo: Fassa Bortolo a Perugia, lo stabilimento sorgerà nella zona di Monticchio. A parlare questa volta non è Fassa, ma Antonio Marinelli, quello delle Cave, titolare della Calce e Inerti, presidente della Banca di Mantignana e chi più ne ha più ne metta. “La strada invece di girare intorno alla Villa (del Colle del Cardinale, residenza rinascimentale di proprietà dello stato ndr) potrebbe passare alla sue spalle… Per me andrebbe benissimo perché tutte le proprietà intorno alla Villa sono ormai di mia proprietà”. Come a dire: in questi tre anni, che me l’abbia venduto la curia o il pastore sardo, ho comprato tutto, o quasi, il terreno che volevo. Il cementificio si farà e sorgerà nei pressi della cava, con sommo profitto, e non ci sarà vincolo di Soprintendenza che tenga, o ampliamento di cava che non possa ottenere.
E se proprio non volete che i tir pieni di cemento si incolonnino per cedere il passo ai camion pieni di mondezza, che pure sono diretti alla vicina discarica di Borgo Giglione, passando davanti alla Villa, una soluzione ce l’ho: sono disposto a far sì che si costruisca una strada alle spalle della villa medesima, ma con i soldi dei contribuenti, beninteso.
Ieri sera, nella sede della Associazione dei Monti del Tezio, i cittadini che in questi anni si sono organizzati nel comitato per la tutela ambientale dell’area nord Perugia si chiedevano di nuovo cosa fare.
Per il territorio che sta tra Perugia Corciano e Magione è la politica che deve cambiare.
Si trattava, ieri come oggi, di decidere cosa cambiare e cosa conservare. Se continuare a privilegiare gli interessi di coloro che a partire dal saccheggio delle risorse ambientali non hanno scrupoli pur di far profitti o se avviare una politica per un’economia che tenga conto dell’ambiente e della salute dei cittadini, non devastando i beni culturali e paesaggistici.
Il che dimostra come il Fassa sappia presentarsi da agnello, a Forni sembrava un Cristo, disposto a deporre il progetto vista la contrarietà popolare...
RispondiEliminaPer fortuna a Forni abbiamo in consiglio chi sa difendere la Valle!!!!
difendere la valle??!! questa sì che è da ridere! magari lo dici per sbertucciare?
Elimina13/12/2013
RispondiEliminaVillaga, la Forestale sequestra la cava
VILLAGA. Quattrocento metri cubi di calcare misto a polvere di carbone all'interno della cava Montecuccoli di Villaga: secondo le forze dell'ordine si tratta di rifiuti speciali, secondo gli interessati invece è materia prima non inquinante.
Il Corpo forestale dello Stato ha denunciato Arrigo Piovan e Roberto Farenzena (difesi dagli avvocati Marco Dal Ben e Filippo Piovan), rispettivamente titolare della ditta Villaga Calce Spa e direttore responsabile della cava Montecuccoli di proprietà dell'azienda di via Fornace 18-20 a Villaga.
L'ipotesi di reato per loro è gestione illecita di rifiuti. A rilevare l'irregolarità avvenuta in un'area gravata da vincolo paesaggistico, sono stati gli agenti del nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale di Vicenza, nel corso di un controllo di routine sulle attività estrattive condotto alla fine del mese scorso in collaborazione con il Comando della stazione forestale di Lonigo e con il personale della Provincia di Vicenza.
Il materiale depositato, secondo quanto sostiene la Forestale, proverrebbe dalle lavorazioni dell'impianto di produzione della calce che utilizza come combustibile il carbone. Ma il titolare Piovan fa sapere invece che «questi sono cumuli di materia prima e servono per accendere il forno e produrre così la calce».
ARIA, LEGAMBIENTE: «ANNO DI INFERNO»
RispondiEliminaAllarme per le polveri sottili. Legambiente: «Situazione di emergenza. Non si può sperare nella pioggia come unico rimedio»
CONEGLIANESE - Prosegue “Mal’Aria”, la storica campagna di Legambiente contro lo smog, che ha fatto tappa anche nel Trevigiano.
A Treviso per le polveri sottili (PM10) sono già 44 (su 65 totali da inizio anno) i giorni di superamento della soglia dei 50 microgrammi per metro cubo consentiti dalla legge. Di questi superamenti la legge ne permette 35 in un anno … siamo già ben oltre!".
"Stiamo respirando aria pessima – afferma Nicola Tonin coordinatore di Legambiente in Provincia di Treviso -.
I volontari e gli operatori di Legambiente hanno effettuato rilevazioni della qualità dell’aria (in particolare delle polveri sottili-PM10-PM2,5) a Spresiano (davanti alla scuola elementare, alla materna e lungo la Pontebbana), a Ponte della Priula e a Susegana lungo la Pontebbana.
Proprio nei principali nodi viari, dove il traffico dei mezzi pesanti la fa da padrone, la qualità dell’aria non ha scampo. Altri punti critici sono le zone attorno agli impianti di FASSA BORTOLO e Grigolin nei pressi del fiume Piave, dove i valori delle polveri sono schizzati alle stelle.
Con la salute pubblica non è più tempo di scherzare - conclude Nicola Tonin di Legambiente – e fino a oggi le misure messe in campo dagli amministratori sono state decisamente insufficienti e inefficaci, serve ora un netto cambio nelle scelte politiche per dare una boccata d’aria sana ai cittadini di Treviso e della Provincia. Non si può continuare a sperare nella pioggia o nel vento per far scendere i valori delle polveri che producono le attività umane, ma servono misure strutturali che abbiano grandi ricadute sul miglioramento della qualità dell’aria".
OGGI TREVISO
Pubblicare tutti questi articoli dei giornali a cosa serve? Servono forse a far venir meno la costruzione del calcificio in cava Marogne?! Tante chiacchiere come sempre ma NESSUNO eccetto gli abitanti dei Sella che s'impegna a raccogliere le firme ed intanto i giorni passano. Io avevo tutte le buone intenzione per raccogliere le firme sia del pro che del contro, ma dopo esser stata offesa sia nel blog che fuori solo perché ho manifestato una mia opinione, che non è detto che sia stata quella definitiva, ho rinunciato dal farlo. A me di poco mi tange sia il calcificio che l'autostrada, non ho ne figli ne nipoti ed ora sono convinta che nella valle bene fanno a fare l'autostrada ed anche il calcificio visto le tante inutili chiacchiere che lasciano il tempo che trovano ed altri ridono delle vostre beghe
RispondiEliminaTe sei da compatire, devi ancora sapere cosa vuoi.
EliminaEsci dal silenzio con sparate indecifrabili, sei contro, sei a favore; per ripicca sei perfino a favore della autostrada?! ecco chi sei! ma ti rendi conto?!
spintunocio l'hai detta giusta, vendicativca e la pure detto
EliminaMa cosa dici??? La valle secondo te può morire solo perché tu non hai discendenti??? VERGOGNATI
EliminaCara Renata non sono beghe per farsi ridere alle spalle ma considerazioni ed informazioni per capirne di più su questo strano mostro che vogliono piazzare in valle, barattandolo con quattro stracaganasse.
RispondiEliminaVedrai che appena passato questo sbandamento iniziale ci sarà chi si prenderà cura di questo bel problema.
Ma una domanda vorrei portela, cara Renata.
Visto che la Fassa Bortolo aveva anche valutato la costruzione della fabbrica della calce nei prati sotto San Pietro, diciamo tra i Lorenzi e la stagionatura dei formaggi del sindaco Guglielmi quale sarebbe la tua reazione?
Non metterla in crisi ancor di più... dai... con tutto quel che le piace il formaggio, e le trute fritte!
EliminaSpintun'ocio ed anonimi. In primo luogo io NON ho offeso nessuno. In secondo luogo siete voi che blatterate tanto ma non ho visto NESSUNO che sta raccogliendo le firme, siete solo capaci di criticare e di offendere, vergognatevi!!!! Per quanto riguarda il discorso del volere l'autostrada ed il calcificio è SOLO una semplice constatazione che parlate....parlate... parate ma i fatti???? Qualcuno giorni fa ha detto che da Cogollo in su NON ha visto nessun striscione contro l'autostrada. E' per questo che dico:"Se lautostrada ed il calcificio viene fatto vi sta bene come un fiore all'occhiello perché capaci solo di chiacchiere da bar e NESSUNA iniziativa. Per vostra informazione, IO insieme con Claudio Maule sono stata a diverse riunioni contro l'autostrada ma ovunque da San Piero ho visto NESSUNO.
RispondiEliminaMa ti sei spiegata male prima, allora, cara mia... se dici che, visto l'impegno solo a parole, dei sanpierotti, che quindi si meritano i fumi sia della autostrada, che del calcificio, e relativi rumori, che saranno tanti, e malattie indotte, più di quello che credete, allora ecco, ti salvi!
EliminaSpin è esattamente quello che intendevo dire e come dici tu mi sono spiegata male prima. Aggiungo, so per esperienza che qui a S. Piero vogliono che si faccia tutto e tanto ma pochi s'impegnano (sempre i soliti) gli altri aspettano che siano gli altri a fare...... Basta vedere quanti sono stati quelli che hanno seguito nelle sue battaglie Claudio....... forse se avesse avuto più appoggio le cose oggi forse sarebbero diverse Quante persone ci sono che oggi dicono che lui aveva ragione ma chi porta avanti quello che da lui purtroppo, è stato interrotto?????
EliminaRenata non ci capisco piú niente. Sei d'accordo per l'autostrada : si o no. Sei d'accordo per il calcificio: si o no.
EliminaAnonimo delle 21.33 Io da SEMPRE sono contraria all'autostrada ancora dall'epoca quando Funari faceva il programma "A bocca aperta", un giorno c'era ospite Prandini, l'allora Ministro dei trasporti, sono intervenuta in diretta dicendo le testuali parole: "Questa autostrada è inutile, il volerla fare è solo una questione clientelare" (per chi non ci crede, c'è in giro il filmato) Come vedi, non sono quella dell'ultima ora e tantomeno solo quella che solo parla e nulla fa. Per quanto riguarda il calcificio, all'inizio ero contraria, dopo la riunione ai Forni e per come è stato presentato il progetto, a caldo ero a favore, se dovessi decidere oggi, darei il mio parere contrario.
EliminaSempre per l'anonimo delle 21.33 Io allora sono stata derisa, come è stato deriso Claudio quando è andato a Canale Italia. Derisi e sbeffeggiati, ma non volendo fare di tutt'erba un fascio dico solo che la maggior parte dei Sanpierotti e fatta così. E' ovvio che mi viene la voglia di dire: "L'autostrada ed il calcificio vi sta bene come un fiore all'occhiello"
EliminaHai diritto Renata di farti la tua propria idea, cambiarla se ti sembra giusto.. Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione. E questo vale anche per chi ci governa. Il dibattito aperto nel blog serve, e questo è materia a rallegrarci.
EliminaCiò tusi, ma Agos andélo? Non si sarà mica schifato del livello psichico dei suoi covalligiani e si è fatto togliere dall'anagrafe locale e anche dal registro delle anime ritirandosi definitivamente dall'agone asticano? Anca al Odette la ga da esser ciapà male, ciò. La sarà ancòr drìo a batere le noxe col pal de fero.
RispondiEliminaMOLTO LUSINGATO dall'interessamento da parte della SIGNORIA VOSTRA nei miei confronti......BLA BLA BLA.Balote a parte son contento de sentirte se te vui vignere a catarme ricordete la CESA TONDA e LA CASA ROSADA(comune) domanda de MI che i me conosse tutti .Se po' te vui el me cell te sé a chi domandarlo.El to' messaggio el me lo' fato notare la tosa parche' xe arquanto tempo ca no seguo piu'.ciao ANDALOCA
EliminaE tu Sponcio invece di chiedere degli altri facci sapere da che parte stai.
RispondiEliminaSponcy te ringrassio de preocuparte de mi (almeno ghi ne xe uno, son contenta, felice) No credre che no sie atenta al futuro de la vale. No perdo na riga; massa interessante, anca se me son tolto el tempo di vardare i altri post, tuti pi originai uno de l'altro.
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