domenica 19 aprile 2020

Tempo di coronavirus

Questo tempo del “coronavirus” ci ha tolto tanto della nostra vita: quello che era per noi quotidianità, in un attimo è diventato quasi irreale e poi lentamente ci siamo abituati… Non ci siamo più mossi con l’auto se non per motivi importanti, non abbiamo abbracciato i nostri figli e nipoti, non abbiamo visitato i nostri genitori nelle case di riposo, non ci siamo ritrovati con gli amici, non abbiamo partecipato a celebrazioni liturgiche, non abbiamo potuto recarci da estetiste e parrucchieri e quanto altro, tanto!
La nostra vita è cambiata, le abitudini si sono modificate; forse abbiamo pregato di più, abbiamo vissuto e stiamo vivendo in modo diverso. Non poter vedere i nostri cari è senza dubbio la mancanza più grande: la tecnologia ci è venuta in aiuto con le videochiamate che rimangono un contatto importante che ci tiene uniti. Nella casa di riposo dove soggiorna la mia mamma, oltre alle videochiamate settimanali su prenotazione, è stato attivato un progetto “C’è posta per te”, dove si può scrivere una lettera ai propri famigliari che viene letta dall’animatrice e poi lasciata nella camera dove riposano. Io le ho scritto varie volte, raccontandole le cose che vivo ogni giorno e mi è stato detto che ha prestato molta attenzione ed è stata contenta. Pensando a queste lettere, sono tornata indietro nel tempo e ho pensato a quando mia mamma e mio papà erano fidanzati e si vedevano poco, ma si scrivevano molto: così si raccontavano e si tenevano in contatto. La stessa cosa è accaduta con mio suocero e mia suocera: in quegli anni, l’unico modo per sapere qualcosa l’uno dell’altra, era scriversi. Ho così tirato fuori quei contenitori, che io chiamo “ La scatola dei ricordi” e mi sono messa a leggere qualche lettera, qualche biglietto… In punta di piedi, mi sono immersa in un tempo passato, trovando parole di speranza, di tanto rispetto, di amore, di preoccupazione, di sogni del futuro… Quanti fogli e cartoline, ricamati con parole dolci, con apprensioni e timori, con gioia ed entusiasmo; ogni scritto termina con la frase: -Attendo con ansia tue nuove-. Allora ho pensato ai tanti mesi in cui, nel secolo passato, si stava lontani dai genitori, dalle fidanzate, dalle mogli e dai figli, con poche notizie e tanta speranza di rivedere i propri cari. Pensando ai miei genitori e ai miei suoceri, la situazione attuale nel senso delle comunicazioni, è senza dubbio notevolmente diversa e leggendo quei biglietti mi sono vergognata, perché mi lamento del fatto che mi mancano gli abbracci dei miei figli e dei miei nipoti… Ci si può vedere in videochiamata, ci si sente al telefono, ci si scrive qualche messaggio e se ci si scrive tramite e-mail, la lettera arriva subito!
Quanta gioia avranno provato, quando si sono visti dopo tanto tempo, i nostri avi! Loro, i volti se li immaginavano e sognavano… Noi abbiamo la fortuna di vederci, ma la gioia di quando tutto sarà passato, sarà grande, immensa anche per noi…
Lucia Marangoni Damari







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