martedì 14 maggio 2013

In Australia non piove denaro




la testimonianza di Federico Pennese


  Vista dall’Italia, e soprattutto dai giovani, l’Australia è la terra delle opportunità. Quanto sia vero è tutto da “rivedere”, o meglio dipende da.....
  Da circa 4 anni si assiste ad un arrivo notevole di giovani e non solo dall’Italia, ma da molti Paesi dell’Europa e anche dagli Stati Uniti e Asia. La ragione è che con il “Working Visa” (visto vacanza – lavoro) i giovani possono rimanere un anno in Australia e abbinare vacanza e lavoro a piacere. E fino qui, tutto bene. Lavori se ne trovano, ma quali e a che prezzo? Federico Pennese, 28 anni, di Chieti (Abruzzo) vive questa realtà giorno dopo giorno.
  Quali studi hai? Mi sono laureato a 25 anni in Economia e Commercio all’università Gabriele D’Annunzio di Pescara. 
  Che lavori hai fatto? Ho vinto un concorso per un posto di analista finanziario per uno stage di 3 mesi alla Coca Cola a Milano, paga 300 euro al mese. Non ho ottenuto un posto fisso e sono passato al “Call Centre” della stessa compagnia. Non cambiava nulla. Allora ho iniziato a fare il “dialogatore”, con la pettorina, per le strade. Ho lavorato per una agenzia al servizio dell’UNICEF (si fermano le persone per le strade o nei centri commerciali, si compilano dei moduli, si danno informazioni ecc.). Guadagnavo anche bene, fino a 2.000 euro al mese, ma non esisteva uno stipendio fisso. Sono diventato responsabile di una agenzia di marketing, e di un progetto “Face to Face” della COOPI (Cooperazione Internazionale). In questo lavoro prendevo 1.100 euro al mese (7 giorni alla settimana, 10 ore al giorno). Nel giugno del 2012 mi sono sposato. Mia moglie guadagnava 900 euro al mese con un lavoro presso l’università Como – Varese.
   Qual è dunque il problema vero?  Il problema è che un lavoro fisso, un contratto a tempo indeterminato te li puoi scordare. Non puoi programmarti un futuro: famiglia, casa, carriera.
   E allora avete deciso di venire in Australia. Abbiamo lavorato duro (anche piccoli lavori extra di sera) per pagarci il viaggio ed avere una riserva di soldi (20.000 euro). Abbiamo studiato bene l’inglese e abbiamo pianificato tutto nei minimi particolari, anche perchè non coscevamo nessuno in Australia, non avevamo alcun aggancio di parentela o amicizia.
   Siete venuti preparati. Sì. Su internet vi è una “guida” per i giovani che vogliono venire in Australia. Sono indicate anche le zone dei raccolti stagionali di frutta e verdura. Siamo partiti puntando su Adelaide, nel South Australia, nel periodo della raccolta di agrumi (arance, mandarini). Siamo arrivati il 16 agosto 2012 (inverno in Australia). Abbiamo dovuto subito aprire un conto in banca ed iscriverci all’ufficio delle tasse. Qui, se lavori nelle campagne per un minimo di 88 giorni interi, hai diritto ad un secondo anno di “visto vacanza – lavoro”.   
  E voi avete resistito? Noi ce l’abbiamo fatta. Ma è stato difficile. In genere si alloggia in hostel della gioventù (il nostro era un caravan park). I proprietari di questi hostel ti trovano il lavoro ma ad una condizione, che tu rimani da loro e paghi 300 dollari di affitto alla settimana (circa 250 euro). Hanno un accordo sottobanco con le aziende agricole. Sei pagato a cottimo, a “cassone”, e dopo un lavoro estenuante, se sei veloce, forse riesci a prendere circa 80 o 90 dollari al giorno (60 euro). Gli hostel sono sporchi e malandati, il mangiare è una schifezza.
    Allora ve ne siete andati. Da Adelaide siamo andati a Brisbane (1.600 km, come Roma – Parigi). Avevamo comprato una macchina di seconda mano (Hyundai) che è stata preziosa per gli spostameneti. Abbiamo accettato qualsiasi tipo di lavoro nei ristoranti o come “collettori” per le strade. Dopo due mesi abbiamo deciso di venire a Melbourne.
   E Melbourne cosa vi ha offerto? Ho fatto di tutto: cameriere, aiuto cucina, lavapiatti, collettore per strada, distribuzione di volantini nelle cassette della posta, consegna di giornali, pulizia di case e macchine, caricare e scaricare camion di giorno e di notte e altro.
   Quanto è importante conoscere l’inglese? E’ molto importante. Se non lo conosci abbastanza bene, sbatti la testa contro il muro. Non trovi lavoro e te ne ritorni in Italia.
   Adesso hai un lavoro fisso? Una ditta italiana ha aperto un ufficio di rappresentanza a Melbourne. E’ una ditta (Biolife Therapy System) che produce e vende un macchinario ad uso domestico per la magnetoterapia (per dolori reumatici, artrite ecc). Adesso mi hanno affidato il compito di organizzare, presso club, associazioni e circoli italiani, delle conferenze (minimo di 30 persone) per illustrare questo prodotto. Mi hanno detto che potrebbero sponsorizzarmi.
  E tua moglie? Fa la cameriera.
   Siete decisi a rimanere in Australia? Per adesso sì, stiamo facendo un’esperienza tutto sommato positiva. Ma l’incognita è sempre quella di avere la residenza permanente, e questo dipende solo dalla possibilità di avere uno sponsor, cioè una persona o ditta che si rende responsabile della tua situazione economica e che assicura che sei “necessario” per la loro attività.
   Mi sembra di sentire il racconto di un giovane emigrante di 60 anni fa. Qui non piove denaro. Te lo sudi, e resisti se hai la forza di cominciare dal basso, molto dal basso.


In attesa di uno sponsor

Questi 4 giovani italiani lavorano presso la Camera di Commercio Italiana di Melbourne per uno stage di 6 mesi (circa). Sono, da sinistra: Paola Colleoni di Bergamo, Andrea Piccin di Treviso, Cristina Greco di Reggio Calabria e Valentina Citarella Milano. Sono studenti universitari o laureati in Economia e Commercio Estero, Turismo e Sviluppo Locale, o altro. Il loro lavoro “non” è retribuito.  Entrate “zero”. Anche vitto e alloggio a proprie spese. Ma allora perchè vengono? O per un accordo bilaterale tra alcune università italiane e la Camera di Commercio, o per una esperienza di vita e di lavoro, o per migliorare l’inglese, ed infine  per aprire una finestra sul mondo e la speranza di trovare uno sponsor con una offerta... “che non puoi rifiutare”.

Germano Spagnolo


6 commenti:

  1. Bene hai fatto Germano a evidenziare quanto sia comunque difficile rimettersi in gioco in terra straniera; che il paese della cuccagna non esiste e che tutto il mondo è paese.
    In questi tempi qui sta girando troppo disinvoltamente il luogo comune di giovani che vogliono andare all'estero per trovare opportunità che in patria non hanno, come fosse facile! E come lo sa bene chi l'ha vissuto.

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  2. L'erba del vicino è sempre la più verde.

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  3. Grazie Germano per il servizio che ci hai regalato, come vediamo è dura in qualunque posto, come dice Gianni molti pensano che basti andare all'estero a lavorare per risolvere i propri problemi...

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  4. Se si è giovani e bravi,senza prospettive davanti in Italia, perchè non cercare lavoro
    all'estero!!!. Certo trovare un bel lavoro e ben remunerato non è facile in nessun paese del mondo.
    Pero'con un po' di volontà e di fortuna ed adattarsi a qualsiasi lavoro.........
    Per quanto grandi siano i sacrifici a cui si è sottoposti al giorno d'oggi,non saranno mai comparabili a quelli a cui andammo incontro noi poveri ...emigranti per obbligo......





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  5. E' vero, il paese della cuccagna non è mai esistito ne in Italia ne all'estero e quindi non è un mistero che il pane del padrone ha ed avrà sempre sette croste. Detto questo se si analizza cosa ti offre attualmente l'Italia in termini di lavoro e considerato che la luce in fondo al tunnel si vede e non si vede (io per il momento no,ma il candidato in cerca di voti la vede sempre!)consiglio a qualsiasi giovane di darsi da fare con umiltà, costanza e speranza ed in un mondo sempre più globalizzato guardare con curiosità cosa ti può offrire l'estero.Certamente quei ragazzi che lavorano non retribuiti in Australia alla fine non avranno le mani vuote, avranno perfezionato la lingua, avranno una rubrica di indirizzi più ricca, sapranno muoversi con più disinvoltura di uno che aspetta che piovano soldi proprio sull'uscio di casa propria.

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  6. è giusto comunque giocarsi tutte le carte che si hanno, tenendo sempre bene i piedi per terra, senza illusioni.

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