La riflessologia plantare
ha un’origine antichissima (si parla del 5000 a.C.), sembra fosse
praticata anche dagli Incas e dai Maya, è citata nel Nei Jing, il più
antico trattato di medicina cinese, da alcune illustrazioni tombali si è
dedotto che fosse conosciuta anche in Egitto e sicuramente già a
partire dal 1000 a.C. era praticata in India, in Kerala è ancora molto
usata e rinomata.
Si tratta di una forma di massaggio
zonale e si basa su un principio riconducibile a quello dell’agopuntura:
ad ogni zona del piede corrisponde un organo del nostro corpo, tanto
che in India è usata anche per curare i parassiti che attaccano
l’apparato gastrointestinale.
Il piede è una parte del nostro corpo
spesso trascurata ma deve invece essere rivalutata perchè il massaggio
dei piedi può prevenire e curare molti disturbi.
Ricompare durante i secoli in diversi
scritti e trattati, se ne hanno tracce nel 1500 e poi alla fine
dell’800, finché nei primi anni del 1900 iniziò a catturare,
ufficialmente, l’attenzione dei medici europei, in particolare in
Austria e Germania.
Per capire in modo sintetico in cosa
consiste la riflessologia plantare ecco la mappa plantare: i due piedi
corrispondono alle due metà del corpo, le dita sono collegate alla testa
e così via come nell’immagine qui sotto.
Ogni funzione del corpo ed ogni sua
parte corrispondono ad un punto del piede, le zone dei piedi coinvolte
sono pianta, bordi e dorso, che se stimolato va ad agire sulla zona
interessata e corrispondente. Le zone più soggette a dolore acuto come
denti e orecchie rispondono molto bene, lo stesso vale per l’apparato
urogenitale, e l’apparato digerente, più difficili da stimolare sono
invece gli organi compatti come il fegato. I punti del piede soggetti a
digito-pressione, se stimolati correttamente, possono aiutare a sbloccare tensioni ed alleviare il dolore,
come ad esempio nel caso di dolori mestruali e mal di testa, inoltre la
pressione nelle aree corrette del piede favorisce l’eliminazione delle
tossine accumulate nell’organismo.
La riflessologia plantare su
stimolazione nervosa, si basa sul principio che attraverso questo tipo
di stimolazione sia possibile sollecitare le parti del corpo infiammate,
doloranti, soggette a stress o lesionate.
Ci sono varie tecniche di “massaggio”: strisciamento, rotazione, frizione spinale, gancio;
ognuna è usata e consigliata in base alla patologia, ad esempio la
frizione spinale, che agisce in particolare sul bordo del piede, serve
principalmente ad agire sulla colonna vertebrale.
Così come molte altre discipline antiche
di guarigione, a mio parere a riprova della sua/loro serietà, ha le sue
controindicazioni: è sconsigliata durante i primi tre mesi di
gravidanza, in caos di ferite o lesioni ai piedi, negli anziani e in
chiunque abbia problemi di osteoporosi e/o fragilità ossea.
Un filo d’oro che guida la maggior parte
delle antiche tecniche di guarigione e benessere è l’idea che il corpo
debba essere mantenuto sano, in condizioni ottimali, utilizzando tutte
le tecniche possibili per abbassare i livelli di stress, in modo che
possa poi essere forte e reagire il più possibile agli attacchi esterni
ed interni (come lo stress) che comportano alterazioni psicofisiche e
malattie.
L’idea che il benessere sia inseparabile
compagno dell’armonia ed acerrimo nemico dello stress è una convinzione
tanto antica quanto moderna e, per quanto possibile, a dispetto di
questi tempi veloci e frenetici dovremmo cercare di ricavarci sempre uno
spazio per la cura ed il rispetto del nostro corpo, “tempio del Sé”.
Eticamente
Vutu che sia parquelo lora, che stiàni co le sgalmare dure e le pesse da pìe che le te masajava sempre intel stesso posto i gera tuti stimolà nel'aparato digerente.
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