L'Alta Val d'Astico fra passato, presente e futuro ..
giovedì 25 settembre 2014
I primi del '900 nella Bassa Padana 6
Quando il signor Icilio a dicembre veniva a passare le feste Natalizie a
Badile, la caccia era la sua passione preferita. Si portava alle Tese o
anche in qualche campo vicino e vi rimaneva intere giornate. Quando
sapevo del suo arrivo gli preparavo la divisa da caccia di velluto
marrone, gli stivali ben unti per renderli morbidi e i calzettoni di lana
per tenere i piedi bei caldi, la sua Lilla compagna fedele di caccia
la tenevo molto bene e ben leggera nel vitto in modo che annusando
sentiva meglio l'odore della selvaggina da scovare e al signor Icilio,
sempre pronto e attento col fucile, difficilmente ne sfuggiva qualcuna. Noi, stando a Badile, vedevamo al mattino il passaggio delle quantità di
anatre selvatiche e alla sera il loro ritorno. Certe volte il bottino era
bello grasso e allora si invitava a colazione l'Ingegnere del Podere, il
signor Salterio a gustare uno squisito salmì magari con una buona
polenta accompagnati da bottigliette speciali che la signora serbava per
le occasioni. Si passava una bella giornata allegra e serena e io
prendevo abbondanti mance.
Durante la caccia a mezzogiorno portavo alle
Tese il cestino della colazione per il signor Icilio: un bel risottino,
bistecchine morbide, formaggio, frutta, tutta roba spiccia per non
perdere troppo tempo. Un giorno al ritorno dalle Tese ho ritirato il
cestino vuoto e ho osservato che il signor Icilio era molto pallido, ho
pensato: si vede che gli è sfuggita qualche preda e si è stizzito un
po'... oppure ha preso un po' di freddo allo stomaco o si è bagnato i
piedi e non ha digerito. Senza esitare, sono filata a casa e ho
preparato la bottiglia dell'acqua bollente, i calzettoni asciutti e un
buon caffè corretto con fernet. Ritornata sul luogo di caccia ho
aspettato che il signo Icilio bevesse l'intruglio e quando ha
incominciato a riprendere coloro sono rimasta molto contenta anche
perchè lui mi ha setto: ti ringrazio tu sei sempre la buona e premurosa
Gina! Dopo qualche ora sono tornata con altro caffè bollente, ma oramai
stava benissimo e tutto era passato grazie al Cielo! Dopo tanti
anni a Milano io e la mamma abbiamo avuto il piacere di vedere passare
l'Onorevole Salterio, immaginarsi l'emozione della mamma che aveva
ricevuto tanto bene da quel signore. Abbiamo avuto l'onore di ospitarlo
in casa nostra per qualche oretta a riposarsi un pochino e gustare un
buon caffè. Che bella soddisfazione abbiamo provato io e mia mamma a
conversare un po' assieme a lui rammentando i bei anni giovanili. Era
molto invecchiato perchè gli anni erano passati, e tanti, ma sempre quel
bel tipo di persona molto fine e affabile con tutti.
Che donne esistevano in quei tempi!!! Sempre pronte, sempre attente ai loro figli e, certamente piu' d'ora, ai loro mariti..... Non avevano bisogno di tanti discorsi...sapevano leggere negli occhi dei propri cari le loro sofferenze,i loro stati d'animo,e sapevano, con tanto amore,porre rimedio....Ed ora???????
Sponcy, Foraneo, questo vi piacerà : Le cœur de la femme est une énigme dont le roi François Ier a écrit le mot sur les vitraux de Chambord : "Souvent femme varie, Bien fol est qui s’y fie" (Victor Hugo, Marie Tudor)
Bel racconto emozionante come sempre, grazie Floriana :-)
RispondiEliminaAltri tempi, altri sentimenti, altro stile.
RispondiEliminaChe donne esistevano in quei tempi!!! Sempre pronte, sempre attente ai loro figli e, certamente piu' d'ora,
RispondiEliminaai loro mariti..... Non avevano bisogno di tanti discorsi...sapevano leggere negli occhi dei propri cari le loro
sofferenze,i loro stati d'animo,e sapevano, con tanto amore,porre rimedio....Ed ora???????
Sponcy, Foraneo, questo vi piacerà :
EliminaLe cœur de la femme est une énigme dont le roi François Ier a écrit le mot sur les vitraux de Chambord : "Souvent femme varie,
Bien fol est qui s’y fie"
(Victor Hugo, Marie Tudor)