Ce la ricorderemo a lungo, questa Pasqua dell’Anno Domini 2020. Fra molti anni, anche i più giovani fra noi, la racconteranno ai loro nipoti e proveranno a descriverla e diranno che nemmeno i più vecchi si ricordavano una settimana Santa così calda, con un sole splendente e un cielo limpido da mattina a sera, tanto da sembrare estate. Diranno che nemmeno la prima luna piena di primavera, quella che segna e determina la Pasqua e che da sempre porta pioggia e brutto tempo, ha potuto nulla: in quell’anno era andata così. Racconteranno di un silenzio surreale, perfino quassù da noi dove la pace non manca mai neanche in tempi normali. Ma ora, in quest’anno 2020, tutto è diverso, il silenzio è quasi completo come mai si era udito prima, come se ogni cosa si fosse fermata. Ma è nel silenzio che nasce il pensiero, non in mezzo al rumore; abituato al chiasso, il mondo ha finalmente riscoperto il valore profondo della quiete. Cose da approfondire e analizzare ne abbiamo un’infinità, a partire dal fatto che il mondo, dopo, non solo non potrà più essere uguale a prima, ma soprattutto non dovrà più esserlo. Quel mondo finora dominato da un presunto e inarrestabile progresso mostra i suoi giorni: è la Terra stessa che ci fa capire come non sia più possibile continuare così. Troppe ingiustizie, troppi sprechi, abbiamo sfruttato, inquinato e disprezzato ogni forma di vita presente nel mondo; ci siamo comportati come esseri rapaci e ingordi, avidi ed egoisti, abbiamo agito come se il mondo stesso dovesse finire fra sei mesi o un anno, invece dovremmo lasciarlo a chi verrà dopo di noi, possibilmente in condizioni tali per cui ci si possa ancora vivere. Forse dalla meditazione di queste giornate in apparenza vuote nascerà la voglia di cambiare e di rinascere. Anche la Pasqua è preceduta dalla meditazione, dal dolore e dalla morte, poi viene la Resurrezione. Questo è il nostro augurio e la nostra speranza.
Buona Pasqua a tutti!
(Biblioteca civica di Rotzo)
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