Un atroce dilemma sta agitando la sonnacchiosa comunità dell'Alta Valle dell'Astico, togliendo il sonno a più d'un valligiano.
Prima in sordina, poi con maggior vigore, rimbalzando di commento in commento sul blog e nei comarò, dalle rive dell'Assa a quelle della Torra, serpeggia una domanda angosciosa e dirompente:
"Chi sono i veri Badóni?"
Tra vecchie fotografie, mezze parole, frasi sussurrate, ricostruzioni fantasiose, facezie e pettegolezzi, il rovello si va facendo sempre più grande alimentandosi vieppiù di controversi documenti.
"Chi sono i veri Badóni?"
Tra vecchie fotografie, mezze parole, frasi sussurrate, ricostruzioni fantasiose, facezie e pettegolezzi, il rovello si va facendo sempre più grande alimentandosi vieppiù di controversi documenti.
Ma chi sono dunque i Badóni?
E soprattutto: esistono quelli veri e quelli falsi?
Pare proprio di si!
Pedescala rivendica orgogliosamente d'aver dato i natali all'autentica stirpe Badóna dei Giacomelli Von Kamestoan a scapito di quella di San Pietro dei Toldo fulminati e cananèi, che sarebbe soltanto una marginale contaminazione di femmineo rametto.
La controversia sta creando un certo sconcerto nel capoluogo, posto che si riteneva la gens Badóna dei Toldo come autentica espressione del sanpierottismo più schietto e genuino. Ora si scopre che non sono DOCG, neanche DOC e nemmeno IGP, ma soltanto usurpatori di cotanto marchio; roba maròca insoma.
Pare peraltro che il gene prolifico e filibustiere dei Badóni si sia intrufolato in parecchie famiglie della valle diffondendosi per ogni dove dall'originaria Pedescala, forse con l'inconfessato obiettivo di colonizzare le comunità vicine.
E di lì il Mondo?
L'Intelligence dei paesi confinanti è già in preallarme: quale sarà l'arcano piano che presiede a questa penetrazione?
Che ci sia qualche Grande Vecchio dietro a tutto questo?
Che opportunità o minaccia costituiscono per il nostro piccolo mondo?
Ma c'è veramente da preoccuparsi?
Mah!
A pensarci bene qualcosa d'inquietante parrebbe lentamente affiorare: ... proviamo a scavare un po' in profondità.
Osservate bene la seconda foto sopra e confrontatela con quella a fianco: non vi evoca qualcosa? ... Ma certo!
La conferenza di Yalta, dove i vincitori della seconda Guerra Mondiale si spartirono il mondo.
E' la versione badóna del famoso quadro di Pellizza da Volpedo "Il quarto stato", con l'inarrestabile marcia verso il sol dell'avvenir (in più i nostri sono anche armati).
Beh, ... ragazzi, ... dovrete convenire che non possono essere delle semplici coincidenze: sembrano sequenze di un piano prestabilito: ma quale piano?
In genere sono cordiali, estroversi, sbecalòni, testardi, lavoratori indefessi, bravi e onesti cittadini, amanti della propria terra, molto uniti: stile tuttixuno-unoxtutti, servizievoli, altruisti, risparmiosi, volonterosi, .. ecc.
Bravi a governar le bestie e la terra; ... buona gente dunque, piena di qualità.
Ciononostante non possiamo sorvolare sulla dirimente questione della legittimità a fregiarsi del nome e del titolo badònico. Queste sono questioni che nella storia hanno scatenato guerre furiose e disfatto imperi, quindi bisogna andarci con i piedi di piombo.
Se le cose stanno come asseriscono i Von Kamestoan, posto che in Pedescala, feudo della stirpe, non alberghino contese araldiche, questo problema si pone invece in tutta evidenza in quel di San Pietro.
Ma potrebbe esserci anche un altro ramo, più radicato: quello dei Giacomelli Moro, ad avanzar pretese all'ambita rappresentanza della casata a San Pietro.
La faccenda si fa quindi assai intricata e sta assumendo anche risvolti politici e di ordine pubblico.
Pare infatti che il Sindaco, conoscendo la suscettibilità degli animi e temendo il rinfocolarsi di mai sopite polemiche e contrapposizioni contradaiole, nel timore che la situazione gli esploda in mano, abbia segretamente incaricato un'apposita Commissione Araldico-Genealogica costituita dai più rinomati luminari del ramo per risolvere, al di là d'ogni ragionevole dubbio, la spinosa questione.
La Commissione s'è quindi messa alacremente al lavoro reperendo e studiando i documenti, le genealogie e le ascendenze di tutti i sedicenti Badóni e non solo, risalendo nei secoli fino agli albori dell'Asticopiteco Abilis Barufantis, mitico progenitore di tutti noi che abitava le grotte della Valdassa.
L'impresa si stava però rivelando assai impervia e fuorviante. Si venne infatti ben presto a scoprire che non c'è famiglia della Valle tra il Ponte delle Capre, le réndole dell'Assa e il Còvalo che non sia legata da parentela più o meno recente in un'intricatissima ragnatela di interconnessioni da far impallidire internet, tale da rendere praticamente indistinto il patrimonio genetico di tutti gli autoctoni della zona. In tal contesto la Vertenza Badóna diventava l'ultimo dei problemi.
A questo punto le Competenti Autorità si sono trovate di fronte ad un dilemma ancora più spinoso di quanto non sia stato quello d'origine.
Qualora infatti il rapporto della Commissione fosse divenuto di pubblico dominio, sarebbero state confutate alla radice tutte le particolarità e le distinzioni che da secoli contrappongono gli abitanti delle varie contrade e paesi del luogo, i quali, come i famosi capponi di Renzo, non hanno mai perso occasione di beccarsi e contrapporsi per ogni quisquilia, sottolineando e coltivando accanitamente fantasiose quanto improbabili diversità e ascendenze.
Come si potrebbe infatti ardire di mettere il popolo di fronte a cotanta evidenza, ovvero palesare:
Ai pedescaligeri che sono slàpari cadetti col medesimo bào dei circonvicini?
Ai casottani che non furono paracadutati a Belfiore dal Valhalla di Odino, con l'elmo cornuto e la teutonica favella?
Ai sanpieròti che sono impestati dai geni di Rotso e inpetolati alla grande con tutti i confinanti?
Ai scorlaforéte della Rive Droite che hanno generosamente condiviso i cromosomi con monte e valle? Parimenti i tonedàti, che altrimenti si sarebbero estinti da secoli.
A quelli di Réntolà che, se si fossero incrociati solo fra di loro sarebbero finiti come gli Incas?
Ai Lusernàti, che si credono provenire intonsi dall'isola di Gotland, piuttosto che da quatro vacàri de Lavaròn inbusà in sima a na nòra?
Ecco dunque che la Vertenza Badóna prendeva una piega indesiderata e inquietante, tantopiù che la voce era arrivata addirittura in Prefettura, allarmando così le Autorità Nazionali che erano impegnate già di loro in ben più inquietanti cimenti. Si addivenne così che l'azione felpata e congiunta delle Prefetture di Vicenza e Trento caldamente consigliarono le locali Autorità di soprassedere decisamente e affidare il Rapporto della Commissione al garantito oblio dei digestivi archivi comunali.
Un altro enigma va ora ad aggiungersi nell'affollato armadio degli scheletri del luogo.
Poi succederà che l'inclemente scorrere del tempo fagociterà il residuo patrimonio umano, archiviando con ciò ogni contesa.
Allora, in un prossimo futuro e mesto scenario, non è improbabile che qualche ingegnere cinese, scavando qui e là nelle prospezioni per il raddoppio dell'autostrada, arriverà a porsi la medesima domanda che si fece l'augusto Abate Dal Pozzo sul colle del Bostel: 但是,因为这些人都灭绝吗?什么都发生在这些人会这么可怕吗?
(Ma pelché questi abitanti si sono estinti? Cosa salà mai successo di così telibile a queste pelsone?)
Mhmmm ... interessante argomento e sconcertante prospettiva.
RispondiEliminaAh............qua la se méte veramente ben!
RispondiEliminaRoba gnanca da credere!!! ma sti Baduni che casìn che i xè drio fare... speremo che sto titolo no sia un motivo par ciaparse a parole.....parchè tra pedescaloti e sanpieroti ghè xè bastansa...
RispondiEliminaComplimenti per tutta questa ricerca:veramente illuminante!!!!
RispondiEliminaGrande Jani e Buona Pasquetta a tutti Jino
RispondiEliminaProprio un rovejoto!
RispondiEliminaA volarò vedare come che la narà a finire! No ghe sarà miga bisogno del Giudice di Pace? Parchè qua el tasto gò idea Giani chel scota!
Ragassi,...dai,... non stiamo micca a fare i bigodini alle pecore veh? Con tutti i problemi che abbiamo anche stì Badoni dovevate tirar fuori???
RispondiEliminaTì a te ghè anca rasòn Pierluigi caro... ma de solito sucede questo proprio quando che se ghi nà fin sora i caviji.........giusto par trarla in vaka...e alòra via coi bigudini ale piégore...
RispondiEliminatroppo simpatico questo racconto sei stato semplicemente formidabile Gianni
RispondiEliminaE quà ho capito ancora meno. Io conosco i baduni che abitavano in piazza, mai saputo che ci sono anche a Pedescala!
RispondiEliminaBada Bada Bada Bede Bede Bede song
RispondiEliminacomplimenti gran bel racconto. avresti potuto aggiungere dopo Yalta l'esperimento di Philadephia.
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