Conoscere, studiare,
capire, ricordare…. Un libro che parla della guerra vissuta dal
popolo.
Per
ricordare, commemorare, non dimenticare la Prima Guerra Mondiale,
molti sono stati le occasioni che ci hanno permesso di fare un salto
di 100 anni ed entrare, in punta di piedi, in un passato non molto
lontano, ma tanto diverso per la vita che le popolazioni Vicentine
hanno vissuto. Interessante è stata la serata del 6 marzo 2015,
organizzata dall’amministrazione comunale e svoltasi presso l’ex
asilo di Forni, che ha dato voce alla ricerca fatta dagli studenti
di una classe dell’IST. “G. CHILESOTTI” di Thiene.
L’intenzione
iniziale era di fare un semplice approfondimento storico vicentino: i
ragazzi hanno scelto di fare la loro ricerca sul profugato. Il
materiale raccolto tramite famiglie, amici, archivi, internet,
testimonianze e foto, ha raggiunto 140 pagine e così è nata l’idea
di scrivere un libro. La classe 4°E, con il supporto delle
professoresse Calgaro Raffaella, Carli Lucia, il coinvolgimento di
altre classi, e l’aiuto di vari Enti, è stato messo insieme il
materiale necessario, raccogliendo anche fondi in internet per
pubblicare la prima stampa del libro” PROFUGHI: STORIE VICENTINE
DELLA GRANDE GUERRA.
Questo testo racconta di fatti mai nominati nei
libri di storia, parla della guerra dell’uomo (non del soldato),
che ha vissuto sulla propria pelle la guerra, dovendo abbandonare
tutto per andare verso terre lontane e sconosciute. Una guerra che ha
lasciato una ferita incancellabile, una storia, non di bombe o di
fucili, ma di grande povertà e disagio. Quasi 100 mila persone sono
dovute scappare, ma non sono state citate nei libri di scuola, eppure
anche loro hanno vissuto una situazione difficile, imposta dal
conflitto bellico.
Durante la serata, oltre alle varie spiegazioni
sul libro, sono state proiettate delle immagini e alcuni ragazzi
dell’istituto, hanno letto brani tratti dal testo presentato. Al
termine della serata, insegnanti e ragazzi, hanno risposto alle
domande che il pubblico, ha loro posto.
I ragazzi hanno raccontato di
un’esperienza importante che hanno potuto fare grazie a questo
libro; per loro è stato un modo per mettere per iscritto quello che
ascoltando tramite i ricordi che alcuni intervistati, ancora viventi,
hanno raccontato.
Il loro lavoro è stato molto apprezzato, tanto da
dover fare una ristampa: questa è sicuramente un’enorme
soddisfazione per tutti. E’ stata una serata interessante che
sicuramente avrebbe potuto avere un pubblico più numeroso, se la
pubblicità fosse stata migliore e più vasta. Non colpevolizzo
nessuna delle parti, mi sento solo di dire che appuntamenti di questo
genere, meritano una più vasta partecipazione, proprio per
l’argomento che viene trattato. Quando si parla di zone vicino al
nostro territorio o addirittura dei nostri paesi, credo che ci
sentiamo più coinvolti; il primo conflitto mondiale che ha così
duramente colpito i nostri paesi, merita di essere ricordato non solo
per il centenario, ma deve restare un pezzo di storia, sia pure
terribile, ma storia vera da far conoscere alle generazioni future.
Lucia
Marangoni
Secondo mi, il profugato della nostra valle non c'è stato, e nemmeno l'emigrazione.
RispondiEliminaE quela sera ai Furni ghe ne jera massa! Tute invensiòn foreste, che su ste robe
i vole far schei... o farse beli!
Studia, informati, fai qualcosa !!!! Lucia
RispondiEliminanaltra che capisse!
EliminaPistola,non so chi sei, poichè ti nascondi da uomo coraggio dietro l'anonimato! ne di che paese sei!!!
RispondiEliminaPenso solo che una persona civile prima di esprimere certe asserzioni,debba esserne sicura!!!!
Mio padre e mia madre qualche giorno dopo la dichiarazione della guerra del 1915,dovette
abbandonare casa,campi e bestie e rifugiarsi a Lerino con cinque figli piccoli. E qui vi nacquero
altri due,che potrebbero testimoniare lo stato di precarietà,di miseria e di fame in cui vissero per
cinque lunghi anni,per poi ritornare e dover vivere nelle caneve,perchè la casa era stata distrutta,
i campi devastati e le stalle vuote.L'emigrazione??? La parrocchia di San Pietro nel 1920 contava
duemila anime.........Il Maule scrisse una volta che attualmente il paese fa si e no settecento persone
che vi dimorano giornalmente......
Lino, hai preso il solito granchio. Per come la interpreto io, è un'ironia dura, dura per provocare, ma sotto c'è sicuramente tanta indignazione proprio per come si sta trattando l'argomento da chi lo dovrebbe trattare di petto. Forse mi sbaglio, pistoladunpistola confermerà o smentirà.
EliminaEsattamente... come dire: una antifrasi... vero Don?
EliminaMah troppo facile scrivere in modo ambiguo per poi dire a Lino che con passione e correttezza puntualizza che ha preso un granchio. La parola, sopratutto quando è scritta, ha un solo e unico significato tutto il resto è fuffa. Grazie Lino per la tua sempre preziosa e commovente testimonianza.
EliminaAndrea
Vorrei proprio,Anonymous,essere il solito sempliciotto che prende lucciole per lanterne!!!!!
RispondiEliminaPosso assicurarti pero' che quelle idee profuse con tanta enfasi,con ironia dici tu, sono molto
ma molto diffuse anche nel nostro paese. Dimmi solo che cosa è previsto per commemorare
la guerra del 1915 -'18, anzi per il nostro paese, 1920 ?????Guarda che fine sta facendo la Festa
dell'Emigrante!! Eravamo piu' di mille cinquecento,veri emigranti alla prima festa ad Arsiero.
La festa era stata istituita per dimostrare la riconoscenza, dei vari comuni interessati, agli emigranti
che per oltre un secolo avevano fatto vivere il veneto. Era stata istituita per onorare specialmente
i piu' poveri. Il pranzo era gratis!!! DICIASETTE euro per gli emigranti a Sanpiero il mese di luglio scorso,probabilmente -gratis-per quelli della"fascia" o in divisa. E a quello che mi hanno detto,costoro,
erano molto piu' numerosi.
E perche' alla prima decade di luglio invece che nel mese di Agosto come le prime volte??
Ed il parco,lo vedremo un giorno??? La parola memoria,riconoscenza non è piu' di casa in questi
paesi!!!!!!!!
Scusa Lino, ma Pistola sta dicendo e si sta scandalizzando come te... pare impossibile che gente matura come te e come Andrea non afferrino l'antifrasi!
EliminaMa caro Pistola io non sono così intelligente, quando leggo quanto scritto nel primo commento la penso come il Lino. Poi sono sommamente felice di dovermi ricredere purtroppo però il Lino ha di nuovo ragione quando dice che molti, troppi hanno rinunciato alla Memoria. Sono comunque felice che lei invece coltivi ancora rispetto per la sofferenza dei nostri vecchi. Però lasci stare l'antifrasi il mio maestro Stern ad uno scrittore diventato famoso disse un giorno "te ga scrito epistassi; sangue da nas, se dis sangue da nas!" cordialmente Andrea
EliminaL'ho capì, Andrea. Ma ti sè che bion pestare, se si vuole attirare l' attenzione!
EliminaCiao