(l'emigrante "povero" che voleva diventare "ricco")
2° e ultima parte
Dovette lasciare l'auto da una famiglia e proseguire a piedi. Lungo tutto le rive del Piave le stesse scene strazianti. Con uno sforzo e una volontà d'acciaio riuscì ad arrivare a quello che doveva essere Longarone, ma Longarone non esisteva più, era rimasto ancora qualcosa, anche se con le finestre scuarciate, il municipio lo guardava come un mostro dai cento occhi, ma allora anche la casa del compare Toni doveva essere salva? Si arrampicò con le ultime forze che gli restavano. Bussò, gli aprì la porta la comare Maria, caddero nelle braccia l'uno dell'altro. Si accasciò sulla panca posò le mani e la testa sulla tavola e con un urlo da bestia ferita scoppiò in un pianto liberatore... e si addormentò. Quando si svegliò aveva Toni accanto, il caffè, il latte fumante, il pane, pronti per la colazione.
Toni lo prese per un braccio lo attirò presso la finestra."Vedi lassù la diga"? L'altra sera, dopo la tua partenza, i rumori si intensificarono.Verso le ventidue e trenta si udì un immenso boato e un vento gelido scendere dalla valle che bruciava la pelle. Il panico s'impadronì della gente, fu un fuggi fuggi generale... "La diga...la diga"...
Venticinque milioni di metri cubi d'acqua alla velocità di cento Km all'ora, con un'onda d'urto dovuta allo spostamento d'aria pari all'intensità d'una bomba atomica, precipitò su Longarone e fu l'inferno...
Per circa un mese cercò, scavò, spostò: tutto il passato sparito in qualche secondo. A Erto un cumulo di macerie!
Per circa un mese cercò, scavò, spostò: tutto il passato sparito in qualche secondo. A Erto un cumulo di macerie!
Rientrato in Francia, accumulati quattro soldi in una quindicina d'anni d'intenso lavoro, aprì un magazzino di materiale edile, con il suo vecchio padrone. Si trova però in una città distante un centinaio di chilometri, allora acquista uno chalet in montagna a metà strada che gli servirà anche per la caccia e per le cene e le partite a carte con gli amici. Senza dimenticare il mese di ferie in Italia. Si perché con i soldi ricevuti dal governo italiano, a titolo di risarcimento dei danni subiti, si era fatto construire una splendida villa in un luogo più sicuro a Longarone.
Fu in occasione di un soggiorno in Italia che fu vittima di una brutta avventura.
Era il nove di ottobre, vigilia del rientro, quando, al ritorno da una battuta di caccia, scendendo da solo per un sentiero impervio, nel saltare un muretto, un ferro spinato gli si attorcigliò alla caviglia sinistra e partì testa in avanti.
I suoi amici lo trovarono appeso contro il muro. Se la cavò con tre mesi d'ospedale.
Ritornò al suo lavoro e gli andò bene ancora qualche anno, poi l'arrivo d'un "Grande Magazzino" e l'economia che andava male, l'obbligarono a chiudere per salvare almeno la casa.
Erano parecchi anni che non lo vedevo da dopo che era diventato "sior".
Salivo delle lunghe scale di una piscina, quando, alzando gli occhi, vidi un operaio scendere claudicando, un sacco di cemento sulle spalle... Era lui, quando gli passai accanto tirò il passamontagne sugli occhi per nascondere il viso. Mi aveva riconosciuto.
Il primo del mese di agosto, compiuti i sessant'anni se ne andò in pensione.
A metà settembre partì per Longarone per andare alla caccia.
Era il nove di ottobre. Doveva tagliare una quercia di notevoli dimensioni e posta sopra un burrone. Tutto andò bene.
Fu in occasione di un soggiorno in Italia che fu vittima di una brutta avventura.
Era il nove di ottobre, vigilia del rientro, quando, al ritorno da una battuta di caccia, scendendo da solo per un sentiero impervio, nel saltare un muretto, un ferro spinato gli si attorcigliò alla caviglia sinistra e partì testa in avanti.
I suoi amici lo trovarono appeso contro il muro. Se la cavò con tre mesi d'ospedale.
Ritornò al suo lavoro e gli andò bene ancora qualche anno, poi l'arrivo d'un "Grande Magazzino" e l'economia che andava male, l'obbligarono a chiudere per salvare almeno la casa.
Erano parecchi anni che non lo vedevo da dopo che era diventato "sior".
Salivo delle lunghe scale di una piscina, quando, alzando gli occhi, vidi un operaio scendere claudicando, un sacco di cemento sulle spalle... Era lui, quando gli passai accanto tirò il passamontagne sugli occhi per nascondere il viso. Mi aveva riconosciuto.
Il primo del mese di agosto, compiuti i sessant'anni se ne andò in pensione.
A metà settembre partì per Longarone per andare alla caccia.
Era il nove di ottobre. Doveva tagliare una quercia di notevoli dimensioni e posta sopra un burrone. Tutto andò bene.
Taglio basso davanti, un po' più alto dietro, ma il peso dei rami era mal calcolato e l'albero rimase appeso sopra il burrone. Lui prese la motosega, giusto un tocco e l'albero con un colpo di coda si sollevò portandosi dietro la moto sega... che gli cadde sul polpaccio sinistro sezionandoli l'arteria...
La gente del Paese andava dicendo:
dov'era nato... é ritornato...
dov'era nato... é ritornato...
Lino Bonifaci
Lino, storia vera per questo uomo al destino particolare ?
RispondiEliminava bene il destino particolare ma qui si tratta di scarogna elevata all'ennesima potenza; con tutto il rispetto che meritano tipi del genere.
EliminaAncora oggi come allora la tragedia del Vajont mi colpisce molto per quest'uomo sembra che la morte violenta lo abbia rincorso fin dal giorno dello scampato pericolo nella sua valle.... Floriana
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