Una sera stavo leggendo il giornale, quando il mio sguardo fu attratto da una fotografia che mostrava un trenino di montagna. Era il luogo dove avevo lavorato parecchi anni addietro e sotto era scritto:
”Compie novant'anni
la Funicolare de St. Hilaire du Touvet”.
La mia mente tornò al giorno in cui un nuovo Direttore mi si
presentò davanti, giovane, vestito da cowboy: ”Vieni con me - mi disse - non
hai mai fatto il ferroviere? E’ il momento d’imparare”.
Salì in macchina e
partì come un razzo attraverso la città di Grenoble, poi incominciò a inerpicarsi sù per la
montagna. La strada stretta, tutta curve
e tornanti, era tutta sua, per fortuna
non era tanto frequentata! Si
fermò in un piazzale davanti all'unico
edificio esistente portante la
scritta: ”FUNICULAIRE”.
Salì in macchina e partì come un razzo attraverso la città di Grenoble, poi incominciò a inerpicarsi sù per la montagna. La strada stretta, tutta curve e tornanti, era tutta sua, per fortuna non era tanto frequentata! Si fermò in un piazzale davanti all'unico edificio esistente portante la scritta: ”FUNICULAIRE”.
Guardandomi attorno gli dissi: ”Ma io conosco molto
bene questo luogo, ci sono stato molte volte, sia con la famiglia sia con gli amici.”
Bisogna sapere che questa funicolare è una dei più antichi trenini adibita al trasporto di passeggeri con pendenze così importanti.
Nell'anno 1920 la Caisse des Forges et Ass.
Metallurgiques acquistò un vasto territorio sul "Plateau des
Petites Roches" per costruirvi dei sanatori. Allora la T.B.C. ossia
tubercolosi, imperversava in
tutta Europa. Il luogo era privo di strade e i sentieri all’inverno erano
spesso chiusi per la neve.
Avendo allora
tanti soldi a disposizione decisero di costruire una funicolare. Il posto per
la costruzione fu scelto lì per il letto di un piccolo torrente ed un
sentiero con pendio dolce che permettevano i lavori iniziali, in più passando per il torrente lei sarebbe arrivata giusto "aux
Gaudes" nel centro del paese a St. Hilaire, vicino alla chiesa ed al suo
unico hotel.
Inaugurata nel 1924 fu costruita per il trasporto dei materiali per la costruzione dei sanatori, per i passeggeri, per gli abitanti, ma anche per dar lavoro ai poveri montanari e contadini che vivevano nella miseria.
Lunga 1400 metri, in venti minuti, dalla stazione bassa di Monfort - 261 m. e a 15 minuti da Grenoble - porta alla stazione di St.Hilaire dove si trova la cabina di comando a quota 976 metri. La funicolare sale in mezzo alle rocce, la sua pendenza aumenta progressivamente fino all'83% (un record assoluto per un trenino passeggeri), nella galleria di centotrenta metri, la più inclinata del mondo.
Una ferrovia unica che si sdoppia a metà strada per permettere l’incrocio delle due carrozze, uniche, fabbricate per questa pendenza. Un motore di trenta cavalli fa funzionare un varicello che con un sistema elettrico, per mezzo di un cavo attaccato alle due estremità fa salire e scendere le carrozze. La salita, oltre alla galleria, presenta un insieme di altre opere come ponti, murature in sasso e sottopassaggi, ma sopratutto le carrozze sono state concepite per poter ammirare il panorama a mano a mano che ci si alza: la vallata del Gresivaudan, la catena delle Belledonne, la cascata di Crolles, lungo velo di acqua con più di cento metri di caduta. All’arrivo si può visitare la ”machinerie” ancora d’origine, l’area di partenza dei parapendii e volo libero, il mini golf, i sentieri, la via ferrrata.
Uno che vuole riempirsi gli occhi della bellezza della "Nostra Terra" deve fare un piccolo sforzo e recarsi "aux Petites Roches" sopra i sanatori. La vista è unica: le Alpi si presentano in tutta la loro bellezza. Lontano a sinistra il più grande, il più maestoso: il Monte Bianco con i suoi ghiacciai e tutta la catena delle Alpi con le sue cime e le sue valli; di fronte la Chaîne de Belledonne con la grande croce e la torre della televisione e più giù il Tabor, i laghi di Laffrey, Notre Dame de la Salette, l’Obiou, il monte Aiguille, il Vercors con le guglie simili alle dolomiti infine dietro a noi La Dent de Crolles, massiccio calcareo, celebre oltre che per la sua forma di dente molare, anche per la speleologia: le sue gallerie sotterranee furono per un lungo periodo le più profonde del mondo: a meno cinquecentododici metri. Oggi il record del mondo è di meno duemila metri! E per finire Les falaises des Petites Roches e le Plateau de la Chartreuse. Fu in questo ultimo altipiano, solcato da valli profonde, dirupi e precipizi che in un luogo denominato ”Le desert” a 1200 m. d'altezza ai piedi del “Grand Som”, San Bruno Landuino de Toscana ed altri cinque compagni fondarono il primo monastero dell’ordine dei certosini di clausura: ”La Grande Chartreuse”. Era l’anno 1180. All’inizio vivevano di allevamenti di ovini, legumi e cereali. Nel XIV secolo vissero delle miniere di ferro scoperte al colle de Bovinant. Espulsi parecchie volte, sempre vi ritornarono. A partire dal XIX secolo vissero del successo di un liquore: LA CHARTREUSE famosa nel mondo intero, prodotta dal monastero e la cui formula magica è conosciuta da "un solo" monaco. Alla sua morte la comunicherà ad “un solo” monaco sotto giuramento. Il lavoro non era per niente interessante: demolire gli zoccoli che fissavano i bulloni delle traverse che tenevano fisse le rotaie. “Ma questo non è un lavoro per me” - dissi - “E invece sì - rispose il Direttore - qui siamo in un sito protetto, lavoriamo con un Architetto des Beaux Arts e come vedi i pericoli sono in ogni luogo! Perciò ci vuole la massima vigilanza e serietà. Quando l’addetto comunale mi presentò il conducente della funicolare credevo ad una visione. Mi sembrava di vedere il “capéto” (Bepi Cagnéta).
Ero un po' dubitativo sulle sue capacità, invece fu imperiale. I comandi erano semplicissimi: due fili elettrici su dei pali collegavano le due stazioni Montfort sotto e St. Hilaire sopra. Con una semplice bacchetta in ferro si comunicava con il conducente chiuso nella sua cabina: Un solo colpo = discesa, una striscia lunga = rallentare, tre colpi = salita.
Con grande fortuna per tre stagioni tutto filò dritto malgrado il freddo, la neve ed il ghiaccio. Una persona mi disse un giorno: ”Sai Lino che anche nel piccolo cimitero di Saint Pancrasse, vi è la tomba di un personaggio della Valdastico?".
Per questo piccolo ed incantevole paesino adiacente a Saint- Hilaire passavamo tutti i giorni e delle volte ci fermavamo anche a bere.
In cima al suo campanile ha per parafulmine un “gallo”!
Lino Bonifaci
Eh sì, Lino. Alla costruzione del sanatorio di St Hilaire hanno lavorato parecchi dei nostri. Odette ci spiegherà. Anche lei li avrà visti questi luoghi incantevoli.
RispondiEliminaQuando ho aperto il blog oggi, mi sono chiesta se non mi ero sbagliata di blog o se stavo sognando, o forse era perchè avevo ballato troppe... milonghe : Lino evoca Il mio luogo di vita ! Lino ne sa più di me sul posto nel quale abito da 1976 (messi a parte 6 anni passati in Corsica) ! C’è uno di Valdastico al cimitero di St Pancrasse e non lo sapevo ! ! Almeno un fiore potevo portarglielo ! (chi è questa persona, Lino ?)
RispondiEliminaCosa potrei aggiungere che non è stato detto ?
Se la funicolare , costruita in 1920-1923 per l'edificazione dei sanatori, funziona sempre, i centri di cura sono abbandonati da poco. Qualche anno fà i malati venivano in convalescenza, anche dall’Italia.
Sanatori: http://sauver-cmc.fr/mapage3/index.html
Da ciò che mi raccontava mia madre, suo padre, Gio Batta Sartori Lello, avrebbe lavorato in questi centri, con altri emigranti italiani. Una vecchia signora, che possedeva un negozio di articoli vari a St Hilaire du Touvet in quell’ epoca, mi ha raccontato che gli emigranti italiani venivano ad acquistargli delle maglie o altri articoli per portarli ai loro figli o moglie quando il periodo di lavoro era finito. Non ho potuto ritrovare archivi o foto che avrebbero potuto corroborare queste tesi, la documentazione è abondante, invece, per i lavori della costruzione del sanatorio di Aincourt , vicino a Parigi, che i nostri chiamavano « La Bucaille » e per la quale Alago ha scrito un articolo molto bello e interessante su un blog francese.
Guardare la « Chaîne de Belledonne », al sole calante, e pensare che mio nonno materno avra visto il stesso panorama , 90 anni fà, a più di 600 km da dove era nato, ed a più di 700 km da dove sono nata io, è una cosa indescrivibile, un momento di eternità.
Grazie Lino .
Nel nord Europa è facile riconoscere le chiese protestanti per i galli segnavento posti in cima ai campanili. Ma non è un loro segno esclusivo, anche perché molto più antico.Il gallo è simbolo di fede e vigilanza. Il racconto evangelico ha fornito la chiave fondamentale per raccordare il gallo come simbolo solare di salute, proprio dei popoli ellenici e il gallo come simbolo sapienziale di preveggenza e saggezza, proprio dei celti. Il canto del gallo che annunzia l’alba risveglia infatti in Pietro la coscienza intorpidita dalla paura, che l’ha portato a rinnegare Gesù. In lui nasce da allora l’alba chiara della fede retta e invincibile: il sole della luce divina che lo porta alla salvezza e lo rende partecipe della resurrezione. Per questo il gallo, che si associa a Pietro, ma anche al risveglio dei morti nel giorno del Giudizio, domina (con la croce) i campanili delle chiese cristiane. Il gallo non costituisce un segno di distinzione tra le confessioni cattolica e protestante. Il gallo sul campanile è simbolo di colui che chiama alla penitenza e alla vigilanza e quindi anche simbolo di Cristo. Il gallo ci dice anche la presenza dei predicatori come coloro che vogliono svegliare i dormienti affinché abbandonino le opere delle tenebre; il gallo infatti divide con il suo canto la notte dal giorno.
RispondiEliminaBello questo racconto del signor Lino. Descritto molto bene. Ci fa vedere i posti dove han lavorato i nostri italiani, ci fa vedere le bellezze della vicina Francia. Un miscuglio di cose interessanti.
RispondiEliminaPer completare le informazioni molto interessanti di Anonymous :
RispondiEliminaAll’immagine del gallo di Notre Dame de Paris, l’interno dei galli di campanili contenevano, spesso, delle reliquie, delle ossa che dovevano appartenere ai santi locali, protettivi della città.
La cima della campana sembrava il miglior posto per proteggere queste reliquie venerate che, spesso, erano rubate.
Il gallo della chiesa di St Pancrasse è diventato celebre una notte di agosto 1980 durante la quale due o tre maliziosi l'hanno dipinto di tutti i colori dell'arcobaleno. Fu dichiarato, nel giornale di Grenoble "Le Dauphiné Libéré", il più bel gallo di Francia !
Chissà che bello fare un giro sulla funicolare il panorama assomiglia alle nostre valli, ecco perchè vi trovate bene anche in Francia. La Certosa io l'ho visitata peccato che non ci hanno lasciato vedere la parte dedicata alla clausura comunque un posto magnifico dove il silenzio ritempra lo spirito. Floriana
RispondiEliminaLei Lino ci porta in alto in tutti i sensi, ora pure con la funicolare con un dislivello di 83%, quasi in piedi! Che brividi nel leggere! Le posso dire una cosa? Mi piace tanto questo blog perchè è molto vario e interessante, ma mi piace tanto andare a guardare tutti i messaggi e so che il suo parere lo trovo quasi sempre. Mi piace tanto come commenta, sempre pacato, con cognizione di causa. BRAVO! E se gliela devo dire tutta, quando lei si battibecca con il signor Sponcio è il massimo! BRAVI a tutti e due siete bravi e simpaticissimi!
RispondiEliminaNon so se è una mia impressione sbagliata, ma mi pare che una volta, con i pochi mezzi che avevano a disposizione, riuscivano a fare costruzioni strepitose, che ci lasciano tutt'oggi senza fiato, ma guardiamo anche solo il colosseo, per il tempo che è stato costruito, impressionante! Oggi invece pare interessarci "solo l'altezza" - il più alto hotel - il più alto grattacielo - il più alto qua - il più alto là, ma di concreta bellezza cosa? Con le meraviglie del passato non c'è paragone.
RispondiEliminaCaspita Lino, con sta storia dela funicolare te me ghe fato tornar indrio de na sàca de ani. Anch'io salii lassù a rimirar la corona di vette. Allora lavoravo poco distante e mai mi sarei aspettato di rinverdirne il ricordo con questo post. Pare che ci sia un fil rouge fra di noi, visto che ci accomuna anche la bimbetta svizzera più sopra. Orsù dunque, mon cher, dilettiamo questi giovinastri con tutta la maîtrise, l'ironie e l'esprit di cui siamo capaci.
RispondiEliminaPenso che dovrei rispondere a ciascuno di voi personalmente tanto le vostre domande sono pertinenti,ma un libro non basterebbe;ma credetemi sono rimasto molto sensibile ai vostri commenti!!!!Ci saranno,speriamo ,altre occasioni per incontrarci, i blog sono fatti per questo. Certo per" ODETTE" deve essere stata una bellissima sorpresa leggere sul blog "Bronsescoverte "non dei "Sirocoli o della Giassara" ma del suo bellissimo paese di Sait Pancrasse,del campanile con il gallo e dei bellissimi paesaggi dei dintorni...
RispondiEliminaSPONCIO,in quale remoto luogo della destra - torra ti eri nascosto per calcolare la quantità d 'acqua che porta e quale operazione redditizzia si puo' fare?. Tutti ti cercavano lo sai...A Salomone nella sua tarda età avevano offerto "una ventenne "per farsi riscaldare i piedi...
io mi accontento dei "battibecchi"(Heidi dixit).....