martedì 21 maggio 2013

Totò


Un nostro caro Lettore degli United States, ci fa pervenire questo scritto, con relative foto, che conserva da anni nel suo cassetto dei ricordi...
Mi scrive: Carla, mi sembra che sia più che mai attuale, perchè non lo pubblichi? Mi spiace per quella "parolina volgarotta", ma forse è meglio che la lasci, così rende meglio l'idea...




50 anni fa usciva il film 

“Gli onorevoli”..., 

ma Grillo non c’era ancora...



    Era il 1963, quando uscì il film:
“Gli onorevoli”. 
Un film di Sergio Corbucci dove l’immenso Totò recitava la parte di Antonio La Trippa, un portiere di condominio che decide di entrare in politica. Un film questo che sembra il frutto di immense doti di preveggenza di Totò e del suo regista. Rivedendo i dialoghi come si fa a non sentirsi immersi in quello che la politica ci ha riservato negli ultimi vent’anni? 
Ricordate il comizio introdotto dagli onorevoli sul palco?





   “Cittadini di Roccasecca, non starò qui a farvi gli elogi del nostro candidato Antonio La Trippa perché tutti lo conoscete e ne apprezzate da sempre l’onestà, la rettitudine, l’amore di patria. Vi dico solo: Ascoltatelo! Dalla sua bocca uscirà la pura e santa verità!” 
   E qui emerge la grandezza di Totò che poteva nel 1963 permettersi di dire cose che in una società in bianco e nero erano allora vietate alla maggioranza dei cittadini italiani.

   “Concittadini, amici, fratelli, paesani, compaesani italiani al di qua e al di là del mare, vicini e lontani. Chi vi parla è Antonio La Trippa. 
In questo momento cruciale per la vita del nostro paese bisogna separare il bene dal male, il vero dal falso. Se io vi dicessi che una volta eletto mi batterei per Roccasecca nostro amato paese, farei costruire scuole, strade, acquedotti, case... voi mi credereste?


E se io vi dicessi che questi signori sono persone onorevoli, degne di pregiarsi di questo appellativo parlamentare e che adopereranno i vostri voti per il bene del paese voi mi credereste? 

E allora sapete che cosa vi dico? Che siete degli ingenui, dei fessacchiotti, dei deficienti, degli incoscienti. 
Perché io una volta eletto per Roccasecca non potrò fare un cacchio. 
Dico cacchio!!! Perché questi signori appena saranno eletti poseranno i loro sporchi deretani sugli scranni della Camera e penseranno soltanto ai lori sporchi affari. 
E vi faranno fessi, perché sono papponi”. 

7 commenti:

  1. Questa è preveggenza allo stato puro!
    Grande e simpaticissimo Totò! I grandi rimangono grandi nel tempo!

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  2. Quante risate!! Non sapevamo che invece era una cosa seria!!!
    E se lo rivediamo, ancora ridiamo! Perché siamo portati a ridere dei nostri difetti... nostri?? proprio nostri???
    Ah! Antonio La Trippa!

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    1. I nostri Veci i disea: Bertoldo schersando el se confessa

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  3. "l'humour est la politesse du désespoir" diceva Boris Vian, figura mitica della letteratura francese (1920-1959)
    L'umorismo è la creanza della disperazione...

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  4. Mi credo che nel'aldelà (?!) el Principe De Curtis nol ghesse pì lagrime a furia de spansarse dalle ridàde.Fursi el pensarà: a ve ghevo avisà! Omo avisato medo salvato!
    No so se siagiusto el deto che a gavémo i politici ca se meritémo.

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  5. Non sono i politici responsabili di cio' che fanno,sono gli italiani che gli votano. Loro
    hanno perso il senso del Bene e del Male.L'Evasione piu' grande del mondo....sono gli italiani,la Mala Giustizia...sono gli italiani. La Mafia che controlla tutto e di piu'...
    sono gli italiani.I quaratamila euro di debito chi li ha?:ogni italiano,appena nato.
    E chi vota colui che promette l'abolizione delle tasse,come se gli euro per pagare i debiti
    cadessero dal cielo.??...sono gli italiani.E chi vota quei cento e cinquanta che vogliono
    cambiare l'Italia(magari fosse vero)e litigano diaria si, diaria no...sono gli italiani.
    C'è Stecchino...ma per fortuna c'è anche personaggi come Don Gallo........

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  6. Mmhh,...ma non è che gli italiani siamo noi?
    Mi torna in mente una citazione di K.E. Suckert, meglio conosciuto come Curzio Malaparte (è del 1921): "Quando un popolo individualista come il nostro perde la fiducia in sé stesso e nelle istituzioni che lo reggono, l'immoralità diventa una forma di viver civile e la mediocrità invade la cosa pubblica".
    Oggi tutti rivendicano i diritti, del dovere non c'è più traccia. Tuttavia non è il diritto che garantisce la società, bensì il dovere. E' il senso del dovere rettamente inteso che permette all'uomo di esercitare la propria individualità nell'interesse generale.

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