Il maestro GIULIO della famiglia LUCCA (dei BOTI) era un uomo originale, ma molto intelligente e doveva esserlo per diventare maestro nel 1800, nascendo in una famiglia povera, di analfabeti, come erano tutte le famiglie in quei tempi.
Genio e sregolatezza, in tarda età, si accordava bene con
mio zio Stefano (el Parco Baise).
Una notte, nell’ostaria dalla Mora, fra un bicére de vin e un gosséto de graspa gli volle raccontare le origini, secondo Giulio, della sua famiglia. Erano gli ultimi anni del quattrocento, quando una coppia di Magiari (Ungheresi) sfuggiti alla guerra, errando per l’Europa in cerca di un luogo tranquillo, furono condotti dal “fato” ai piedi del sentiero che dalla Rocchetta (l’attuale Pertile) conduce verso la montagna.
Abbandonata la carossa dalle ruote consunte, caricò le poche cose sul cavallo e cominciò a salire, ma fatti appena cinquecento metri, la donna cominciò a sentirsi male.
Poco distante
trovò un cogoleto, e lì nacque il primo LUCCA, dove si trova ora la casa de Suchìti e i
Galìna. Passarono di lì, per il sentiero,
i Rocchetta e visto la miseria della povera coppia, con gesti e con
parole concordarono: lui prestava loro il cavallo e lui e i suoi compaesani
l’avrebbero aiutato a costruirsi una casetta in legno.
Qualche giorno dopo c’erano Toni Rocchetta (ora Pertile), Nane Faccin,(Vichi) Bepi Merlo (la rotonda) e Gigio Razzarin, il capo, giunti con ogni grazia di Dio, ben contenti dell’arrivo di un nuovo abitante.
Presto
fecero, queste forze della natura, esperti del legno, a costruire la casa!
Gigio Razzarin, la scienza, lo portò cinquanta metri più in là sul ciglio del monte per fargli ammirare la bellezza della valle. A nord il Cornetto, in faccia lo Spitz, i Siroccoli, a sud il Summano, a desta i monti di Rotzo, il Campolongo, la Val Torra ed il Croiere. Spettacolo stupendo, la valle coperta di foreste, perciò chiamata “la valle oscura”.
E il fiume Astico, imprevedibile: ora in piena, ora vuoto. "Vedi, gli disse, quello è il paese". "L’inizio laggiù si chiama Capovilla, vi abitano i Toldo e i Lorenzi, nel centro si vedono i resti dell’antico ospitale, poi sotto i Fùcari, più sotto i Checca con i Gianesini e recentemente i Bonifaci, la casa sola più in qua sono i Campagna e più in qua ci siamo noi.
Tutti i suoi abitanti
sono stati portati dai vari Rettori
e provengono tutti dalle regioni venete e vicine ed erano trattati come servi
della gleba, schiavi, inesistenti.
Nel 1330 con la chiusura dell’ospitale, divennero proprietari di queste terre pagando una decima, divenendo liberi e arbitri di se stessi. Il paese di San Pietro divenne “VILLA”, ma come conseguenza patì l’imposizione delle tasse!
Queste furono tolte nel 1395 dal Podestà di Vicenza, visto la povertà del luogo, le malattie e la scarsa popolazione.
Girandosi verso la casetta finita gli disse: "Guarda, tutte queste terre sono tue, non ci sono passaggi verso la montagna, solo impervi sentieri.
Nel 1330 con la chiusura dell’ospitale, divennero proprietari di queste terre pagando una decima, divenendo liberi e arbitri di se stessi. Il paese di San Pietro divenne “VILLA”, ma come conseguenza patì l’imposizione delle tasse!
Queste furono tolte nel 1395 dal Podestà di Vicenza, visto la povertà del luogo, le malattie e la scarsa popolazione.
Girandosi verso la casetta finita gli disse: "Guarda, tutte queste terre sono tue, non ci sono passaggi verso la montagna, solo impervi sentieri.
La sola strada che
porta alla montagna è quella della Torra. Qui puoi restare tranquillo per qualche secolo". E così fu!
Per varie generazioni vissero e si moltiplicarono senza mai essere minimamente disturbati.
La loro impronta fu lasciata per sempre nella costruzione delle case lungo il
salìso, allora strada principale.
Dopo la prima casa sulla sinistra, le loro case attaccate l’una all’altra:
i Lucheta, i Boti, i Lighéta, i Mardemìni, le
quattro dei vari Menònce sulla sinistra, el Cuco, i Valergi.
Nel catasto del 1865, fatto dall’Austria, le varie famiglie Lucca si trovarono proprietarie di una zona che va dalla Torra alle nore sopra i Mardemìni, sotto la strada dei Baise fino a metà le vanéde de Campagna.
La funesta emigrazione ha desertificato anche la Contrà Lucca...
Nel catasto del 1865, fatto dall’Austria, le varie famiglie Lucca si trovarono proprietarie di una zona che va dalla Torra alle nore sopra i Mardemìni, sotto la strada dei Baise fino a metà le vanéde de Campagna.
La funesta emigrazione ha desertificato anche la Contrà Lucca...
Lino Bonifaci
me nona togna xe lucca, me nona giulia xe lucca, ah, ecco perchè me piae tanto viajare col cavalo moderno, sangue magiaro, quasi singano, ben, son contento, bravo nono lino, scrivi ancora de ste robe quà, ciao
RispondiEliminaBen valà Lino, desso anca mi me cato na sc-iantina Unno.
RispondiEliminaStupenda pennellata, degna di un Giotto,...ma che dico.. del Vangelo di Luca.
La "Natività dei Lucca"! La povera coppia vagabonda,.. il rifiuto,...il rifugio nel cògolo, ........
Sarebbe da allestire un presepio vivente in occasione del prossimo Ritorno da Bosco.
Dò giosse de sangue magiaro alòra le gò anca mì.
RispondiEliminaMai sentìo parlare de sta versiòn, ma se lo dise Lino, posso de San Patrissio de siensa... bisogna créderghe!
Carissimo Lino leggendo questo racconto mi sono sentita ancor più affezionata alla Contrà Lucca perchè io adoro l'Ungheria, bellissima anche la foto dei cavalieri della Putza maestri di acrobazie sui cavalli, insomma sei riuscito ancora una volta ad emozionarmi moltissimo!!!!!Salutoni Floriana
RispondiEliminaBravissimo Lino, come sempre Gino
RispondiEliminaBravo Lino a trasmetterci queste tradizioni orali che altrimenti andrebbero irrimediabilmente perdute.
RispondiEliminaInteressante questa storia sull'origine dei Lucca; ne farò oggetto del Post di domani.
Originale anche il riferimento ad altre famiglie ora estinte e la rcostruzione topografica degli insediamenti(!). I Rezara/Rezarini, i Faccin (i Vichi ora sono Sartori, ma potrebbero aver mutuato il soprannome per matrimonio, come i Merlo), i Campagna (fissata solo dalla tradizione orale e nel nome dell'omonima contrà).
Però Fùcari non mi pare essere così vecchio da risalire all'epoca dei fatti narrati,... attendiamo lumi da qualche Fontana di quella schiatta.
Sull'origine dei primi abitatori, tutte le congetture sono possibili e allora lasciamo aperta la questione.
è come un libro LINO !sa tutto
RispondiEliminaè bravo Lino è come un libro! veramente sa tutto
I Lucca sono sempre stati prolifici,dunque se sono nate altrettanto donne che uomini, quasi tutte le famiglie di Sanpiero e non solo,hanno una nonna,una mamma,una zia,e qualcuno.....anche una moglie "Lucca". Sponcio anch'io scrivendo ho pensato presepio....ma poi mi sono ricordato
RispondiEliminaa cio' che era arrivato ai Lucca emigrati nel Rio grande delSud in Brasile....e là di presepi... viventi potresti allestirne parecchi!!!!
I nomi dei primi abitanti del paese risultano tutti di origine italiana. Fino al 1578 e l'aggregazione al comune di Rotzo,la "villa" di San Pietro in Val d'Astico pur essendo nel territorio del sudetto comune,dipendeva legalmente da Vicenza.Mia nonna la Catina Vica Sartori
Quando si arrabbiava gridava : "Guarde' che mi non son miga vica saiu!!!!" Diceva che suo padre era un foresto,un capelan!!!