Se lo Stato francese è noto per centralismo e decisionismo, a
livello locale le amministrazioni provano a muovere i primi passi in
direzione di forme di governance più aperte e di un maggior
coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni pubbliche. Nei mesi scorsi
ad esempio, il Comune di Parigi ha lanciato il bilancio partecipativo:
uno strumento che vuole dare diritto di parola ai suoi abitanti
sull’utilizzo di una parte delle risorse finanziarie della
municipalità. In totale si tratta di 426 milioni di euro per sei anni,
ovvero il 5% del budget complessivo dell’attuale giunta guidata dalla
socialista Anne Hidalgo, il cui mandato scade appunto
nel 2020. La prima fase del processo si è conclusa lo scorso ottobre,
quando i cittadini della capitale, senza distinzione di nazionalità,
hanno avuto a disposizione una settimana per scegliere fino a cinque
progetti tra i quindici proposti dal consiglio comunale. Si poteva
votare sul sito budgetparticipatif.paris.fr, ma anche
inserendo un bollettino cartaceo nelle urne disseminate nei venti
arrondissements (i dipartimenti in cui è suddivisa Parigi), in modo da
non escludere chi ha meno dimestichezza con l’uso del web.
All’appello hanno risposto in oltre 40 mila. Tra i
progetti più votati, che riceveranno un finanziamento tra 1 e 2 milioni
di euro, c’è ad esempio la possibilità di trasformare in spazi gioco
alcune porzioni di strade chiudendole al traffico per qualche ora al
giorno con barriere mobili. Ma anche la riqualificazione di spazi urbani
periferici attraverso opere d’arte, la vegetalizzazione di una
quarantina di “muri ciechi” per lottare contro l’inquinamento e
contemporaneamente abbellire i quartieri, micro stazioni ecologiche
ambulanti per aiutare gli abitanti a differenziare i rifiuti più
ingombranti, o ancora l’installazione di orti educativi nelle scuole,
di contenitori per il compost nei parchi e di attrezzature per gli
sport all’aria aperta in zone attualmente inutilizzate, come quelle che
si trovano sotto i binari sopraelevati della metropolitana.
A gennaio partirà una seconda fase, regolata da un Carta approvata il
17 novembre dal Consiglio comunale: nel 2015 anche gli stessi
cittadini, singolarmente o riuniti in associazioni e comitati, potranno
fare proposte autonome che saranno poi sottoposte al voto. Il budget
sarà suddiviso tra progetti che riguardano l’intera città e progetti
rivolti ai singoli arrondissements. Il web, e i social network in
particolare, saranno i canali attraverso cui tutti potranno monitorare e
commentare le fasi della loro realizzazione. L’idea del bilancio
partecipativo è nata alla fine degli anni ottanta a Porto Alegre (Brasile),
quando il Partito dei Lavoratori (quello dell’attuale presidente Dilma
Roussef) ha vinse le prime elezioni comunali libere dopo due decenni di
dittatura, e complice una nuova legislazione che favoriva il
decentramento amministrativo, fece appello ai cittadini per decidere
come utilizzare una parte delle risorse pubbliche della municipalità.
Questo processo, che fin dall’inizio ha visto un’ampia partecipazione
delle classi più popolari, tradizionalmente escluse dalle decisioni
politiche, si è presto diffuso in molte altre città brasiliane e poi di
altri Paesi dell’America Latina, incoraggiato da varie istituzioni come
il Forum sociale mondiale, l’Onu e la Banca mondiale. Tra le metropoli occidentali, New York
è stata la prima a scommettere su questo strumento di democrazia
diretta, ma Parigi è quella che le sta dedicando le risorse finanziarie
più consistenti.
“L’esperienza delle città che lo hanno adottato mostra che il
bilancio partecipativo incoraggia la partecipazione degli abitanti alle
scelte che riguardano l’assetto della loro città e rinforza il legame
dei cittadini con i loro rappresentanti e con le istituzioni locali”, ha
dichiarato il sindaco Anne Hidalgo. “Parigi è una
fucina di saperi, di talenti e di idee. Credo che il bilancio
partecipativo sia un’ottima occasione per far beneficiare la
collettività di questo patrimonio diffuso di competenze e creatività”.
(segnalato da Odette)
Ben valà ciò!
RispondiEliminaSitù quà ? Son contenta; Quasi volevo metre un avviso su Portobello, dans ce genre :
RispondiElimina"scambio du nonimi contro un Sponcio."
Non sottovalutarlo così, Odette! due ad uno? devi metterne venti, non due ad uno, anonimi!!
RispondiEliminaE te non troppo portare il prezzo alle stelle perchè, dopo, una strada al suo nome, a Valdastico, non gli basta ; vuole una frazione del Comune. (Valpegara magari !) Comunque, adesso con tutte le nuove tasse, siamo tranquilli : nessuno vorrà più mettersi in nome case o campi.
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