Pubblichiamo ben volentieri il ricordo che Ampelio ci propone di suo Padre e di suo Fratello, soldati d'Italia.
Auspichiamo che altri prendano spunto per commemorare ed onorare, nel centenario della Prima Guerra Mondiale, i ricordi della nostra gente che quelle vicende le visse sulla propria pelle, spesso nel silenzio e nella rassegnazione di partecipare a fatti più grandi di loro, ma dei quali portarono il peso maggiore. (NdR)
ANTONIO PESAVENTO (detto il Tones) compiva 18 anni proprio quel giorno.
Fu chiamato alle armi e mandato sul teatro di guerra dell'Ortigara il 26/10/1916, inquadrato nel 6° Rgt. Alpini, Btg. Bassano, reparto mitraglieri.
Venne fatto prigioniero il 13/12/17 e condotto alle Vezzene, dove trovò i suoi amici, militanti in campo avverso perché allora divisi dal confine. Infatti Antonio, per la sua attività di commerciante di legname, conosceva tutti lungo la Valle e sugli Altipiani.
Spinto dalla fame tentò perfino di catturare una pantegana, ma non vi riuscì e si mise a piangere. Chiese di rimanere prigioniero lì con loro, ma gli fu negato e venne inviato in Ungheria, dove lavorò presso una fattoria.
Qui conquistò subito la fiducia del proprietario, che lo invitò a rimanere lì e sposare la loro domestica. Ma troppo forte era il richiamo della sua Valle e a fine guerra, fu rimpatriato il 25/11/18 a Foggia e congedato il 15/04/20 tornando finalmente a casa.
Auspichiamo che altri prendano spunto per commemorare ed onorare, nel centenario della Prima Guerra Mondiale, i ricordi della nostra gente che quelle vicende le visse sulla propria pelle, spesso nel silenzio e nella rassegnazione di partecipare a fatti più grandi di loro, ma dei quali portarono il peso maggiore. (NdR)
Era il 24 maggio 1915 quando il primo
colpo di cannone sparato dal forte Verena diede inizio all'entrata in
guerra della nostra Italia.
ANTONIO PESAVENTO (detto il Tones) compiva 18 anni proprio quel giorno.
Fu chiamato alle armi e mandato sul teatro di guerra dell'Ortigara il 26/10/1916, inquadrato nel 6° Rgt. Alpini, Btg. Bassano, reparto mitraglieri.
Venne fatto prigioniero il 13/12/17 e condotto alle Vezzene, dove trovò i suoi amici, militanti in campo avverso perché allora divisi dal confine. Infatti Antonio, per la sua attività di commerciante di legname, conosceva tutti lungo la Valle e sugli Altipiani.
Chiese da
mangiare, ma la risposta fu: "Neanche le lacrime degli occhi,
solo tabacco".
Spinto dalla fame tentò perfino di catturare una pantegana, ma non vi riuscì e si mise a piangere. Chiese di rimanere prigioniero lì con loro, ma gli fu negato e venne inviato in Ungheria, dove lavorò presso una fattoria.
Qui conquistò subito la fiducia del proprietario, che lo invitò a rimanere lì e sposare la loro domestica. Ma troppo forte era il richiamo della sua Valle e a fine guerra, fu rimpatriato il 25/11/18 a Foggia e congedato il 15/04/20 tornando finalmente a casa.
Arrivato a casa, dopo aver tribolato tanto, vide il lavoro della sua famiglia stravolto da imbrogli. Sposatosi con Lorenzi Maria (Bastiana) e rilevata l'Osteria Alle Alpi, rimanevano i debiti. Fu così che fece domanda del passaporto e il 19 luglio 1923, s'imbarcò per l'Argentina.
Quando partì, il Tones lasciò a casa, oltre alla moglie, un figlio. Questo figlio, vent'anni dopo, troverà la sua fine sulle rive del Don nella Campagna di Russia.
Sono sicuro che nell'ultimo assalto, da dove non fece più ritorno con i vivi, né fu ritrovato tra i morti, quel ragazzo sulle rive di quel fiume ripensò per un momento al suo Astico, dove andava a prendere con rabio e cunela i marsoni, assieme a suo padre.
Quel valoroso militare si chiamava Ampelio Pesavento.
Grazie Ampelio per questo ricordo.
RispondiEliminaPermettimi di ricordare tuo Papà in maniera decisamente più "frivola"...
Ora comprendo anche l'origine del nome TONES, penso dovuto al fatto che è stato in Argentina. Devi sapere che da piccoli io e mio fratello di 100 erbe ne mangiavamo una e il tuo Papà veniva menzionato da mia Mamma un giorno sì e l'altro pure perchè alle nostre quotidiane lamentele lei puntualmente ci rispondeva: "ste tenti Tusi... se ve còmoda bona e senò, no fé altro che nare dal Tones! (bastava girare l'angolo)...
Sarebbe interessante se anche altri come Ampelio raccontassero qualcosa di un loro familiare. Se altro non si può fare, almeno rendiamogli memoria così. Bravo Ampelio. Storie sconosciute ai più, ma parlarne giova.
RispondiEliminaGiustissimo rendere memoria ai nostri avi che hanno donato alla patria i loro anni migliori se non addirittura la loro giovane vita.Tra questi desidero ricordare mio nonno DALLA VIA GIOVANNI " LUCON" nato 13-6-1893 morto 25-9-1970 .Gli furono conferite le medaglie commemorative che tuttora conservo con molto rispetto ,e fu nominato CAVALIERE DI VITTORIO VENETO.Non parlava mai della sua triste esperienza in guerra e quando gli chiedevo innocentemente "nono ma ghetu spara' a qualcheduno????" LUI diventava cupo in volto e mi rispondeva"no no mi a go' sempre tira' par aria".Questo e' il ricordo che porto nel cuore del mio CARO NONNETTO.
EliminaToh, chi che se vede, quel birbante del Tones. Qualchevolta a son nà lìve a magnàr le tripe. Ciò, ghe xela ancor la corte del boce su par quel strodo?
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