Contra' BASSO

Contra' BASSO -Valdastico
Nelle mappe del 1839, questa zona rivierasca dell'Astico attraversata dalla strada Cavallara, era priva di insediamenti e coltivata. Proprietari dei fondi erano prevalentemente le famiglie Lorenzi e vi esisteva da tempo una sola costruzione rurale (non accatastata: mapp. n. 1699), di proprietà dei Fontana

La piccola contra' di Basso  iniziò quindi a formarsi soltanto dal 1884, quando fu avviata la segheria alla veneziana dei Toldo Rodolfi. Non è chiaro se i Rodolfi abbiano inizialmente condotto in proprio la segheria oppure subito affidata ai Lorenzi Baratieri, che erano proprietari dell'area su cui sorse la prima abitazione:

Mappa catastale Contra' Basso (1884)
Situazione nel 1884*

Mappale n. 5671sega da legname.
Mappale n. 5672, casa.
Mappale n. 5673magazzino. 

Nel 1840 invece:

Mappale n. 1160, zappativo: Cerato Bartolomeo fu Pietro
Mappale n. 1161, zappativo: Lorenzi Pietro fu Francesco
Mappale n. 1662, zerbo (incolto): Toldo Mario, Nicolò, Antonio; Natale e Felice fratelli fu Antonio e Toldo Giovanni Battista e Antonio fratelli fu Innocente, pupilli in tutela di Fondase Maria loro madre, zii e nipoti.
Mappale n. 1163, zappativo: Lorenzi Giuseppe, Maria, Angiola e Marianna fratelli e sorelle fu Lorenzo pupilli in tutela di Lorenzi Giuseppe.
Mappa catastale Contra' Basso (1832)
Mappale n. 1698, zappativo: Lorenzi Lorenzo e Maddalena fratello e sorella fu Domenico e Lorenzi Domenico, Francesco, Maria e Francesca fratelli e sorelle fu Luigi e Lorenzi Lucia fu Francesco pupilli in tutela di Lorenzi Lorenzo, zii e nipoti.
Mappale n. 1699arativo in piano: Fontana Giovanni fu Giovanni Battista.
Mappale n. 1820, zappativo: Lorenzi Giuseppe e Margherita fratello e sorella fu Sebastiano.
Mappale n. 1821zappativoLorenzi Oliva fu Gerardo vedova Lorenzi e Lorenzi Marianna fu Giovanni Battista maritata Pretto.
Mappale n. 1822, sasso nudo: Comune di Rotzo.
Mappale n. 4312zerbo (incolto): Fontana Orsola fu Gerardo maritata Lorenzi.


La nostra Valle godeva delle ricche risorse boschive delle adiacenti montagne che davano lavoro a molti boscaioli. Era questa l'attività prevalente dei nostri, accanto all'agricoltura di sussistenza, all'allevamento e all'emigrazione stagionale. 
Può così stupire che qui si siano sviluppate segherie soltanto dopo la metà del milleottocento. Prima di allora il legname in tronchi veniva trasportato a valle con le menàde per ruscellamento lungo alvei vallivi o artificiali e quindi fluitato lungo l'Astico sfruttando l'ingrossamento primaverile dovuto allo scioglimento della neve in quota.
Le segherie erano perciò situate principalmente lungo il corso del torrente nell'alta pianura,  specie in quel di Montecchio Precalcino, dove l'Astico finiva il suo percorso andandosi a confondere con le risorgive della zona che alimentavano il Tèsina.
Era questa un'area più prossima alle città e ai cantieri di utilizzo del legname trasformato. Non c'era infatti da noi un consumo di prodotti tale da sostenere questo tipo di industrie; le travi da costruzione e riparazione delle abitazioni erano squadrate ad ascia e al consumo di tavolame bastava la segheria consortile che esisteva fin dal 1617 in fondo alla Pontara (Cerati Nord), condotta dai Sartori.


Il maggior ostacolo che impediva la commercializzazione dei semilavorati e una conveniente economia di scala era però il sistema viario locale.
Soltanto nel 1880 si dette infatti inizio alla costruzione della moderna strada provinciale che univa Arsiero a Lastebasse (SP 350) e che poteva dirsi idonea al traffico dei carriaggi e quindi al trasporto massivo di merci. Presidente del consorzio di comuni per la costruzione della nuova arteria fu Giovanni Toldo Rodolfi, sindaco di Rotzo, che a strada completata edificò appunto la segheria di Basso.
Il migliorare delle condizioni sociali e della viabilità verso la pianura e la montagna, con la coeva costruzione anche delle strade della Costa del Vento e del Piovàn, sviluppò l'economia locale, creando nuove occupazioni, quali: carrettieri, osti, segatori, cavatori, muratori, falegnami e commercianti.
Contra' Basso - Valdastico

Con la costruzione della segheria idraulica, l'apertura dell'osteria e della passerella verso la provinciale, questa località marginale divenne presto uno scalo viario importante per il commercio del legname e la sosta dei carrettieri.


Segheria dei Lorenzi Baratieri
I primi proprietari della segheria furono quindi i Toldo Rodolfi, ai quali subentrarono i Lorenzi Baratieri. Questi ultimi in seguito ne costruirono un'altra, più grande e moderna, installata poco più a sud, all'inizio delle Forme (Alfiéri), che fu attiva fino al 1960.  Quindi ai Baratieri si sostituirono, prima come lavoranti e poi come proprietari, i Basso, dai quali la nuova contra' prese nome, sviluppo e vigore, grazie alla laboriosità e alla prolificità delle famiglie dei due fratelli di questa schiatta.


Contra' Basso. famiglia Basso 1925
Il capostipite dei Basso proveniva da Arzignano e si era accasato in valle già dal 1869, lavorando in un primo tempo presso la segheria che gli Slaviero Fodàti gestivano al Soglio, sulla riva opposta dell'Astico. Questa attività però venne seriamente compromessa dalla una piena del torrente che causò la perdita di una ingente partita di legname in fluitazione e costrinse i proprietari a chiuderla.
L'osteria di Basso (localmente: "da Basso"), attrezzata anche di corte delle bocce, divenne ben presto un popolare e frequentato luogo di ritrovo anche per i paesani e i giovanotti, complice forse il luogo appartato, l'ospitalità della contra', le numerose figlie di quelle famiglie e magari anche la salutare passeggiata verso casa che permetteva di riprendere sani connotati dopo qualche goto di troppo. L'ultimo oste fu Bassano Basso, già gestore dell'Albergo alla Vittoria, in piazza.

Segheria idraulica alla veneziana
La segheria di Basso funzionò sempre con l'acqua dell'Astico, fino alla sua chiusura, nel 1970. Non venne mai convertita ad elettricità e mantenne fino alla fine la sua antica impronta. Ero bambino quando la visitavo col mio Papà e mi ricordo ancora il profumo di resina, il movimento lento, cadenzato  e arcano dei suoi leverismi in legno consunto, che trasmettevano alla lama la forza del fiume. La sorvegliava Settimo Basso, che portava sulla spalla una gazza ammaestrata che lo obbediva a comando e catalizzava la mia curiosità. 
Quando quella ruota si fermò per sempre, segnò la fine del nostro piccolo mondo antico e l'inizio dei tempi moderni.

Oggi il nucleo originario della contra' è abbandonato, ma alcune case sono state ristrutturate e tuttora abitate dalle famiglie di Vittorio e Dario Basso. Certo, non c'è più la vivacità e il traffico d'un tempo, ma il luogo conserva ancora una sua placida suggestione. In sottofondo c'è il mormorìo dell'Astico, lì a ricordarci che comunque la vita continua: fin che l'acqua scorrerà!


Gianni Spagnolo
IV-MMXV

 Bibliografia, annotazioni, avvertenze e diritti:
  • San Pietro Valdastico  - Storia del paese - Don Giovanni Toldo - 1936;
  • Valdastico Ieri e Oggi - Mons. Antonio Toldo - Ed. La Galaverna - 1984;
  • I documenti catastali qui riportati sono estratti dagli originali  conservati presso l'Archivio di Stato di Bassano del Grappa -  Catasto Napoleonico ed Austriaco del comune censuario di Rotzo - Mappa d'Avviso;  Mappa I; IV e Libri partite  e riportano in filigrana il marchio d'origine. Sono concessi ad uso esclusivo di questa pubblicazione con  prot. n. 01  del 04/02/2015 dal Mistero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sez. d'Archivio di Stato Bassano del Grappa.
  • E fatto divieto di riproduzione e ulteriore divulgazione in qualsiasi forma e modalità.

Commenti

  1. Pensavo che Basso fosse di origine più antica. Si sa quando è stato costruito il ponte?

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  2. Gianni, hai forse il catasto dell'altra parte dell'Astico anche, dove vediamo, sul piano, buttarsi la Valpegara ? (la parte che corrisponde a miei terreni e casa)
    Come sarebbe stata bella, ristrutturata, la vecchia segheria alla veneziana ! Un pezzo da museo...

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  3. Il materiale c'è e non aspetta altro che di venir utilizzato. Se mi prometti che t'impegni a fare la scheda di Valpegara, te lo passo. Ah,.... Dimenticavo: dicasi lo stesso per Agos riguardo al Monte (Luconi)......

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    1. CARO GIANNI ti ringrazio dell'attenzione;ma non so se la mia conoscenza della storia di LUCONI potra essere sufficiente .IO sono andato via nel 62 all'eta di 7 anni ; comunque a giugno saro' in VALLE e penso che potremmo trovarci (magari davanti a una pizza) in compagnia di mio cugino FAUSTO che si e' messo a disposizione e al momento rappresenta l'unica memoria storica dei LUCONI. Se poi ti serve qualche notizia prima so che CARLA ogni tanto lo trova (da GASTONE) e in ogni caso puo' rintracciarlo a casa sua o dai pensionati.Ciao GIANNI ti ringrazio di tutto quello che stai facendo x la VALLE

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  4. El ponte i lo ga fato su pai valpegaroises, cussita i podéa nar lìve a cichetare in pace. Par toranare invesse i passava par soto, cussita i se rinfrescava le idee.

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