mercoledì 9 luglio 2014

I primi del '900 nella Bassa Padana 5

Ricordo quel bellissimo ruscello che costeggiava il verdeggiante e maestoso giardino ben fornito di piante d'ogni specie, verdura frutta e fiori. Appena entrati nel giardino a sinistra il boschetto di nocciole, una grossa pianta di ciliegie con frutti color rosso sangue, un giorno mi arrampicai per coglierne qualcuna ma quando arrivai in cima il ramo si spezzò e caddi nel sottostante ruscello, oh quante birichinate in gioventù!!!!!!! Un pò di passi avanti un tavolo e delle panchine di marmo sotto a un "bersò" carico di grappoli di profumata glicine, certe sere la signora Adele e la signora Delfina vi passavano alcune ore a respirare aria fresca e a discorrere del più e del meno, io le servivo qualche buon liquorino e del caffè. Quasi in fondo al giardino vi erano quattro alveari e per tutto l'anno avevamo miele genuino, appena entrati nel giardino a destra una grossa pianta di fichi e una di noci e all'entrata del viale due belle piante  di serenella cariche di foglie verdi e grappoli fioriti color turchino di un profumo veramente inebriante. Per ornamento al viale bellissimi spadoni color violetto ed erbetta verde con pallini bolor blu,  proprio lì un giorno mentre innaffavo mi fecero una fotografia vestita da paesanella. In mezzo al giardino una pianta di pere e una molto carica di albicocche io vi salivo con la cestina infilata sul braccio e ne coglievo una buona quantità. Frutta verdura e fiori in casa Brusati non mancavano mai in un angolo appartato c'era il basilico, la salvia, il rosmarino e l'alloro tutti ingredienti per un buon sugo e squisite pietanzine. Le fragoline piccole profumate si gustavano con il lambrusco amabile e zucchero mentre quelle grosse si tagliavano nel mezzo e si mettevano a macerare con limone o arancia secondo i gusti. Ricordo il profumo delle rose e quando la signora Delfina in maggio andava a coglierne un mazzo delle più belle per ornare l'altare della Vergine e poi ci faceva cantare l'inno di ringraziamento: lodate lodate lodate Maria risuoni nei Cieli la vostra armonia............era bellissima questa orazione ma era così lunga!!!!!!!!!! Nell'orto adiacente la casa si coltivava insalata di ogni qualità adatta per mangiare con le uova "dure" delle nostre galline e profumati pomodori che si "mesciavano" alle uova strapazzate, merito loro era anche la bontà del pollo alla cacciatora con polenta. Le zucchine si cucinavano o ripiene o fritte obbligatoriamente con burro, i pisellini in umido e le patate grosse in purè oppure le novelline fritte intere, i cornetti si accompagnavano bene con fettine di fesa di vitello.Quando avanzavano cipolle patate cornetti già cotti si preparava una bella insalata condita con olio aceto sale pepe e prezzemolo e pezzi di tacchina si stappava una bottiglietta di vino vecchio conservato per le occasioni ............mmmm che pranzettino gustoso!!!!!!  A me piacevano moltissimo anche i cardi con la panna.
Floriana Ferrarini

19 commenti:

  1. Floriana, era una specie di Eden questo luogo ! Non c'era bisogno di cercare la frutta o verdura biologica : tutto era di qualità !
    Qualcuno puo dirmi se la Val d'Astico è terreno propizio alla coltura di ciliege, mele; pere, ? Nel campo di mio nonno Menara c'era una pianta di ciliege ma, troppo vecchia, senza produzione, abbiamo dovuto tagliarla. Poi in un documento (eredità) degli anni 1550, scritto a Tonezza, abbiamo notato che c'erano piante di mele e pere; penso che si trovavano giù, nei campi di Valpegara.

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  2. Mele e pere sono fra i pochi frutti grossi che crescono anche in montagna, quindi poterono benissimo esser coltivate anche in Tonezza. In valle magari si sviluppano meglio, ma un tempo accanto ad ogni maso c'era il pomaro, il peraro o anche la siaresara (prunus avium o ciliegio di montagna).

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    1. Carodadrio, situ in vena de Quark ancò? Ciò, scolta qua, valtri del blog a seitè a issare i follower a comentare ma ti a te se vede come el Philo, a ogni abdicassiòn de papa. Invesse de dare el bon esempio a ste scunti drìo le coltrine a spiociare. Vanti, nemo, dei ahn! A me par che no te ghìssi mìa male in boca, elora serché de darve un fià de animo sonò qua a fé arpisolare anca queii de l’età del brondo che marcia a tavor cofà mi.

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    2. Facciamo un passo in avanti, non siamo sul margine della falesia; domandiamo a Bill Gates che faccia fare ricerche(1) di un tipo di mele DOC della Val d'Astico. "à l'instar" della Melinda del Trentino, proponiamo la Mesponcio, coltivata sulle rive dell'Astico Tante vecchie specie di questo frutto (non è utile risalire a l'età del bronzo) sono buonissime. Non saprei se il Tavor avrebbe un effetto positivo sulla pianta, Sponcio sens'altro. Adesso è una marca DOC, manca solo il via del Comune. Cosa ne pensate ? Aspetto i vostri commenti, con proposte viabili o no. Buttatevi e partecipate. Ne parliamotuttiinsieme. Sponcio,anche te devi dare il tuo avviso, molto giudizioso come sempre.
      (1) sapevate che Bill Gates finanza un laboratorio di ricerca ?

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    3. Don caro (davanti), te garissi anca réjòn, ma mìa tuti ga el to bontempo. Il povero Philo poi, lo hai massacrato quando faceva timidamente capolino prima che firmaste l'armistizio, del quale peraltro, pare non abbia troppa fiducia. Comunque dai, impegniamoci tutti a ravvivare le discussione. Intanto potresti cominciare a dare qualche risposta a M.me Odette, visto che lasci spesso cadere le domande e ciò non si addice proprio ad un vetusto gentiluomo d'altri tempi a cui t'atteggi.

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    4. .. dimenticavo. Ciò Don, ...ma el Tavor, no te ghélo davi mìa ale cale?

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    5. Grazie per il tuo aiuto. Giustamente Gianni. Don non da mai risposte. Deve essere della val di NON, come Adamo ed Eva.
      O allora deve riflettere; molto, ed ancora riflettere; prima di rispondere, o domandare alla Mebady cosa deve rispondere Sono anche stanca di questa attitudine negativa. Un petit effort encore mon cher !

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    6. Xe na maniera de trare in vacca. Parchè Don te rispondi solo se xe bagolo, e quando che se podaria parlare seriamente, te te squivi ? Varda che te si setù !

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    7. Cio che tempo falo da ti in bassa o alta Padana, Sponcy ? Ghe xelo temporale o sole mio ?

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    8. A no me parmìa setu che Eva la fusse dala Val de Non. 2° mi a xe pi fassile che la sipia sta dala prima contrà de Toneda verso el Spiss o dai Lucuni, comunque de quela rassa lìve.

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    9. d'Adamo ed Eva a ghemo già parlà sul blog Casotto tempo fà; te gho fatto na demo incontestabile sul sojieto. Cosa sentra Toneda, Spiss, e Lucuni, desso ? No saveo chei gera na rassa SPISSiale sti pori can ! No te sarè mia rassista, vero ?
      Chive fa sole invesse.

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  3. Ciò Floriana, santa dona to pora nona. Quela si che la iéra da maridare. Chìve da naltri le iéra tute pì rùspie che le te rangiava i mostaci cola false.

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  4. Ma mia nonna era una donna speciale se hai pazienza Don Sponcio in futuro racconterò anche del suo incontro con mio nonno, a proposito di mele ricordo che in Valdastico mangiavo delle buonissime meline non troppo grosse tra il dolce e l'asprigno con la buccia di colore rosso chiaro e verdino che crescevano in quasi tutti i campi e delle pere sempre piccoline ma buonissime...........si potrebbe lanciare la moda della minidose per diete e poverelli!!!!!! Floriana

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    1. Già se si lanciasse la moda degli alimenti coltivati in modo sano, sarebbe bellissimo, Floriana, e buonissimo sopratutto per la salute. Se guardi bene la frutta biologica non è tanto bella di aspetto ma è buona e nutrisce molto di più di quella sulla quale fanno 30 trattamenti (il caso delle mele che credo lo siano di più di tutte) Ho notato che la terra della valle d'Astico piace naturalmente molto alle piante di noce, di ficchi. Se tutti i campi fossero puliti dei rovi, e boscaglia invadente, c'è posto per produrre un'agricoltura bio, che è quella dell'avvenire.

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    2. Tarè pena chei fa l'autostrada, e po' el calsìnaòro, tarè, tarè che produti Bio...
      Vaben che quili chei vende iè altrotanto coltivà, credeghe a quelo chei te dixe...
      ma le nogare che leè xa morte, de sicuro no le risussita... gnanca da piantare
      pì na nogara co te nasse na putèla, par farghe la camara de dota par maridarla ben,
      gnanca da cavarghe un fià de ojo pai canfini... gnente de gnente, anca sa tornassimo indrìo
      sarissimo xa massa còti, un buso tel'acua! Tete illudi un fià massa, caramia.

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    3. Chi xelo(a) sto(a)quà che no ga nianca un filo (Philo) de speransa ? Ariano(a) abi un po de lato positivo. Intanto dime come che te te ciami, no te sarè mia za morto(a) anca ti, vero, come le nogare che te dixi. Da mi, a Valpegara, le se in bona salute, e drio, sul pascolo, che xe anca fighi . Se mi a iludo la gente, ti te li cupi prima chi prove, e chi no prova, no sa.

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    4. Valà bela, che le nose le deventa nere anca a Valpegara, prima de farse. Donteghe chei fasse lautostrada, e anca el calsinaòro, dovetu a parlare de bio...
      Anca el foramjaro ghe tocarà espatriare, e anca al trutaro, parchè le trute al piombo la jente
      no le magna... frite infarinà tela calsìna magari magari...

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    5. Le nose nere ? Voglio prove, documenti, foto, anche la tua magari; no te sarè mia quel'Apache del post di Carlita ? Big Hug !
      Missa che l'autostrada te da un po fastidio. Me sbaglio ?

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