L'alba dei miei ricordi 2)

Le cornacchie non mentono mai: oggi piove, in fianco alla casa c'è una capanna con una finestrella tagliata nella lamiera; io rimango per

lungo tempo a guardare la Valle, la pioggia fitta che scende, i lampi seguiti dal tuono; ascolto il ticchettio sopra la mia testa e mi sembra una musica suonata solo per me. Smette di piovere, le nuvole camminano basse sulle montagne, che spettacolo! Nella mia mente birichina nasce la fantasia di fare un dispetto alle donne chiuse in casa; raccolgo un mazzo di erba bagnata e vado a stropàre un buco nel

muro che altro non è, se non lo scarico del seciàro. Di lì a poco esce mia nonna Amalia furiosa e urlante parolacce in dialetto magnagàto (lei che con noi parlava solo italiano) e la più bella non oso nemmeno ripeterla. Nel pomeriggio il temporale della natura e quello umano si

sono calmati e allora infilo un golfino e vado a giocare dalla mia amica Gina, sì perchè lei non viene in giro con me per campi e sentieri, con lei gioco alle bambole e la giornata mi sembra proprio adatta. Peccato che mezzogiorno  è già passato e non posso mangiare i maccheroni al sugo della sua mamma (sempre sorridente e ben disposta nei miei confronti), ma sono sicura che sarà per un altro giorno. Ci stiamo divertendo, quando si sente il richiamo della foresta: è la voce di mia madre che forse mi vorrebbe un pò in casa. Lungo la strada del ritorno raccolgo le lumache nel fazzoletto per sentirmi poi le mie quando le libero in giro per tutta la casa . Non mi resta che controllare il mio giardino profumato: una fila di scatolette della Simmenthal bucate sul

fondo contenenti una patata di ciclamino e un poco di terra; le curo con amore e poi me le porto a Milano alla fine dell'estate. Questa sera

bisognerà pure accendere le candele in anticipo; meglio allora ingoiare in fretta la pasta e fagioli, munirsi del vaso da notte e andare a dormire sul mio materasso di pannocchie secche .

Floriana Ferrarini