giovedì 21 febbraio 2019

Sull'Ospedale di Santorso se ne sentono e se ne leggono di ogni. Chissà dove starà la verità. Ognuno se ne faccia un'opinione propria

Sono un medico anestesista in trasferimento dall’Azienda Ospedaliera di Padova verso l’Ospedale Alto Vicentino, trasferimento fatto per scelta, controcorrente se vogliamo, dopo aver vissuto a Padova per 19 anni. Scrivo perché vorrei far sentire una voce combattiva sulla questione Ospedale Alto Vicentino.
Ci sono una serie di punti che vorrei affrontare. Medici che se ne vanno: purtroppo siamo pochi dappertutto. In questi mesi, dall’Azienda Ospedaliera di Padova, solo dal mio servizio ce ne siamo andati in 5 e senza contare chi ha vinto primariati. Fate voi le debite proporzioni, è un problema generale e non specifico di questo territorio. Su questo punto c’è davvero poco da fare, se non aspettare che si formino speriamo numerose nuove leve. Ulss Pedemontana: una farsa. Cosa ce ne facciamo di un’Ulss senza centro Hub? L’unica cosa saggia da fare sarebbe unirsi all’Ulss di Vicenza e di Bassano facciano quel che vogliono. Basta guardare una carta geografica del Veneto per rendersi conto che è assolutamente ridicolo fare confronti con Bassano, quando l’Ospedale di Santorso è l’unico che copre un territorio tanto vasto come l’AltoVicentino, mentre Bassano, con Cittadella, Camposampiero e Castelfranco sono ammassati in un’area di 30 km. Non capisco come ancora stiamo a perdere tempo in questo tipo di diatriba, e chi organizzerà le nuove schede ospedaliere dovrebbe, molto banalmente, mettersi davanti a Google maps e aprire gli occhi. Attrattività: credo sia evidente a tutti che oggi chi si deve operare non ha problemi a spostarsi per cercare il medico migliore per risolvere il proprio problema. Ebbene, abbiamo qui degli spazi stupendi, nuovi, all’avanguardia. Sale operatorie che a Padova ci sognavamo. E abbiamo in centri come Padova (parlo di Padova perché è la realtà che io conosco, ma probabilmente la situazione è sovrapponibile in altri Hub) chirurghi costretti a saltare sedute operatorie per far spazio a trapianti o mega urgenze. Mi pare che la soluzione sia evidente anche al più cieco dei governanti: offriamo la struttura a chi può sfruttarla, a chi ha pazienti, ma non abbastanza spazio. Differenziamo l’offerta dei vari presidi, è passato il tempo in cui tutti facevano tutto.
Faccio degli esempi. Abbiamo un reparto di ostetricia-ginecologia tra i più eccellenti della regione (e non lo dico certo io, ma i numeri):diamogli il valore che merita, pubblicizziamolo, rendiamogli onore.
Vogliamo diventare super specializzati che so, in chirurgia bariatrica? Chiamiamo il chirurgo migliore e stendiamogli un tappeto rosso, dandogli spazio, sale operatorie e personale e facciamo venire qui non solo dal Veneto, ma da tutta Italia i pazienti che cercano lui. Decidiamo che so, che la chirurgia ortopedica qui farà protesica di ginocchio e a Bassano protesica di anca. Differenziamo.
Come pensiamo di pagare i costi di un project financing che ormai abbiamo comunque sul groppone, senza fare drg? Abbiamo un nuovo primario di Ortopedia che viene dalla scuola di specialità di Padova, benissimo, facciamo in modo che possa invogliare i giovani ortopedici che si specializzeranno a venire qui perché potranno lavorare al meglio.
Poche cose e fatte bene.
Questo Ospedale è giovane, fresco, all’avanguardia. Non ci sono storie: deve essere sfruttato al massimo delle sue potenzialità e i modi per farlo sono davvero molti. Bisogna che chi ha il potere di dire la sua si faccia sentire, primari, sindaci, miei colleghi, cittadini. Indipendentemente dal colore politico e dalle imminenti elezioni. Non solo per le sorti di un ospedale, ma per quelle in cui versa ormai tutto il nostro Ssn.
Elisa Bertoldi
(pubblicato da alto vicentino on line) 



Ospedale in bilico: era un esempio rischia la serie B

Molti dubbi sul futuro dell’ospedale Alto Vicentino di Santorso dove ci sono sempre meno medici
Franco Pepe .  13.02.2019
Santorso: un futuro indecifrabile e sospetto. Da una parte, legato al destino di una Ulss che, dalla nomina di un commissario e non di un dg, sembra avviata a chiudere la sua parabola per manifesta incapacità di realizzare quella fusione di risorse che era nelle corde della riforma-Zaia. Dall’altra, ostaggio di una serie di variabili. C’è l’ipotesi più caldeggiata dai sindaci, quella che l’Ulss 7 resti ma faccia un radicale cambio di passo, e che l’ospedale di Santorso riprenda quota. C’è l’ipotesi forse più realistica, quella che Santorso diventi ospedale-satellite dell’Ulss provinciale con a capo Vicenza. Le premesse non fanno difetto. L’Ulss 7 unita fra Bassano e Thiene-Schio non è mai decollata. Le vie di fuga, fra medici e pazienti, verso Vicenza e Padova, si sono moltiplicate, mentre il passivo del bilancio non è affatto un buon segno. Bortolo Simoni, il commissario, chiamato come Cincinnato a salvare il salvabile, ci sta mettendo, pragmatico e pasionario com’è il manager montanaro di Feltre, energia, intelligenza e cuore, ma probabilmente è stato messo troppo tardi al posto giusto. A conti fatti restano meno di 11 mesi per recuperare il tempo perduto. Un’impresa francamente impossibile. Nel 2020, tra elezioni regionali e scadenza del mandato, si farà ordinaria amministrazione. E, a questo punto, l’Ulss provinciale che assorba un’azienda in crisi appare l’epilogo per il momento solo sussurrato ma più credibile, anche se il governatore Zaia, in due recenti occasioni, a una nostra domanda, ha sempre escluso l’assemblaggio con la Berica. Resta, però, la difficoltà di risollevare le sorti di un ospedale nato per diventare protagonista e punto di attrazione addirittura interregionale e oggi, in caduta libera, anzi quasi rassegnato a una mediocre routine di periferia. Non è pessimismo di maniera. Santorso: era stato concepito per primeggiare. Una struttura modernissima e un’organizzazione all’avanguardia che Vicenza se le sogna: 2 gruppi operatori, 1 per l’attività chirurgica più complessa , l’altro per day e week surgery; 2 sale di emodinamica di cui una riservata all’emergenza; 10 sale parto. Inoltre, reparti e servizi da grande sanità: centro trasfusionale, laboratorio, malattie infettive, E, poi, un ospedale esteticamente bello, concepito a basso costo di gestione, perché gli impianti, tra fotovoltaico e teleriscaldamento, incidessero poco sulla spesa, e la produzione portasse il saldo in territorio positivo. Per non parlare dei parcheggi, spazi enormi che Vicenza non avrà mai. Insomma, Santorso era nato per diventare il secondo ospedale del Vicentino dopo il San Bortolo, quello che avrebbe dovuto catturare tutta la domanda del nord della provincia e - grazie a un dettaglio geografico di straordinaria prospettiva, la sua posizione strategica alla confluenza fra superstrada Pedemontana e autostrada Valdastico – diventare centro di riferimento regionale e, appunto, triveneto. Invece, niente di tutto questo, e, come detto, non è colpa del project financing se il bilancio è in rosso ma di un ospedale in perdita di credibilità, fiducia e di pazienti che se ne vanno via anche per gli interventi minori. Sono i numeri e le situazioni a parlare. In pronto soccorso ci sono 9 medici su un organico di 20. In ortopedia 5 su 13. Ranghi largamente ridotti in medicina, radiologia, nefrologia, oncologia, cardiologia. C’era una buona emodinamica ma anche qui camici bianchi in odore di esodo. In direzione medica presto resterà solo il direttore, perché una delle 2 dirigenti andrà in congedo mentre l’altra si trasferirà nel territorio. L’urologia è senza primario da 2 anni. L’oculistica e la nefrologia da 1. L’otorinolaringoiatria è guidata da un facente funzioni. È stato indetto il concorso per il primariato di medicina. In passato ci sarebbe stata la ressa per partecipare. Oggi si sono fatti avanti solo 2 interni. «C’è aria di débâcle, di abbandono - confessa un medico dell’ospedale- e nessuno degli amministratori locali batte i pugni sul tavolo, esce allo scoperto. Questa Ulss è fondata su un compromesso politico ma senza ospedale hub non ha senso. Ha prodotto solo una guerra fra poveri, fra Bassano e Santorso». 
dal giornale di Vicenza

3 commenti:

  1. Ora alla luce dei due articoli , gli addetti ai lavori senz'altro conoscono le cause che ha ridotto un ospedale innovativo nella sfruttura come Santorso , allo stato attuale. Le cause sono dei sanitaria o dei politici ? Qual è il motivo che tanti si trasferiscono in altre strutture e pochi vogliono venirci ?

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  2. Il motivo si chiama ZAIA,GALAN...e compagnia cantante

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  3. Ho vissuto di persona la situazione a Santorso, ci sono reparti allo sbando. Un solo dottore per un reparto come ortopedia. Ore d'attesa per una visita prenotata. La colpa è stata dei sindaci che hanno voluto questa struttura. Eravamo al top, prima con due ospedali che si avevano spartiti i reparti

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