lunedì 27 maggio 2013

Ferrovia Rocchette-Asiago / Rocchette - Arsiero





La ferrovia Rocchette – Asiago era una linea ferroviaria a scartamento ridotto dell'Alto Vicentino, in parte a cremagliera, che collegava l'Altopiano dei 7 Comuni con Schio e Thiene. È stata dismessa nel 1958 e in seguito smantellata.


Storia


Verso la fine del XIX secolo, lo sviluppo dell'industria tessile nell'area alto-vicentina fece emergere sempre più forte l'esigenza di collegamenti viari e ferroviari. La leadership nel settore era costituita dalle aziende tessili Rossi che pertanto premevano in tal senso.
Il primo progetto dell'Ing. Alfonso Crippa di Milano, approntato nel 1884, prevedeva un percorso che si inoltrava per la Val d'Astico fino a Pedescala e San Pietro Valdastico e tornava indietro inoltrandosi nella Val d'Assa e arrivava ad Asiago per la valle del Ghelpach. Questa proposta fu scartata per varie motivazioni: perché troppo lunga (41 km); perché le autorità militari si opposero essendo la linea troppo vicina al confine; perché lontana da grossi centri come Treschè-Conca, Cesuna, Canove .
L'imprenditore e politico vicentino Alessandro Rossi incaricò l'ingegnere austriaco Ferdinando Shacke di individuare un percorso e questi ne propose uno uguale a quello poi adottato con l'unica differenza che il suo da Cesuna andava direttamente a Roncalto e ad Asiago. Infine gli ingegneri Saccardo e Dalla Valle proposero quello definitivo.
Lo scartamento ridotto della linea fu imposto dal governo Austro-Ungarico in quanto la Rocchette-Asiago era prossima al confine italo-austriaco, che allora andava dal comune di Valdastico fino a Primolano in Valsugana passando dal passo delle Vezzene.
Nonostante la proposta del collegamento ferroviario risalisse al lontano 1882 soltanto nel 1907 questo ottenne l'approvazione governativa per la costruzione di una linea della lunghezza totale di 21,190 km, a scartamento di 950 mm, dei quali cui 5,764 km erano superati mediante l'uso della cremagliera tipo Strub, mentre il resto del percorso era ad aderenza naturale. Seguirono ancora discussioni e studi; i lavori, iniziati nel 1909, furono finalmente avviati dalla Società Veneta sotto la direzione dell'ingegner Giovanni Letter, di Schio. Tra il 1908 e il 1909 la ditta Bianchi-Steiner & C., di Milano, completò il ponte in muratura e su progetto dell'ingegnere Voghera, di Padova, la ditta Brambilla, di Milano, costruì il ponte in ferro. All'inizio fu impiegata una locomotiva da cantiere, (detta La gobba), con rodiggio 0-2-0: aveva il numero 10 e venne radiata nel 1915.
La prima locotender da treno arrivò a Cesuna il 24 aprile 1909, a Canove il 25 novembre e ad Asiago il 4 dicembre dello stesso anno.
Il 10 febbraio 1910 alle ore 10, fu inaugurata la linea. Secondo le cronache del tempo si dovette prima sgombrare la linea dall'abbondante nevicata iniziata il giorno precedente e continuata per tutta la notte. Il collaudo definitivo avvenne il 9 luglio 1912.
Nel maggio 1916, dopo la Strafexpedition, il treno fermava a Ponte Campiello e viaggiava solo di notte; al ponte sull'Astico vennero tolte le lamiere. Non vi furono mai incidenti.
L'esercizio venne iniziato dalla sub concessionaria società di Schio Società per le ferrovie economiche Nord Vicenza, ma presto passò sotto il controllo della Società Veneta. Nel secondo dopoguerra, il traffico andò scemando, finché nel 1958 giunse il provvedimento di sospensione dell'esercizio.
Il  26 febbraio 1977 una legge votata dal parlamento ne decise il definitivo smantellamento.


Stato attuale

Il percorso è in parte rintracciabile tra tra Cogollo del Cengio ed Asiago. Nel tratto più a valle è in parte occupato da costruzioni. A Cogollo del Cengio è rimasta la malconcia stazione, vi sono tre gallerie, tre caselli (n° 1, 2 e 3) e la stazione di Campiello, ora di proprietà privata. Poco sopra la stazione di Campiello è ancora presente il manufatto in cemento che convogliava l'acqua piovana nel grande serbatoio interrato di 500 metri cubi di capacità.
Sui tratti nei comuni di Roana e Asiago è stato creato un percorso ciclo-pedonale chiamato "La Strada del Vecchio Trenino" che interessa gli oltre dodici chilometri che vanno da località Campiello sino ad Asiago. Il percorso attraversa i boschi e le ondulate colline dell'Altopiano e verrà presto attrezzato con alcune aree di sosta e due aree didattiche con pannelli esplicativi, oltre che da un sistema di segnaletica.
La stazione di Asiago è oggi sede della Comunità Montana Spettabile reggenza dei 7 Comuni e dell'ufficio informazioni turistiche che si trovano adiacenti al piazzale dello stadio del ghiaccio Hodegart. Quella di Canove di Roana è sede del Museo della Grande Guerra 1915-18. La stazione di Tresché Conca è sede dell'ufficio della Pro Loco. La stazione di Cesuna è stata demolita.
Le due gallerie ferroviarie dell'Altopiano (quella di Cesuna e quella di Tresché Conca) sono state recuperate e dotate di illuminazione; entrambe fanno parte del percorso ciclo-pedonale. Tuttavia è attraversabile in sicurezza soltanto la galleria di Tresché Conca, in quanto nella galleria di Cesuna c'è stato un crollo del volto.
Non esiste più il ponte in ferro sul fiume Astico abbattuto il 9 dicembre 1966 perché in supposte cattive condizioni.
Intorno al 1997 il tratto a cremagliera a partire dall'ex-sottopasso con la Strada Provinciale 349 del Costo fino al suo estremo superiore più qualche decina di metri a monte, insieme al casello N°3 della Pendola (il casello N°4, all'altezza del secondo sottopasso della provinciale, è stato demolito), sono stati acquistati da un appassionato che, oltre a preservarne la tratta, si occupa attivamente della raccolta di materiale documentaristico sulla linea stessa oltre che sulla tratta Rocchette-Arsiero.
La superficie della ex-Stazione di Rocchette, che si trovava tra l'attuale Caserma dei Carabinieri e lo Stabilimento N°3 della Lanerossi dopo essere stata trasformata in Stazione Autocorriere della stessa Società Veneta e poi della SIAMIC, è stata completamente urbanizzata (Progetto PEP del 1980) ed il Fabbricato Viaggiatori della stazione demolito; come pure tutti i vari fabbricati delle Officine Locomotive, Officine Carrozze, Deposito Locomotive, Verniciatura, Fucina, Deposito Carbone, Falegnameria (con l'alloggio del Capostazione), Magazzini Merci, Tettoie per il Trasbordo, Casa Cantoniera e Piattaforme girevoli. Sopravvivono solo un centinaio di metri di muro di recinzione di sassi e malta che delimitava il lato nord dell'area della Stazione e che la separava dai vari fabbricati d'epoca fine-ottocentesca preposti ad alloggi degli impiegati Lanerossi (dei quali due grossi, uno sede del Circolo o Club Impiegati Lanerossi e l'altro adibito ad Asilo infantile e Scuole), in prossimità del Lanificio e adiacenti alla chiesa del Quartiere operaio.
La galleria dell'Obelisco, subito a monte della Stazione di Rocchette, è stata murata.
Le locomotive sono state demolite nel 1964 con la fiamma ossidrica nella zona compresa fra il Magazzino Merci (che disponeva di paranco per il carico/scarico dei blocchi di marmo provenienti dalle cave dell'Altipiano di Asiago) e la Casa Cantoniera.
Del complesso ferroviario nel territorio del Comune di Piovene Rocchette resta solo il Fabbricato Viaggiatori della Stazione di Piovene, che serviva da fermata per il centro abitato, trasformato in deposito privato (ora dismesso) di un'impresa subaffittuaria dell'ENEL.
Nota curiosa: il termine popolare con cui si indicavano le locomotive di alcune ferrovie venete - e tra queste anche quelle che risalivano le pendici dell'Altopiano - era: 
Vaca Mora (la mucca nera).


Rocchette - Arsiero


Partendo da Rocchette, percorreva un rettilineo in leggera salita (dal 1909 percorrendo nei primi 300 m un tratto in comune con la ferrovia per Asiago, per lasciare poi andare quest'ultima sulla destra) per entrare in trincea a pendenza più accentuata ed imboccare una prima galleria lunga 86 m e subito dopo un'altra galleria lunga 70 m, su tratto pianeggiante e in curva (attuale galleria stradale allargata e lunga solamente 40 m), fermando (solo in estate) sul lato opposto della strada in corrispondenza della birreria F. Zanella & C. (Fabbrica Birra Real Summano) dove esisteva un binario di raddoppio per il parcheggio di
qualche vagone viaggiatori in gita. Trecento metri più avanti, scartando leggermente verso sinistra, passava poi la località delle Lujare o Lugiare ancora in territorio comunale di Piovene Rocchette; dopo due gallerie di 56 e 84 m attraversava il massiccio del Castello di Meda (detto anche Cappel del Doge), cui seguiva subito dopo il casello di Meda (frazione di Velo d'Astico), curvava dopo circa un km verso destra a ovest dell'abitato di San Giorgio (fraz. di Velo d'Astico). Costeggiava poi la fabbrica maggiore di Velo d'Astico, fermando in località Campagnola alla stazione di Seghe (fraz. di Velo d'Astico); seguiva poi il corso del torrente Posina scavalcandolo con un ponte in muratura a tre arcate

(attuale ponte stradale) e, curvando poi a sinistra, passava su una banchina ad un livello inferiore di una ventina di metri sottostante La Madonna (ora chiesa di S. Maria, del cimitero), giungendo alla stazione di Arsiero che si trovava poco prima della cartiera Rossi, ora dismessa. Un binario procedeva oltre, per un centinaio di metri, fin dentro la cartiera stessa.

6 commenti:

  1. Quando è che la rifate questa linea ferroviaria bellissima che ci porta al 7° cielo ?
    Sapevano farci sognare i nostri antenati !

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  2. una curiosità : avete mai notato la stazione di Arsiero come puntava verso la Valdastico? Sicuramente il progetto era di continuare la via ferrata in valle, via verso Trento.

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    1. Infatti sopra nel post la Carla la lo gà messo anca in rosso. Vien da chiederci: Se così fosse stato cosa ne sarebbe stato della nostra Valle? "Forse" ora avremmo una meravigliosa pista ciclabile in sicurezza dalla provinciale e chissà che romantica, praticamente il proseguo di quella attuale di Rocchette-Arsiero?
      I "SE" caro Piero purtroppo non fan storia qui è da provare a salvare il salvabile! Fra lo spopolamento, l'invecchiamento di chi è rimasto, i tagli, la non convenienza a fare le cose parchè semo puchi e veci, semo in man de maregna! Ecco, desmentegavo: manca ela LA SIORAMANDOLA, cioè l'autostrada, par farla compia. Dopo penso che no ne manche altro. Se i "altolocati" i vegnarà a capirlo! Desso po che ga taca far fredo 9 misi su 12, xe meio ca nemo a funghi dal bon!!!!

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    2. Pensate che non è proseguita per Trento, perché gli studi idrogeologici avevano palesato la impossibilità di fare una galleria sotto il sistema carsico che sono le nostre montagne. In altre parole:... buco nell'acqua!
      Ora si sono incaponiti di farlo, il buco nell'acqua! Ma chi deve decidere del nostro ambiente????

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  3. Chi dal Casotto guarda l'altra parte della vale fin su al Passo della Vena e, appena a sx le stratificazioni inclinate del Siroccolo che col terribile terremoto del X° secolo(dicono) franarono a valle costituendo le rimosse Marogne e fa un parallelo col monte Toc al Vajont, si sentirà un formicolio lungo la schiena. Se qualcuno poi vuol farsi una gita alla Scafa delle Anguane e prova ad armeggiare col dito nella minuta e scagliosa stratificazione del Sojo, si renderà conto di quanto instabili e friabili siano le nostre montagne. Per completare il tour giova un giretto sopra la diga, a verificare la massa di sfasciumi che preme verso valle. Per tacere dello sfregio sulle rive dei Siroccoli, che sembra sia un monito della Montagna: non ditemi che non vi avevo avvertito!
    Ma dove hanno preso la laurea i geologi che hanno avvallato il percorso dell'autostrada? All'Ikea?

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    1. La "politica" è così sporca, Phil, che la frana era un blocco al progetto, in quanto ricompresa nell'elenco delle frane a grande rischio, che obbligano i Comuni a non permettervi costruzioni. "Misteriosamente" sparita da tale elenco prima della presentazione del progetto della autostrada!
      Guardati questa illustrazione messa on line da Claudio Toldo, coi dati presi dalla relazione del Prof Zampieri della Università di Padova.
      http://www.youtube.com/watch?v=gw3AYDsLdYs

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