lunedì 29 settembre 2014

I carbonari in trasferta in Trentino

Giazza esporta carbonari e questa mattina, a tre giorni dall'accensione, ci sarà l'estrazione del carbone di legna dalla carbonaia allestita accanto ai campi sportivi di Luserna, in provincia di Trento, a cura del Kulturinstitut Lusern.
Si tratta dell'istituto di cultura cimbra di Luserna che l'ha inserita nel contesto dell'incontro organizzato in paese dal Comitato unitario isole linguistiche storiche germaniche in Italia.
Da lunedì scorso Giorgio Boschi, l'apprezzato oste di Giazza che ha appreso l'arte della carbonaia dal padre Nello, è a Luserna per la preparazione, coadiuvato da due volontari del paese e dalla consulenza dell'esperto Nello.
Mercoledì alle 9 l'accensione e poi la visita ogni giorno di scolaresche e persone del paese interessate.
«L'abbiamo voluta in paese perché tanta gente possa vederla. Qui le carbonaie si facevano in passato. L'ultima sembra sia stata negli anni Trenta, ad opera di carbonai venuti da fuori. Purtroppo nessuno ricorda più la tecnica e in tanti hanno perso anche il ricordo di questo evento», fa sapere Fiorenzo Nicolussi Castellan, consulente del Kulturinstitut. «Per questo, avendo conosciuto la tradizione di Giazza e la perizia di Nello e Giorgio, abbiamo chiesto di ripetere anche qui l'evento».


Le azioni, dalla preparazione allo spegnimento, sono state costantemente seguite dalla videocamera di EcoC@m che ha messo in rete le varie fasi: chi ha potuto invece è stato sul posto ad annusare il profumo della legna che si trasformava e di cui il fumo bianco di puro vapore era il segnale che tutto funzionava secondo le regole. Dentro la carbonaia, Giorgio ha messo medaglioni commemorativi realizzati dall'artista Michelangelo Marchi: terrecotte nere, sul modello di quelle etrusche che serviranno come fermagli per i sacchetti di carbone che il Kulturinstitut Lusern ha deciso di offrire a tutti i capifamiglia del paese. «Manteniamo fede allo spirito dell'iniziativa», commenta Nicolussi Castellan. «Abbiamo voluto intitolarla Dar Geshenkhate kholl, il dono del carbone». Domani sarà presentato un piccolo dizionario di base con le dodici versioni delle parole più comuni nelle lingue delle popolazioni tedescofone del Nord Italia.
V.Z.L'Arena.it
(segnalata da Odette)

10 commenti:

  1. Guarda Andrea che con tutto lo spazio che ho dedicato alla carbonaia di Luserna, attendo dal Comune minimo 10 sacchi di carbone per l'inverno, così apro "le danze dell'inquinamento" prima di Bortolo. :--))) Riguardo al carbone, mi ricordo che una mia amica, tanto tempo fa, mi raccontava di un suo viaggio in Polonia (paese che usava molto il carbone e non so se lo usa ancora) e mi diceva che era sempre in doccia e le sue camiciette bianche sempre col collo nero ogni giorno.

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    1. Carla,.. no ghé pì schei! Se anche a Luserna hanno donato il carbone, figurarsi quante ne avranno combinate lassù. E fortuna che non siamo ancora al 6 gennaio (Ma i luserni gai la Befana o Santa Lussia?).

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    2. Dai venite su sabato pomeriggio alle tre ci sarà un incontro con Carlo Bressan da Rotzo che spiegherà come funzionano le carboanaie e daremo il carbone in sacchi di iuta bellissimi con la scritta ricordo e lo stemma dell'Istituto. per i più piccoli laboratori di disegno con il carbone nostrano in biblioteca.
      ciao un abbraccio Andrea

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    3. Se il Reverendo si offre come capo-cordata organizzo una comitiva.

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    4. Santa Lützia, don, Santa Lützia... stramberie cimbre mezzi italiani mezzi tedeschi; meticci come altri mai.
      Andrea

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  2. In Polonia si usa il carbone "di terra" quello delle miniere, oppósto al carbone di legna.
    In 2012, le centrali al carbone fornivano il 81% dell'elettricità prodotta in Polonia.Le riserve potrebbero coprire i bisogni del paese durante 150 anni.
    Mia famiglia ha abitato per due anni circa (48-50) nelle miniere del Pas de Calais. Mio padre lavorava con la sua impresa e con altri compaesàni di Valpegara, alla costruzione di un importante sezione di lavaggio del carbone. Mia mamma si ricordava della polvere di carbone ! Tanti minatori vicini avevano la silicosi, grave malattia che generava problemi respiratori enormi, e la morte.

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    1. Grazie per la puntualizzazione Ody, neanche ci avevo pensato! Pure il mio Nonno materno lavorava in miniera sù al Pas de Calais, infatti mia Mamma è nata là. Purtroppamente è morto di silicosi a 48 anni...

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    2. Ma non me l'avevi detto Carla ! In quale città del PDC ?
      Libercourt, Liévin, Lens, Loos en Gohelle, o Béthune ecc....

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    3. 46 km da Lille. Le miniere di Ferfay sono state chiuse in 1929.
      La storia delle miniere di carbone del Nord e Pas de Calais è molto interessante e l'archivio è importantissimo su internet.

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