domenica 3 febbraio 2019

Un progetto per non dimenticare

Ogni persona, con le sue esperienze di vita dovute a situazioni, circostanze e accadimenti, costruisce e porta con sé un bagaglio di ricordi unici e preziosi che può mettere a conoscenza di famigliari e amici, attraverso racconti orali, scritti e fotografie. Da sempre la memoria di tanti fatti è stata trasmessa oralmente e spesso tanto è andato perduto per sempre.
Dopo più di settanta anni dal terribile eccidio di Pedescala, Forni e Setteca', poche persone ancora in vita e la generazione che è venuta dopo, ricorda, conosce e ancora con tanto rispetto, parla di quello che ha vissuto o è stato raccontato. Tutto questo sempre in punta di piedi, per paura di entrare in un terreno tanto sacro, quanto delicato e fragile, quasi con timore di addentrarsi troppo nel dolore dell'altro. Serve sempre tempo per elaborare, a volte nemmeno una vita basta… ma bisogna che i tempi siano maturi per determinate scelte: le intuizioni e le proposte, spesso, possono venire da persone che non vivono nei nostri paesi, ma che hanno acquisito un loro bagaglio di memoria trasmesso dai famigliari.
È il caso dell’architetto Domenico Molo, che ha origini a Pedescala e che si è accorto, dopo aver perso la nonna, fonte di tanti racconti e aver preso coscienza che la mamma ammalata non avrebbe continuato quella memoria, ha iniziato a pensare, a condividere, a fare ricerche perché tutti i ricordi legati a un fatto tragico, non andassero perduti tra la polvere del tempo, ma potessero diventare realtà da toccare con mano. Ci si rende conto che i giovani studiano giustamente la storia sui libri, ma poco conoscono di storie importanti di cui la nostra terra è intrisa, quindi sull’esempio di altre realtà simili, fare una “casa della memoria” che diventi traccia, ricordo e testimonianza e che intenda trasformare in presente continuo un accadimento passato, dove immagini, filmati, oggetti e percorsi siano storia per il futuro, è senza ombra di dubbio un pensiero che guarda al domani per non dimenticare ieri e che fa di ognuno, una generazione vitale. 
Sabato 26 gennaio 2019, si è tenuta al “Portego de Campesan” sede della Pro Loco di Pedescala, un incontro pubblico di riflessione per una nuova passione civile: riflettere sul bisogno di custodire la memoria, perché la faticosa esperienza vissuta, possa diventare monito per la pace e la concordia. 
Il “paesano” Domenico Molo, ha ampliamente portato a conoscenza esempi di musei della memoria realizzati in altri paesi, molto più piccoli dei nostri, dove persone hanno voluto e concretizzato l’idea di un ambiente dove custodire un pezzo della loro storia. I fatti successi a Pedescala nelle due guerre e in particolare nell'eccidio del 1945, è ben documentato e con l’appoggio delle persone dei paesi interessati, è possibile fare memoria e avere nuove prospettive per il futuro.
Presente e viva all’incontro una lampada simbolo di questa proposta: la vita porta con sé tante crepe e ferite, ma se alimentiamo dentro di noi la luce della speranza, tra quelle crepe potrà sempre trasparire luce, calore e vita. Un primo passo è stato fatto, ora non ci resta che continuare a meditare, a interessarci, a vedere oltre la disperazione, il dolore e la tragedia che ci ha toccato, un modo per rendere omaggio a tutte le persone che hanno perso la vita: ricordare è dare a ognuno il giusto posto e il dovuto onore.
Lucia Marangoni 






7 commenti:

  1. Perfettamente d'accordo, un'iniziativa lodevole.

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  2. E quale sarebbe la realizzazione pratica della cosa?

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  3. all'anonimo delle 15:02, in pratica il l'iniziativa ha come scopo la realizzazione di una casa della memoria, dove conservare e far conoscere foto, luoghi,documenti e altro delle due guerre. Ma per questo risultato finale, la strada è lunga, grazie. Lucia

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  4. Grazie Lucia per le spiegazioni, confido nell'aiuto di tutti, sarebbe una gran bella cosa

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  5. Ci sono varie idee, bisognerà decidere

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