venerdì 8 agosto 2014

Ricordiamo Marcinelle

4 commenti:

  1. Lacrime e sangue, i nostri all'estero! Sempre il nostro orgoglio, sempre la nostra gratitudine, sempre il nostro rispetto. Di noi, e dei nostri figli.

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    1. Absolument Alago. Mais nous ne devons aussi jamais oublier que l'action gouvernementale doit toujours être adressée à ne jamais permettre que les gens seront forcés d'abandonner leurs terres pour gagner leur pain, ne jamais utiliser la guerre et/ou l'emigration comme régulateur démographique, Toutes choses que le XXe siècle a été malheureusementement un maître et a trouvé l'Italiette une bonne écolière.

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    2. Già, "forzati" , aggiungiamo. Sappiamo dei bandi-baratto, e della rigorosa selezione che avveniva
      a Milano, prima dell'"inoltro"... altro che alla visita militare! Concordo sulle azioni dei governi, ora peggio di allora, forse. Ma diciamola con altro verbo, lobby. Termine oramai contiguo ad un altro: mafia.
      E, ora come allora, lo stesso régulateur démographique!? Poco progresso sulla via delle cose umanamente sostenibili, o mio pessimismo?

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  2. Ricordatevi il libro "cuori nel pozzo" di Roberta Sorgato, insegnante in provincia di Treviso. Suo padre mori nelle miniere del belgio, in 56, mentre era ancora bambina.
    Anche le condizioni di vita degli emigranti nelli anni 20-30 erano precarie, come per tanti autoctoni a l'indomani della prima guerra mondiale. La vita non era facile, senza comodità, lontani dalla famiglia, ma avevano lavoro, orgoglio, coraggio, e, giovinezza aiutando, quando arrivava il fine settimana o la domenica pomeriggio soltanto, sapevano anche dimenticare il quotidiano, cantare, ballare e divertirsi ed imaginare un futuro migliore.

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