Primo vero scontro con l’opinione pubblica a
Valdastico in relazione alla tormentata questione del nuovo calcificio
che dovrà essere costruito nei pressi di contrà Sella, sul sito della
cava Marogna. La ditta Fassa Bortolo ha ufficialmente presentato il
progetto martedì 23 settembre nella saletta ex elementari di Forni alla
popolazione di Valdastico e Pedemonte, comuni interessati dalla
controversa questione delle emissioni inquinanti e dai rumori molesti.
L’iter formale per la realizzazione dello stabilimento è quindi ormai
avviato, visto che la Fassa ha infatti già presentato il progetto in
Regione e sembrerebbe che non ci siano al momento ostacoli alla sua
messa in opera.
Il futuro calcificio di Valdastico sarebbe il 13° stabilimento in
Italia della Fassa Bortolo che ha sede a Spresiano (TV) e vanta una
storia di prestigio nel campo della produzione di calce. Nata nel 1710 e
in ininterrotta attività fino ad oggi, la Fassa ha attualmente alle sue
dipendenze 900 persone, esclusa la rete commerciale, ben dislocata
anche in Europa.
Il progetto, che dovrebbe impegnare la Fassa sul terreno per 30 anni,
è stato presentato solo il 18 settembre, ma in Valle se ne parla ormai
da un anno, e non a caso. Le valutazioni preliminari sono infatti
iniziate da un bel po’ con tutti gli Enti che hanno potere decisionale
riguardo la costruzione del nuovo stabilimento, tra cui l’ufficio
tecnico di Valdastico, la Provincia, la Regione, la Società autostrade e
la Sovrintendenza beni architettonici e paesaggistici. La scelta del
sito di contrà Sella è stata valutata e definita perché vicina alla cava
e alla Provinciale, bocciando altri siti giudicati meno idonei nelle
frazioni di San Pietro e Pedescala. La struttura interesserà 27.000
metri quadrati complessivi, considerando edificio produttivo coperto,
zone di manovra e parcheggi.
Il calcificio, una volta a regime, prevede che siano prelevate
giornalmente 600 tonnellate di materiale dalla cava di Marogne, con le
quali si produrranno 300 tonnellate di calce, che servirà soprattutto a
rifornire acciaierie e industrie farmaceutiche. È facile quindi
prevedere 20 camion che porteranno ghiaia per la lavorazione e 10 che
usciranno con la calce ogni giorno, e sempre ogni giorno saranno
necessarie 60 tonnellate di segatura pura non trattata con agenti
chimici per il processo di combustione, che avviene a 1.100 gradi
centigradi all’interno del forno. Un unico silos conterrà le scorte di
segatura e verrà costruito un unico camino per l’emissione dei fumi di
combustione alto 37 metri. Per la pulitura dei sassi saranno utilizzate
le acque meteoriche, raccolte in trincee drenanti riempite di ghiaione, e
dopo l'uso l'acqua sarà chiarificata e riutilizzata, senza nessun
scarico idrico.
Ma cosa ne guadagnerà Valdastico? Chi non vuole il calcificio
sottocasa ha l'impressione che un pezzo di vallata sia stato venduto per
un piatto di lenticchie, e i 20 posti di lavoro previsti dal progetto
(operatori vari, elettricisti e custode), sembrano ben misera cosa
rispetto al possibile fastidio derivato da polveri e rumori. Tuttavia
gli oneri di urbanizzazione che il comune incasserebbe grazie alla nuova
struttura, per un piccolo paese come Valdastico possono senza ombra di
dubbio rivoluzionare il bilancio, e ovviamente non sono da buttar via
nemmeno le imposte municipali che se ne ricaveranno annualmente, senza
contare infine (ma solo ipotetico) l'indotto economico relativo
all’utilizzo di imprese di costruzioni locali e il tornaconto per le
attività commerciali della zona.
“Gli impatti ambientali”, hanno provato ad assicurare i tecnici della
Fassa, “sono stati valutati dai tecnici competenti degli Enti preposti
per legge, così l'impatto acustico e le emissioni lo saranno a cadenza
regolare". Anche per quanto riguarda la ben nota fragilità idrogeologica
del territorio gli esperti hanno garantito che sono state fatte le
valutazioni del caso e controlli a cadenza mensile saranno fatti per
prevedere i movimenti del versante che potrebbero causare frane. Per
il pericolo di caduta massi è stata invece pensata una contropendenza
della cava che fermerebbe i sassi prima della caduta a valle. Il
titolare stesso Paolo Fassa ha invitato la popolazione a non
preoccuparsi e come controprova a contattare i 12 sindaci dei paesi dove
hanno sede gli altri calcifici: “Ho visto passare molte
amministrazioni, ma vi assicuro che mai nessuna ha reclamato perché il
nostro calcificio non funzionava bene o inquinava. A Valdastico stiamo
investendo 22 milioni di euro. Questa cifra vi deve dire tutto
sull’altissima tecnologia usata per l’impianto, che è migliore anche di
quelli tedeschi. Sono abituato che a questi incontri venga la
popolazione contraria all’insediamento, ma ci tengo a precisare: io non
faccio barricate. Se i cittadini di Valdastico e Pedemonte vogliono la
Fassa, bene, altrimenti andrò a produrre da un’altra parte.”
Ma la paura di dover respirare ancora la polvere, i fumi della
combustione e subire il rimbombo dei camion che caricano e scaricano ha
reso scettici i quasi 200 cittadini di Valdastico e Pedemonte presenti
all'incontro e a poco sembrano valere al momento le rassicurazioni dei
tecnici della Fassa e dei sindaci dei due comuni presenti, e verso
questi ultimi si sono riversati i malumori, colpevoli, prima di tutto,
di non aver mantenuto quanto promesso prima delle elezioni. Chiamato in
causa, Stefano Stefani, vicesindaco di Valdastico, ha spiegato ai
presenti: “In campagna elettorale non ci siamo volutamente esposti
poiché non avendo visto il progetto non eravamo in grado di fare una
valutazione adeguata. Quelli che ci accusano di essere dei voltafaccia
parlano perché non sono sufficientemente informati. Da sempre abbiamo
detto che avremmo ascoltato il parere della popolazione sul calcificio, e
lo faremo con un sondaggio o con una inchiesta a campione. Ma
permettetemi una osservazione. In questi tempi di crisi, 20 posti di
lavoro non mi sembra il caso di rifiutarli a priori”.
Anche Roberto Carotta, sindaco di Pedemonte, non ci sta a farsi dare
del voltagabbana dai suoi cittadini e nel suo intervento ha giocato a
carte scoperte: “Prima delle elezioni non potevamo sapere se il
progetto, visto che non esisteva, fosse conveniente o no per noi. Solo
dopo la visita allo stabilimento di Montichiari del 15 settembre mi sono
convinto che la ditta Fassa è una ditta seria, e che erano assurde le
chiacchiere da bar che prevedevano che la valle sarebbe diventata tutta
bianca a causa delle polveri del calcificio”.
Alberto Toldo, ex sindaco di Valdastico e attuale consigliere di
minoranza, sotto la cui amministrazione è iniziata l'acquisizione delle
informazioni per trovare il sito idoneo al calcificio, non si lascia
scappare la stoccata finale alla nuova amministrazione, e l'ha accusata
di aver "cavalcato il dissenso senza conoscere il progetto, solo per
ottenere dei voti facili". E ha concluso: "La decisione vincolante per l'inizio lavori spetta a loro, e attendo quel momento con estrema
curiosità. Il progetto è infatti incompatibile con gli attuali vincoli
urbanistici. Se il calcificio si farà, sarà solo con il benestare
dell'amministrazione Guglielmi".
(Marta Boriero Thiene on line)
Diventa realtà lo afferma aprioristicamente questa giornalista.
RispondiEliminaCerto però che, con lega che spadroneggia in casa di altri, la valle deve preoccuparsi, e bene.
Anche il sindaco di Pedemonte fa il "nesci", perchè alla Regola è stato illustrato il programma, prima delle elezioni, ed in ogni caso se ne parlava.
Forse che, per sapere che un calcificio è una jattura per chi ci abitasse nelle vicinanze, bisogna prima vederne il progetto? Pensava alla calcara dei bisnonni?
Pure Alberto Toldo non è da meno: vorrebbe dire che lui era schierato contro, quando Fassa si è fatto avanti, lui dominante? Sponsor del Ritorno dal Bosco? ma dai!...
Comunque, se da un sondaggio volevano farsi illuminare, gli illuminati amministratori, il sondaggio lo hanno avuto; anzi, sembravano preoccupati del risultato!
il progetto? siamo alla follia!...
Die neue Historia von Johann Fausten ?
RispondiEliminaBuona sera Alago del 28/9 delle 03.31
RispondiEliminaLei può dedurre dai fatti chi a detto il primo si ?Se può la ringrazio anticipatamente.
Colombo
Formalmente il primo sì non è mai stato detto. E su questo gli amministratori, vecchi e nuovi, si son difesi martedì sera. … ma è una coda di paglia voluminosa questa. Forse chi amministra, così come fanno i politici, intende farci credere che un industriale, ammanigliato o meno, onesto o meno, si infila in un progetto così costoso, ben sapendolo così impattante, senza avere "sondato" tutta la catena delle autorizzazioni? dall'alto al basso, ovviamente. E promettendo miracoli economici per chi invece verrà bastonato… non dico ungendo gli ingranaggi: al volgo vengono sempre presentati miracoli.
EliminaFassa Bortolo veniva sussurrato fin da un paio di anni fa, ed è stato significativo il saluto che ha dato alla Valle: sponsor del Ritorno dal Bosco, lo scorso anno… grazie tante! Ed il giro d'Italia quest'anno passa per le Marogne… In primavera di questo anno, le intenzioni sono state manifestate alla Regola di Casotto.
Quindi il primo sì? quando ? da chi? partendo dal basso della catena, partendo dall'alto? Certo, i nostri amministratori, se analizziamo le cose, a mio parere il "percorso facilitato" lo hanno prospettato entrambi…
RispondiEliminaSono stati studiati, realmente, tutti i vantaggi?
-20 posti di lavoro, ma quanti sono i disoccupati nella valle? Quanti diplomati accetterebbero questo tipo di lavoro? Come saranno scelti? -quale tasse(IMU?), quali importi per i Comuni? Un bilancio previsionale è stato stabilito?
Tenendo conto dell'aumento del traffico,( camion e spostamenti personali) che ciò genererebbe, vedo solamente una soluzione per evitare l'inquinamento della valle e migliorare la sicurezza degli utenti: la costruzione dell'autostrada e la possibilità per Bortolo Fassa di fare circolare i suoi veicoli ad una tariffa vantaggiosa. Ma per Casotto è un altro paio di maniche.
Per anonymuos del 28 settembre ore 19.12
RispondiEliminaGuardi che non serve che dicano si, basta che non dicano no!! Purtroppo è così; faranno delle
osservazioni, chiederanno un attento monitoraggio e così diranno che hanno fatto ciò che potevano.
Però il sondaggio è una baggianata: cosa fai, vai al bar, fai 100 telefonate??? e chi è che controlla?
Mi spiace, ma il referendum è una cosa seria, questa è una palese presa in giro.
E poi, i posti di lavoro.... ma sono solo 20... La fabbrica delle scarpe (la ricordate? è stata anche nominata
da qualche altra parte) quella creava posti di lavoro e con un impatto all'esterno ridicolo rispetto al forno!
Non facciamo proclami ideologici, ma neanche farsi passare da ...... ecco!
Basta rovinare la Val d'Astico e Casotto.
RispondiEliminaper Anonimo 28/9 delle 22.45
RispondiEliminaGrazie, sono daccordo,a mio avviso si deve spingere per il referendum,per un dignitoso referendum.C'ero anch'io
a Forni e sinceramente, quando parlavano i fassiani ed in particolare il titolare,provavo stupore,mi sembrava di sentire le argomentazioni di gente venuta da Marte,ignara di come funziona il sistema italiano.Mi sapete dire se qualcuno ha organizzato qualcosa?Mi sapete dire dal punto di vista legale cosa sia necessario per indire un referendum?Mi sembra che a 8 giorni dall'incontro di Forni non ci siano "movimenti" a parte le comunicazioni tra noi follower.Se parte qualche iniziativa me lo fate sapere?
http://www.comune.valdastico.vi.it/alfstreaming-servlet/streamer/resourceId/fef24134-c7d9-4e71-a9e6-0768af3cb13b/Statuto%20Valdastico%20aggiornato%20al%2023.05.2014.pdf
RispondiEliminaL'articolo 48 dello statuto parla di come chiedere un referendum. Per approfondimenti puoi chiedere in comune.
La vedo comunque dura ma se ci credi non fermarti!!
Vuoi collaborazione-condivisione? Vai a farti un giro per Casotto o Sella e chiedi.
Ovviamente per quanto riguarda il referendum deve essere una cosa che parte dai residenti del comune interessato.
Non è facile spostarsi dalla tastiera alla strada, ma davanti a uno schermo si muore... :-))
l'indirizzo citato non dà risultati, per favore, puoi controllare? Grazie
EliminaA me funziona.. basta copiarlo e incollarlo nel browser.
RispondiEliminaSe non riuscite andate nel sito del comune di Valdastico, andate su "cerca nel sito" scrivete "statuto" e la prima voce è quella.
Carla, affinchè tutti lo sappiano, pubblica sul blog lo statuto del comune di Valdastico che prevede, all'articolo 48, la possibilità che la cittadinanza del comune possa promuovere un referendum pronunciandosi con un sì o un no al calcificio.
RispondiEliminaLa DEMOCRAZIA si deve esercitare anche in questo modo.
Se tu fai votare DEMOCRATICAMENTE il comune di Pedemonte, scommettiamo che, pur di fare un piacere ai Casottani, la maggioranza vota a favore del clacificio? Ti rendi conto che ci sono anche queste storture, che funzionano a meraviglia in una valle come questa, per portare alla sua fine? Perchè là stiamo andando...vedi trojate tipo "separata"...
EliminaPrendi nota che il calcificio (potrà) essere costruito nel territorio del comune di Valdastico e non in quello di Pedemonte e pertanto il referendum dovrà, giocoforza essere indetto esclusivamente in quel di Valdastico.
EliminaRicordati Pasquino che il Comune di Pedemonte in questo caso la popolazione sa cosa votare..E se
Eliminavota Si o vota No lo fa esclusivamente per un proprio credo, per il proprio paese e non per pugnalare la frazione di Casotto. Ricordatelo!!! e non accendiamo fuochi per nulla grazie
Valà caro, che la valel la conosciamo bene tutti, le gelosie della separata sono una virgola di esempio... ma giusto una virgola!
EliminaCredo che un referendum su questo tema sia molto importante.
RispondiEliminaPersonalmente però l'amministrazione avrebbe tutto il diritto di decidere, quello che non può fare è prendere in giro la gente, specialmente se la loro bandiera era la trasparenza.
Un sondaggio va bene per decidere il gusto delle caramelle o temi di analogo ..rilevante...interesse.
Nascondersi dietro un patetico sondaggio per non avere il legittimo coraggio di dire "si siamo favorevoli" è patetico, triste e pericoloso.
E' un evidente offesa alla democrazia.. a sto punto aboliamo le elezioni e facciamo decidere agli istituti di sondaggio.
A Pedemonte non serve: il suo parere è si importante, ma ovviamente non rilevante come quello di Valdastico.
E poi qui sono state fatte promesse chiare: nel programma elettorale è scritto: "....riteniamo che un impianto produttivo deve essere ubicato in una zona già urbanisticamente preposta per accogliere questo impianto".
e questo programma, era di "tutto il comune".
Son con te caro anonimo 12,52.
EliminaSe leggi e sai interpretare però, sappi che alle marogne c'è già una attività produttiva, quindi loro sono a posto con le promesse elettorali...
Pasquino caro in cava marogna è operativa un'attività estrattiva, quindi produzione di materiali lapidei dopo opportuna trasformazione ma che nulla hanno a vedere con una produzione industriale.
EliminaEstrarre sassi o ghiaia e produrre calce sono due cose completamente diverse.
Pasquino, l'ultimo intervento è corretto, la dimostrazione lampante è che devono fare una variante al
EliminaPRG, se il posto fosse già idoneo, avrebbero bisogno di questa variante?