Ho
sul tavolo due notizie convergenti sullo stesso tema. La prima, avuta
da un amico, espone le proteste di un gruppo di giovani contro la
risposta che il sindaco di Lastebasse ebbe a dare loro a seguito di
un’istanza riguardante il turismo dei nostri monti e mal delineata
dal pensiero ch’egli porta da anni nel cuore. L’altra è quella
diffusa dal GdV dell’8 febbraio.
Ho
il dubbio che il tema rappresenti l’arcaico sottofondo musicale
della cabinovia che collegherebbe il fondovalle con l’Altopiano
all’altezza di Lastebasse. Una cabinovia che il Leoni vede di alto
interesse lucrativo e di potenziale sviluppo per l’intera vallata,
nonché come unico mezzo di trasporto di massa per arrivare lassù,
in men che non si dica, una volta lasciata l’auto. Lassù, poi,
ognuno se la vedrà come meglio crede tra boschi estivi e discese
invernali, offrendo alla mente umana per qualche istante un soffio di
benessere.
Un discorso privo di senso, fortemente disgustoso e
soprattutto mal digerito da parte del gruppo che vede nella seggiovia
un’opera estremamente sproporzionata, sia per scarsità di
remunerazione, che per gli enormi costi di manutenzione, “un
progetto fallimentare già all’origine”. Come dire che un sindaco
che vede così, non sa fare bene i compiti per casa.
Per
il gruppo, che personalmente non conosco, ma che da quanto si evince,
manifesta un’eccellente esperienza in campo, il termine turismo
è ben altra accezione che quella di lasciare l’auto
alle foci della Cascata per poi salire in quota, privando all’utente
ogni successiva libertà di scelta, intesa come possibilità di
programmare diversamente una volta giunti sul posto, non potendo più
contare sull’auto. Il gruppo quindi non si riconosce per nulla nel
termine turismo concepito nelle forme del Leoni e tanto meno nei modi
con cui egli lo riconosca quale “asso nella manica”, allorché
gli serva per profetizzare il futuro del paese, oppure quando non sa
cos’altro dire di meglio ai residenti che si sentono di essere al
“canto del cigno”, non annoverando una nascita da quattro anni.
Direi
che il futuro della valle dell’Astico, così come il gruppo lo
intende ha solo due possibilità di sviluppo: la prima, quella che
viene dal programma industriale in corso, già presente al di fuori
di Lastebasse, l’altra, quella turistica, non già nelle forme in
cui la prevede un sindaco che, a detta del gruppo, rifiuta il dialogo
e non accetta aperture. Da ultimo, vorrei soffermarmi sui contenuti
dell’istanza rivolta al Leoni e soprattutto sulla risposta
kafkiana, assai evasiva e del tutto indifferente che questi ebbe a
dare, dopo essersi dichiarato apertamente negativo nei confronti di
ogni forma di trattazione.
“Noi
abbiamo cercato un incontro e lei lo ha impedito” – scrive il
sig. Filippo, esponente capogruppo nell’istanza rivolta al sindaco.
E conclude chiosando:– “le chiedo infine di non permettersi più
di darmi del tu”. La risposta del sindaco, come leggo dalle notizie
diffuse nei modi di cui sopra, è stata infatti questa: “Buon
pomeriggio Filippo, mi sai dire quanto dista la terra dalla luna?
Emilio Leoni”. Quale cittadino libero di pensarla come voglio,
credo probabile ch’essa abbia disgustato parecchio non solo il
gruppo proponente, ma anche quanti si oppongono all’idea del primo
cittadino, per cui non faccio considerazioni né esprimo giudizi.
Tragga ogni lettore le proprie conclusioni. Svanirà così il
fantastico sogno di “un blu dipinto di blu”? (Domenico Giacon)
Che sia un sogno di Leoni è indiscusso, le solite immaginazioni fuori posto, hai ragione Domenico...ricordo a questo sindaco che ha già fatto un grosso danno, cedendo le storiche sette montagne per 3 (tre) milioni di €, quando furono valutate oltre i 12 (dodici) milioni di euro...meditate gente meditate.
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