martedì 15 luglio 2014

Valdastico. A tu per tu con Sindaco e Vice: Contatto con il cittadino al primo posto

Contatto con la cittadinanza, niente personalismi, ma un lavoro di squadra che raccolga il parere ed il contributo di tutti e l'intento di mantenere le promesse. Questi i punti cardini del mandato di Claudio Guglielmi e Stefano Stefani, rispettivamente Sindaco e Vice Sindaco di Valdastico. A due mesi dalla svolta con cui è stato spodestato lo 'storico' primo cittadino Alberto Toldo, che ha anche perso la carica di presidente della Conferenza dell'Ulss 4, è tempo di bilanci. Guglielmi è un primo cittadino a cui piace poco comparire sui giornali. Umile e concreto, dichiara che preferisce lavorare per i suoi cittadini anzichè rilasciare interviste.

Com’è andato questo primo periodo del vostro nuovo incarico?

Guglielmi spiega che subito hanno preso visione dell’enorme lavoro da svolgere, ma che giorno dopo giorno, stanno entrando nel meccanismo che regola la complicata struttura della gestione di un Comune; Stefani ribadisce che con volontà e tanta pazienza, si imparano tante nuove cose.

Quali sono state le prime difficoltà che avete incontrato?

Dopo la prima comprensibile presa visione, risponde Guglielmi, abbiamo realizzato l’impossibilità di fare programmi per problemi legati alla ragioneria che ultimamente ha avuto delle difficoltà di gestione, ma che speriamo presto si normalizzi.

Avete già iniziato a fare proposte o interventi?

Abbiamo aperto uno sportello con il cittadino, continua Guglielmi, che previo appuntamento, può parlare con il Sindaco al giovedì dalle 16 alle 18. Riteniamo che sia importante avere già da subito un contatto con le persone e i loro problemi. Poi, spiega Stefani, abbiamo iniziato a sistemare l’intonaco delle mura esterne del cimitero di San Pietro, ma finora il tempo non ci ha aiutato molto. Contiamo di fare la stessa cosa con quello di Pedescala e di Forni.

Come sta lavorando il vostro gruppo?

Tutte le settimane ci troviamo anche con chi non fa parte dell’amministrazione, ma erano compagni di lista, dice Guglielmi, cerchiamo di discutere sui vari problemi e secondo le questioni su cui si discute, invitiamo anche persone esterne per avere una miglior visione della difficoltà così da risolverla insieme o per avere suggerimenti.

Com’è il rapporto con la minoranza? Sappiamo che il sindaco uscente e i consiglieri erano in carica da tanti anni …

Al momento, il rapporto è negativo e ciò mi rattrista molto, spiega il Sindaco, questa difficile relazione con la minoranza, nuoce prima di tutto alla popolazione e questo reca solo un danno.

Il fatto che il Sindaco abbia deciso di donare a chi ha bisogno la sua mensilità, desta lode, ma pone anche la domanda: su che basi si deciderà di devolvere la somma in questione?

Tutto alla luce del sole, precisa Guglielmi, abbiamo già avuto incontri con l’Assistente Sociale che ci ha segnalato alcuni casi bisognosi della zona; tutto sarà valutato insieme perché l’aiuto sia mirato a chi realmente ne necessita. Comunque una parte della somma sarà impiegata per aiutare i giovani a coltivare le passioni sportive.

Per finire, in campagna elettorale non avete promesso nulla se non il vostro impegno a essere presenti: avete già avuto modo di fare esperienza in questo campo?
 

La nostra disponibilità, risponde Stefani, abbiamo iniziato a darla con l’apertura allo sportello pubblico; poi ci stiamo dividendo gli impegni che in questo periodo tengono occupate le domeniche. I tanti inviti a partecipare a commemorazioni o eventi che si svolgono sul nostro territorio e nei comuni limitrofi, ci obbligano a fare delle scelte, quindi è giusto che si sappia che se il Sindaco è da una parte, non può essere da un’altra, ma sicuramente sarà presente un consigliere dell’Amministrazione Comunale.

Ci sarebbero tante cose da fare, afferma Guglielmi, ma al momento non abbiamo la facoltà di realizzare nulla se non cercare di formare dei gruppi di lavoro volontario in ogni paese e contrà del Comune, con un referente con cui si possano realizzare piccoli interventi di abbellimento del territorio. E’ una soddisfazione, continua il sindaco, sentire persone che si offrono per aiutare in qualche modo e questo è indice di fiducia nei nostri confronti, ma più di tutto di amore per la propria terra. La cosa che tengo a precisare, continua, è che stiamo cercando di pensare per tutto il comune, per ogni singolo paese o contrada perché Valdastico non è San Pietro, ma tutto il suo territorio.

Ribadiamo la nostra disponibilità, specialmente per chi magari non può recarsi in Municipio, anche a prendere un caffè insieme, così da visualizzare eventuali problemi e cercarne le migliori soluzioni. L’Amministrazione tutta auspica una collaborazione e un impegno di tutti quelli che si occupano del Comune: in un periodo come questo, dove tante difficoltà sono compagne di ogni giorno, l’andare d’accordo per il bene di tutti, sarebbe senza dubbio la
scelta migliore. 
Lucia Marangoni - Thiene on line -

18 commenti:

  1. Ben valà ciò, a ga da essare un gran spasso a far el sindaco a giudicar dala so facia. Parara chel ghesse catà na bossa de cavalina bianca sconta intel bufeto da quelo precedente e che se la ghesse secà a cana pensando che fusse aqua de lurdes. Dopo, 2° mi, el bocia el se ga inacorto e el lo garà tolto via dala carega sentandose lu soto l'ocio vispo de Ciampi (ciò, ...ma ghelo gavarai dito qualcheduni che xe dal triassico superiore che ghémo Napo al quirinale?)

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    1. Don, fa parte del palco, nemo!
      L'è mia in Comune lì, o ghe credito anca ti chel sia sempre là???

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    2. Grana si vede che tu le stanze del Comune non le hai frequentate

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    3. Hai ragione, ci sono stata lunedì e ci vado anche domani

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    4. Non farci pensare troppo, Renata. Qualcuno potrebbe ingelosirsi...

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    5. Beh Alago finchè stanno a pensare del perché vado in Comune e forse per questo ingelosirsi come dici tu, non pensano ad altro....... :-))))))

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    6. basta avere la carega

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  2. Sponcio lei ha mirato giusto. La stessa sensazione l'ho avuta anch'io. Non pensavo alla cavallina bianca, ma pare che dica: "qui si sta proprio bene". Ecco perchè l'uscente non si rassegna.

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  3. Bell'uomo l'uscente, primus inter pares l'entrante, strepitoso il vice!

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    1. Commento da sampietrina in estro temprata dal testosterone uscito e speranzosa nelle nuove promettenti leve. Ha ragione chi dice che fare il sindaco è una occupazione del

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  4. Fe i bravi e su co le antene!

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    1. Jo noi siamo bravi, speriamo lo siano anche gli altri :-)

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  5. eh la peppa ma quanta sciolina mettete prima di scendere la pista.Mi prostro in riverenza al cospetto della Lucia per la domanda ultima. Cara hai tutta la mia stima e ammirazione,sei geniale. Dalla risposta non penso abbia capito la domanda.

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  6. Lassei fare un fia sti tusi!!!! Tutti maestri de vita nel blog , ma solo a ciacole!!!

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    1. Gedenkhet laüt, höbetach au un machetach ansschraigar alle de verte ba de camun männer, bohaltent net in gaist von ihrar schikonghe. Abar sait net plotterar, sait net lächerar, an brumme ‘z ist silletan hefteg, silletan schbear ‘z suchen un ‘z reden über an ilcharz ding ba de neteget allen.

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    2. Don questa volta è davvero difficile. Cos'è schikonghe (mandato?) e ilcharz?
      grazie
      un carissimo saluto Andrea

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    3. Eh, mon cher, il linguaggio ti parrà un po’ vetusto, perché vetusti sono i ricordi che devo estrarre con la sgruba dalle sinapsi di antichissime reminiscenze. Poi cosa vuoi, io non sono come te il sommo vate delle slapare cose e non posso certo eguagliar la tua arte. Non so bene come sia giusto scrivere gli echi che mi giungono dai tempi in cui era pargolo anche il secolo breve. Comunque sia, si, schikonge dovrebbe significare dovere, anche nel senso di mandato. Mentre ilcharz (ma non so se ho reso bene il suono), sta per qualsiasi, ogni. Facciamo una cosa, così mi diletto anch’io e imparo cose nuove: scrivi quel testo in luserno corrente, così vediamo come sono cambiati i tempi. Perché vedi, mentre voi vi trastullavate con l’avita lingua d’in su le paterne nore, altri tapini dovettero, con assai minor trastullo, cimentarsi pel mondo con ben foreste favelle, lasciando purtroppamente la patria in mano dei più inani e men propensi a custodir il paterno affido.

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