【Gianni Spagnolo © 200401】
Scrivere il primo di aprile consente un po’ di leggerezza, che semmai si potrà dire d’aver scherzato. Riflettere in situazioni d'emergenza lascia però un po' d’amaro
in bocca. Vero è che l’Italia in emergenza, in un modo o nell’altro c’è sempre,
per cui non ci rimane che affidarci ai soliti e collaudati riflessi condizionati.
L’arte più facile da esercitare da noi è infatti quella dell’indovino. Sì, perché è scontato prevedere come si
comporterà l’italiano medio, e di riflesso la politica nazionale, di fronte ad
una qualsiasi emergenza. Parlo di italiano medio e di nazione, pur consapevole
che né l’uno né l’altra esistono; sono figure retoriche. L’italiano medio
perché è appunto una media fra opposti estremi e la nazione italiana perché,
quella sì, non è mai esistita, essendo noi un mosaico variopinto di caratteri e
di sensibilità disomogenee accomunate un tempo dall’affinità culturale e religiosa e oggi dalla TV. Ci
sono anche i confini politici risorgimentali, è vero, a tentar di far di noi un
popolo, ma finora sono valsi più i condizionamenti geopolitici esterni. Non so proprio se i primi reggerebbero ancora all’urto di serie
contingenze, impegnati come siamo a coltivare indefessamente quel "particulare" che già il Guicciardini nel XVI secolo aveva individuato come italica e funesta propensione.
Noi in realtà siamo un po’ così, obbediamo agli stimoli esterni con reazioni prevedibili, come i cani di Pavlov. Solo che a differenza loro, noi una coscienza dovremmo avercela.
- Di fronte ad un bivio con due strade davanti, noi ne scaviamo una terza nel mezzo;
- Nel dubbio, noi mandiamo immediatamente la ragione e il buon senso in soffitta;
- Di fronte ad un problema, noi ci dividiamo;
- Se il problema non c’è, noi lo creiamo ad arte;
- Se il problema è piccolo, noi lo ingigantiamo;
- Se il problema è grande, noi lo minimizziamo;
- Se al problema urge una soluzione, noi dilazioniamo;
- Se c’è una emergenza, noi la protraiamo all’infinito e ne esaltiamo la portata, così che si possono maneggiare agevolmente schéi e consenso (Lo stiamo facendo anche ora, purtroppo);
- Se la coscienza ci prude (e qualche volta lo fa), noi ci inventiamo gli eroi;
- Quando anche gli eroi ci prudono, noi li abbandoniamo a sé stessi;
- I diritti acquisiti? Intangibili e ottenuti per l'eternità, come il sacerdozio; specialmente quelli più somiglianti a privilegi feudali.
E così via, giù per la china.
Fortuna che, nella nostra incapacità di prendere delle decisioni sensate, ponderate e tempestive, abbiamo tutta una serie di potenti riflessi
condizionati che ci aiutano:
- C'è un acquazzone eccezionale? Chiudiamo le scuole!
- Fa un dito (in orizzontale) di neve? Chiudiamo le scuole!
- C’è inquinamento sopra i limiti? Chiudiamo le scuole!
- Fa troppo caldo? Chiudiamo le scuole!
- Fa troppo freddo? Chiudiamo le scuole!
- C'è sciopero? Chiudiamo le scuole!
- Dobbiamo votare? Chiudiamo le scuole! (Perché dobbiamo votare per forza solo nelle scuole, altri locali pubblici non ce ne sono);
- Dobbiamo votare ancora? Si, ma in primavera, così chiudiamo le scuole! In estate non s’è mai votato perché la gente va in ferie; e anche nelle altre stagioni è meglio evitare, che se non s’è mai votato una ragione pur ci sarà.
- Ad agosto? Tutto chiuso! Perché se Cesare Augusto, duemila anni fa, faceva le ferie ad agosto, anche lui, tanto più che era imperatore, una ragione l’avrà pur avuta.
Le scuole devono finire ai primi di giugno
e cascasse il mondo non si possono prorogare! Il perché non è dato di sapere, dal
momento che è da almeno mezzo secolo che i ragazzi non danno più una mano nei
campi. E se tutti lavorano anche con l'afa non si capisce perché non si possa anche insegnare con un po' di caldo, che tanto è solo alla mattina.
L’emergenza Covid-19 ti fa perdere settimane di scuola? Nessun problema: Tutti promossi!
Pensare, magari, di protrarre le lezioni fino a fine giugno?
No!!! Non si può!!!
Perché? Perché non si può!!!
Sembra di vivere tra le tribù delle isole Andamane, dove non vige il civile confronto e la legge, ma i tabù. Non si può fare! Chiuso!
In Italia i tabù scattano di solito quando coinvolgono categorie professionali o sociali di qualche centinaio di migliaia di persone aventi diritto di voto. Se si supera il milione si attiva automaticamente l'autocensura.
L’emergenza Covid-19 ti fa perdere settimane di scuola? Nessun problema: Tutti promossi!
Pensare, magari, di protrarre le lezioni fino a fine giugno?
No!!! Non si può!!!
Perché? Perché non si può!!!
Sembra di vivere tra le tribù delle isole Andamane, dove non vige il civile confronto e la legge, ma i tabù. Non si può fare! Chiuso!
In Italia i tabù scattano di solito quando coinvolgono categorie professionali o sociali di qualche centinaio di migliaia di persone aventi diritto di voto. Se si supera il milione si attiva automaticamente l'autocensura.
Strano davvero, dato che gli insegnanti, almeno quelli di ruolo, prendono lo stesso stipendio tutto l'anno, a prescindere da chiusure programmate o straordinarie e diversamente da chi deve elemosinare 600 Euro di bonus una tantum (forse) a causa dell'epidemia. I genitori che si son visti bruciare tutte le ferie prima della cassa integrazione (se gli è andata bene) e dovranno lavorare in estate (sperabilmente, se ci sarà lavoro), saranno felicissimi e appagati. Come si recuperano due mesi di PIL andando anche in ferie? Oh, Leute, mir fällt da gerade etwas ein: Chiederemo i soldi ai tedeschi. Alle befördert! Tutti promossi!
Tanto, chi si lamenta? Gli insegnanti? Gli studenti? Gli Italiani?
Tanto, chi si lamenta? Gli insegnanti? Gli studenti? Gli Italiani?
Certo che no! Tutto passa nell’assoluto silenzio perché si vede che va bene così. Tutti promossi! Alle befördert!
L’unico provvedimento che in Italia si può prendere senza
incontrare resistenza, anzi, col favore unanime, è la chiusura delle
scuole e il pregiudizio dell'insegnamento.
È una situazione unica al mondo!
Come se il solo criterio governativo fosse
quello di garantire i diritti sindacali degli insegnanti e l’ignoranza della
popolazione. L'istruzione, si sa, è un valore impalpabile, evanescente; sì, proprio come la nostra coscienza civile. Come per le pensioni, pagheranno le prossime generazioni, che tanto adesso non votano, quindi: carpe diem!
Io faccio anagraficamente parte della
generazione che da questo stato di cose è chiamata in causa e non mi nascondo
di fronte all’immane responsabilità che abbiamo noi boomer. D’altra parte ci siamo formati in tempi in
cui l’impegno era orientato quasi esclusivamente sul fronte politico e della contestazione continua, spesso degenerati in cazzeggio militante, giammai
sulla formazione personale. Chi si è formato nella scuola italiana tra gli anni
settanta e ottanta del secolo scorso, stante il clima imperante di lassismo e
irresponsabilità a tutti i livelli, lo ha fatto in realtà solo per sua personale
volontà e spesso contro il sistema educativo stesso. Già i nostri maestri
sognavano l’immaginazione al potere e ci siamo invece ritrovati a negare l’immaginazione
e la speranza ai nostri stessi figli.
Non prima d'esserci comodamente sistemati, però!
Non prima d'esserci comodamente sistemati, però!
L’avvocato, il professore, il politico, il chirurgo, il dirigente, ecc. oggi sessantenni, agiati e pensosi, che costituiscono l'ossatura della nostra classe dirigente,
si sono laureati ai tempi del 6 politico e del disimpegno formativo. Dove l’applicazione allo studio era considerata obsoleta quando non reazionaria e
il sistema pubblico elargiva incarichi e prebende più sulla militanza faziosa e la clientela che sulla preparazione. Quel medico che ci visita col piglio serioso e professionale c'è da augurarsi che si giovi dell'esperienza, perché non è detto che brilli per scienza e della
laurea appesa in ambulatorio bisognerebbe segnarsi magari la data. Dopo non è
potuto venire granché di meglio, perché sono stati loro a montare in cattedra. No, non
sto rimpiangendo il vecchio ordine, che aveva fatto il suo tempo, mi rammarico che
il nuovo abbia buttato all'aria il tempo di una generazione. La
nostra! E passi per la nostra, che ormai purtroppo ha dato, il grave è che ha
corrotto anche quella dei nostri figli e questo non è perdonabile. Nel vecchio catechismo, archiviato frettolosamente dall’immaginazione al potere anche nella Chiesa, c’erano quattro peccati che gridavano vendetta al Cielo; il quarto era la "frode della mercede agli operai" (Gc 5,4). Ecco,
io ne aggiungerei, per quel che vale, anche un quinto: la frode ai figli!
Ma dai, .. che scherzavo! Il primo aprile si perdona tutto, nei Cieli e sulla Terra.
No, .. forse sulla Terra no, .. ci sono gli olandesi e i tedeschi!
No, .. forse sulla Terra no, .. ci sono gli olandesi e i tedeschi!
#andràtuttobene |
È una domanda che mi sono posto molte volte, ho chiesto e non ho ottenuto risposta. Perché giugno è la fine del mondo ?
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