Consiglio la mostra del vecchio trenino Piovene-Asiago, è molto
interessante con tante vecchie foto d'epoca, video, il "ciuf ciuf" della
vacca mora, la campanella della stazione ecc... vi sembra di ritornare nel periodo 1910-1958. L'associazione merita una vostra visita per il lavoro che ha fatto
ed è molto delusa di non avere un maggior numero di visitatori del posto.
Sapete che lo chiamavano il treno dei cornuti? E che la ferrovia è
stata distrutta perchè la regione aveva bisogno del materiale per
costruire la ferrovia di Cortina per i giochi olimpici del 1956? E che
hanno dovuto fare una parte del ponte in ferro perchè la valle era
troppo profonda per costruire in pietra? E che hanno venduto il ferro a pezzi
per bisogno, ma questa demolizione ha costato molto più della vendita
del materiale?
La copia della vacca mora che si trova a Canove, vicino al museo
della guerra avrà presto, dietro, una VERA carrozza d'epoca. L'hanno
scoperta in Sardegna.
Odette
Altopiano di Asiago
Quel mezzo secolo di sbuffi a vapore
Il 10 febbraio 1910 un fischio deciso, uno
sbuffo di vapore e le campane a festa annunciavano l'inaugurazione della
ferrovia di montagna Rocchette-Asiago, un ardito percorso da far
invidia agli alpini treni svizzeri. Ventidue chilometri il tragitto dei
quali 5.764 metri agganciati alla ruota dentata della cremagliera.
Partiva dalla stazione di pianura di Rocchette, superava il ponte di
ferro sull'Astico, 70 metri d'altezza, all'epoca il ponte ferroviario
più grandioso d'Italia, alla stazione di Cogollo alla quota di 297 m.
s.l.m. agganciava la cremagliera per superare un dislivello di 680 m.
Dopo la prima galleria dell'Obelisco, arrancava sull'arduo sviluppo
elicoidale di quella della Barricata alla quale seguivano il superamento
di altri quattro tunnel, due dei quali sono ancora oggi percorribili,
quello di Tresché Conca e il successivo di Cesuna lungo 363,80 m. le cui
ristrettezze rendono bene l'idea delle dimensione del mezzo. Superato
lo Sperone e la Galleria della Pendola, il treno s'infilava nella Val
Canaglia dove al casello di Campiello avveniva il rifornimento d'acqua e
la fine del tratto a cremagliera. Venivano poi le stazioni di Tresché
Conca, l'attraversamento del fitto bosco di Cesuna, del paese di Canove,
della piana di Asiago e l'arrivo al capolinea a quota 1001 m.
Tempo di percorrenza un'ora e trentotto minuti per la salita, un'ora e ventisette per la discesa, velocità 40,9 km l'ora in pianura e 13 km. in salita, costo del biglietto circa quattro lire a seconda dei vagoni scelti perché questo piccolo convoglio ferroviario vantava anche la prima classe con sedili imbottiti di velluto verde o rosso cupo, poggiatesta ricamati e tendine merlettate; in seconda classe sedili di legno. Le carrozze erano riscaldate e illuminate, mancava solo il bagno, assenza giustificata dalla brevità del viaggio e dalla certezza che nessuno dei passeggeri avrebbe dato di stomaco. Per ogni tragitto erano necessari 450 kg di carbone l'ora, 1800 litri d'acqua in caldaia e altri 3000 nei cassoni della locomotiva, il tutto per produrre quella forza motrice che spingeva in salita un mezzo di 75 tonnellate d'estate e 90 d'inverno con l'aggancio dello spazzaneve. Il ritorno avveniva in retro-marcia. Il treno fu usato anche per il trasporto merci e durante la Grande Guerra.
LA MOSTRA. La storia affascinante, nostalgica e perfino commovente di questa ferrovia è oggi ben illustrata nell'esposizione in corso a Cesuna “48 anni di sbuffi a vapore”, visitabile fino al 7 settembre nella Sala Palladio, di fronte alla chiesa (dal mart. al sab 10 - 12 / 15.30 - 19, domenica 10 - 12.30 / 15 - 19.30 ingresso 3 euro. Info: Pro Loco di Cesuna 0424 67064).
Molte le foto d'epoca, i documenti, i disegni, prestati dai collezionisti; un video appositamente realizzato da Ruggero Dal Molin e Roberto Sperotto con interviste a Mario Rigoni Stern e altre curiosità; un plastico della ferrovia a scartamento ridotto creato da Gianfranco Pesavento che evidenzia il percorso in forma tridimensionale lungo avvallamenti, trincee, bastionate, ponti, gallerie, caselli e stazioni; una locomotiva a vapore su tracciato aereo circolante sopra le teste dei visitatori progettato da Alessandro Barone; book shop con testi inerenti alla ferrovia Rocchette-Asiago tra i quali due stupende monografie fotografiche, il tutto inserito in un allestimento, curato da Luciano Valente, che prevede l'entrata in una ricostruita galleria chiusa sullo sfondo dalla gigantografia di una locomotiva che avanza nel buio con i fari accesi, senz'altro di grande effetto.
GLI EVENTI. Tre le manifestazioni collaterali alla mostra: venerdì 1 agosto alle ore 21 al palatenda di Tresché Conca la Compagnia del Filò propone lo spettacolo “La Vaca Mora”, sabato 2 agosto una fiaccolata notturna illuminerà il tracciato della vecchia ferrovia dalla località Campiello a Canove, domenica 3 agosto a Cesuna nel piazzale dell'ex stazione ferroviaria la Compagnia del Trivelin metterà in scena “Ricordi ed emozioni” nell'intento di raccontare … c'era una volta un trenino.
IL PERCORSO CICLOPEDONALE. Rimangono 12 km di tracciato trasformati in pista ciclo-pedonabile, dal Campiello ad Asiago, andatura tranquilla, senza impegnative salite.
Tempo di percorrenza un'ora e trentotto minuti per la salita, un'ora e ventisette per la discesa, velocità 40,9 km l'ora in pianura e 13 km. in salita, costo del biglietto circa quattro lire a seconda dei vagoni scelti perché questo piccolo convoglio ferroviario vantava anche la prima classe con sedili imbottiti di velluto verde o rosso cupo, poggiatesta ricamati e tendine merlettate; in seconda classe sedili di legno. Le carrozze erano riscaldate e illuminate, mancava solo il bagno, assenza giustificata dalla brevità del viaggio e dalla certezza che nessuno dei passeggeri avrebbe dato di stomaco. Per ogni tragitto erano necessari 450 kg di carbone l'ora, 1800 litri d'acqua in caldaia e altri 3000 nei cassoni della locomotiva, il tutto per produrre quella forza motrice che spingeva in salita un mezzo di 75 tonnellate d'estate e 90 d'inverno con l'aggancio dello spazzaneve. Il ritorno avveniva in retro-marcia. Il treno fu usato anche per il trasporto merci e durante la Grande Guerra.
LA MOSTRA. La storia affascinante, nostalgica e perfino commovente di questa ferrovia è oggi ben illustrata nell'esposizione in corso a Cesuna “48 anni di sbuffi a vapore”, visitabile fino al 7 settembre nella Sala Palladio, di fronte alla chiesa (dal mart. al sab 10 - 12 / 15.30 - 19, domenica 10 - 12.30 / 15 - 19.30 ingresso 3 euro. Info: Pro Loco di Cesuna 0424 67064).
Molte le foto d'epoca, i documenti, i disegni, prestati dai collezionisti; un video appositamente realizzato da Ruggero Dal Molin e Roberto Sperotto con interviste a Mario Rigoni Stern e altre curiosità; un plastico della ferrovia a scartamento ridotto creato da Gianfranco Pesavento che evidenzia il percorso in forma tridimensionale lungo avvallamenti, trincee, bastionate, ponti, gallerie, caselli e stazioni; una locomotiva a vapore su tracciato aereo circolante sopra le teste dei visitatori progettato da Alessandro Barone; book shop con testi inerenti alla ferrovia Rocchette-Asiago tra i quali due stupende monografie fotografiche, il tutto inserito in un allestimento, curato da Luciano Valente, che prevede l'entrata in una ricostruita galleria chiusa sullo sfondo dalla gigantografia di una locomotiva che avanza nel buio con i fari accesi, senz'altro di grande effetto.
GLI EVENTI. Tre le manifestazioni collaterali alla mostra: venerdì 1 agosto alle ore 21 al palatenda di Tresché Conca la Compagnia del Filò propone lo spettacolo “La Vaca Mora”, sabato 2 agosto una fiaccolata notturna illuminerà il tracciato della vecchia ferrovia dalla località Campiello a Canove, domenica 3 agosto a Cesuna nel piazzale dell'ex stazione ferroviaria la Compagnia del Trivelin metterà in scena “Ricordi ed emozioni” nell'intento di raccontare … c'era una volta un trenino.
IL PERCORSO CICLOPEDONALE. Rimangono 12 km di tracciato trasformati in pista ciclo-pedonabile, dal Campiello ad Asiago, andatura tranquilla, senza impegnative salite.
Ciò Alago, cossindìtu: se no te ghe la fé a blocare l'autostrada, almanco faghela fare de fero. Cussita ala prima crisi i la demolisse e i va a recupero. Se invesse i la fa de concret a te ghe voia..... Imparè dala storia e xughè d'astussia!
RispondiEliminaCiò Sponcy, pinsitù chi la ciamarà, dopo, l'autostrada dei cornuti come la vaca mora ?
Eliminaahahahah Ody, già la si chiama pirubi ;-) nome più che mai azzeccato se lo so si legge in dialetto, autostrada dei cornuti ed aggiungo mazziati sarebbe bellissimo.
EliminaSponcio mio carissimo, dove sei stato fino adesso? Mi sei mancato :-)
EliminaTui pal sesto, setu! Con chela fame da Lupi chei se cata i ladruni che roa lìntorno, se'ila scuminsia no'ila finisse altro, cussì i porta in eterno la ladroneria dela concession con l'Anas... Se te ghissi leto el contrato, te vedarissi anca ti come che funsiona el trealamulinela!
EliminaDe fero i, la ghea da fare sti ani, ma igà trovà el NO dei sondaggi idrogeologici, un buso te l'acua.
Naltra Assergi, pedo ancora!
Pò te ghe da saère naltra roba. coi dopra el concret, i pode fare tute le scondarole del mondo, e anche quele le ghe fruta, pì che vendare el fero.
E sula vaca mora, ca te diga! Gnanca ghissimo vuo bio le pesse tel culo, par vendare 'na ferovia a ferovecio!
Elora fela de legno, come soto naja. Allo scopo verrebbe a fagiuolo il poderoso patrimonio boschivo delle Separate. Setu che bisnez! Ghìo presente quei ponte mericani del faruest fati de bore ligà cole strope? Eco, quela saria ponto la solussìon: ecologica, Km zero, laoro par tuti. A xe la volta chei presidenti dele Separate ghe tocarìa ancora nar su par la Singela col mulo. Uno me par chel sia de rassa, e l'altro ghe faria istesso un gran ben.
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