martedì 23 settembre 2014

Gita a San Romedio

Da un paio d’anni, la Parrocchia di Pedescala in collaborazione con la Pro Loco, organizza una gita –pellegrinaggio, prediligendo i Santuari Mariani. Quest’anno, il  6 settembre 2014, 53 persone  accompagnate da Don Carlo Broccardo, si sono recate  al santuario di San Romedio, in Trentino .
 Il santuario di San Romedio è un Santuario dedicato alla figura di San Romedio situato su un ripido sperone di roccia, nello splendido scenario naturale della Val di Non nel territorio comunale di Coredo.
Il santuario è costituito da cinque chiese costruite nell’arco di circa novecento anni fra il 1000 e il 1918. Le cinque chiese sono state costruite a ridosso di una ripida parete di roccia e sono unite tra loro dai 130 gradini di una spettacolare scalinata. Esso è visitato annualmente da circa 200.000 pellegrini, ed è custodito da due frati dell'Ordine di San Francesco d'Assisi.
Romedio visse tra il IV e il V secolo, erede di una ricca famiglia bavarese, signore di un castello nei pressi di Innsbruck e proprietario di saline nella valle dell’Inn; dopo un pellegrinaggio a Roma, donò tutti i suoi beni alla chiesa, ritirandosi in eremitaggio nella Val di Non in alcune grotte esistenti ancora oggi nei pressi del santuario.
Lo seguirono due compagni, Abramo e Davide. Si narra che un giorno, dovendo recarsi a Trento per salutare Vigilio, allora vescovo della città, chiese a Davide di sellargli il cavallo: il discepolo tornò con la notizia che un orso aveva sbranato il cavallo. Romedio non si scompose e gli ordinò di sellare l'orso, il quale – ecco il portento – docilmente si lasciò mettere la sella, conducendo poi Romedio fino a Trento. Quest’episodio è ricordato da una statua lignea posta accanto ad un arco trionfale all’ingresso del Santuario.
Per oltre cinquecento anni la roccia che ospitava il santuario antico rimase nuda, con una scalinata scoperta e qualche edicola ora scomparsa. In basso si trovavano le stalle, i rifugi per i pellegrini e l'abitazione del custode.
La chiesa originaria intitolata a san Romedio sorse attorno al 1000 sulla tomba del Santo, con le pietre portate fin lassù dagli antichi pellegrini. Il culto a san Romedio venne riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa nel 1300 e la devozione al Santo si incrementò molto nel XV secolo, quando il santuario venne affollato da molti pellegrini che portavano ex voto.
Nel 1489 fu iniziata la costruzione della seconda chiesa dedicata a san Giorgio. Poi nel 1514 fu costruita la chiesa di san Michele e nel 1536 la chiesa maggiore di san Romedio. Della stessa epoca (XVI secolo) è anche il campanile, sempre in stile gotico-clesiano. Per ultima fu eretta nel 1918 la chiesa dell’Addolorata, in segno di ringraziamento alla Vergine per la quiete ritrovata dopo la tragedia della Prima guerra mondiale.
Nel 1700 il santuario si vestì a festa, accompagnando il visitatore pellegrino fino alla soglia della tomba del santo eremita Romedio. Vengono ricostruiti ex novo gli edifici al piano terra adibiti all'accoglienza dei pellegrini, alle stalle ed ai fienili. Le chiese vengono abbracciate con la costruzione dell'"appartamento dei Conti" e del ballatoio (1725), della sacrestia e della biblioteca in alto. La seconda parte della scalinata viene coperta e poi animata con le edicole dei misteri della passione di Cristo. Sopra la cappella di san Giorgio si innalzano due stanze di abitazione; infine viene eretto l'arco d'ingresso al luogo sacro (1770).
Nel corso del XX secolo si sono aggiunti, oltre alla cappella dell'Addolorata, il parcheggio con l'edicola di san Romedio (1907) ed il recinto per gli orsi (1990). Gli orsi qui custoditi furono trasferiti presso il Parco faunistico di Spormaggiore. Solo ad inizio 2013 un orso, denominato Bruno, proveniente dal Parco Nazionale d'Abruzzo è stato trasferito presso il santuario.
Dopo aver pranzato con panini ben imbottiti e torte fatte in casa, siamo andati a visitare il Castel Thon che da alcuni anni è visitabile ed è una vera meraviglia.
Castel Thun (Burg Thun in tedesco) è un monumentale fabbricato di origine medievale, fra i meglio conservati del Trentino e da sempre destinato a sede principale della potente famiglia dei conti Thun. Sorge nel territorio comunale di Ton in Val di Non. Da sabato 17 aprile 2010, dopo 18 anni di lavori di restauro, Castel Thun è visitabile dal pubblico.
Il castello si chiamava in origine Castel Belvesino, dal nome del dosso su cui era stato eretto. Prese poi il nome della famiglia titolare, i Tono. Questi tedeschizzarono il cognome in Thun. Fu più volte danneggiato da incendi - durante uno dei quali, nel 1569, perse la vita Sigismondo Thun, oratore imperiale al Concilio di Trento.
Imponente e austero, ma dotato al tempo stesso di una speciale eleganza, il castello rispecchia il carattere dell'omonima stirpe trentina che vi stabilì la propria sede intorno alla metà del XIII secolo. Già al tramonto del Medioevo i Thun estesero i loro domini su gran parte delle valli del Noce, incorporando castelli e giurisdizioni. Da allora rimasero una delle più potenti famiglie feudali della regione, dividendosi in numerosi rami, uno dei quali si radicò in Boemia, dove nel 1629 acquisì, per tutto il casato, il predicato di Thun-Hohensteine il titolo di Conti dell'Impero. A tutt'oggi, diverse linee della famiglia vivono tra Austria, Repubblica Ceca, Slovacca, Italia (in particolare Bolzano e Milano).
Il maniero sorge in cima al colle sopra il paese di Vigo di Ton, in posizione panoramica rispetto all'intera val di Non. Il castello, costituito da torri, mura, bastioni e fossato, deve l'attuale aspetto alle modifiche intraprese nel Cinquecento e nel Seicento. Al 1566 risale la Porta Spagnola attraverso la quale si accede al ponte levatoio e al primo cortile, costruita in stile moresco, si racconta, dopo un viaggio in Spagna di Giorgio Thun. L'ambiente più famoso è la secentesca Stanza del Vescovo, interamente rivestita di legno di cirmolo, con soffitto a cassettoni e stufa in maiol
Nel 1992 la provincia autonoma di Trento ha comperato Castel Thun provvedendo al suo restauro e alla catalogazione degli arredi e della ricca biblioteca, nonché all'inventariazione dell'archivio di famiglia. A partire dal 17 aprile 2010, a conclusione dei lavori di restauro, il castello è visitabile. Costituiscono una grande attrazione per i visitatori gli arredi del castello, utili per restituire l'immagine di un castello utilizzato lungo i secoli fino alla seconda metà del Novecento. Il castello è diventato la quarta sede del museoCastello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali (assieme al Castello del Buonconsiglio di Trento a Castel Beseno di Besenello e al Castello di Stenico di Stenico). Il Museo ne cura l'apertura e le attività essa correlate.
E’ stata veramente una bella giornata, dove il sole ci ha fatto compagnia: al mattino, con la visita al Santuario e la Santa Messa celebrata da don Carlo, ci siamo immersi nella pace  che questi luoghi sanno infondere; il pomeriggio è stato interessante con la visita al castello con le sue stanze tutte arredate completamente: veramente da visitare! Siamo tornati a casa contenti di aver trascorso una piacevole giornata in compagnia e di aver potuto arricchire il nostro bagaglio di conoscenza. Un ringraziamento va a quanti, in vari modi, si sono impegnati per organizzare bene ogni cosa.

                                                                                      Lucia Marangoni

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