lunedì 11 agosto 2014

Serata Filosofo- Bernardi

“L’umanità dei Soldati   in versi note, racconti e canti
La Prima Guerra Mondiale 1915-1948: un periodo che è una fetta di storia delle Valli e dell’Altopiano, il conflitto ha cambiato, oltre alla vita di tutti, anche la struttura dei paesi distruggendo ogni cosa, compresi prati e boschi.  Introdotta sapientemente dall’Assessore ai servizi sociali del Comune di Rotzo, Sergio Marangoni, nella splendida cornice dell’antica chiesetta di S. Margherita a Rotzo, si è tenuta giovedì 31 luglio una serata ideata dal prof. Giovanni Matteo Filosofo che insieme con Carlo Bernardi, ha voluto ricordare in modo speciale i 100 anni dall’inizio del primo conflitto mondiale. Una serata dedicata ai veri protagonisti di quel periodo, ai tragici momenti vissuti dalla nostra gente, alle cose non scritte, non riportate, alle semplici lettere dei soldati.
La guerra che ha sconvolto i nostri piccoli paesi, portando distruzione e morte, dove l’avviso di lasciare tutto e abbandonare le proprie case è stato improvviso e le famiglie sono partite profughe portando con loro poche cose, andando verso l’ignoto, in vari paesi. 
Il prof. Filosofo ha puntualizzato che tutti parlano delle celebrazioni per questo centenario, ma  non c’è da celebrare, bisognerebbe piangere per tutte le persone che hanno dovuto subire tanto, per le tanti giovani vite spezzate. La lettura delle lettere dei soldati, tratte anche dal libro di Delmo Stenghele “I Protagonosti”, è stata un momento particolare della serata perché si sono potuti conoscere i pensieri più semplici di quei soldati, le loro speranze, i loro sogni, i desideri, l’amore, il rispetto, ma anche la dedizione al loro compito, l’attaccamento alla vita, al dovere e l’amore per la Patria: pensieri veri e profondi.
Notizie interessanti, fornite dalla ricerca in vari ambiti, specialmente tratte da archivi parrocchiali che il professore ha consultato, intervallate dai canti del cantautore Carlo Bernardi, hanno reso la serata importante per quello che si è potuto conoscere e per la semplicità dei canti che hanno fatto tornare indietro col tempo. La necessità che oggi abbiamo di ricordare è un modo per non dimenticare, ma più di tutto per migliorare, per cercare di cambiare in meglio, qualcosa della nostra vita. Anche le parole tratte dal diario del cappellano Militare, Mons. Francesco Galloni, sono state  veramente un momento
vissuto con attenzione, come la lettera testamento di Adolfo Ferrè. Ai giorni nostri, sentire certe espressioni, capire come vivevano i soldati in trincea, come si preparavano all’attacco, come speravano fosse la battaglia, è cosa inusuale  perché sembra tanto lontano quel tempo... Ma se pensiamo che i nostri avi hanno vissuto tutto questo, credo che anche per ognuno di noi sia più facile rivolgere un pensiero a tanti nostri paesani e una preghiera ai giovani soldati.  
Un ringraziamento va alla Parrocchia, alla Pro Loco e al Comune di Rotzo che hanno organizzato la serata, che ha avuto una larga partecipazione ed è stata senza dubbio una soddisfazione per chi  si è impegnato a prepararla per ricordare in modo diverso, un periodo che ha cambiato la vita di  tutti i nostri paesi.

                                                                             Lucia Marangoni

2 commenti:

  1. Perdonate il "bicolore" NON c'è verso che riesca a sistemarlo. Misteri del blog!

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  2. Eheh... sei tu che sei policroma!

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