mercoledì 13 febbraio 2019

La ricaduta del sindaco di Lastebasse… mi costerna.


Ho sul tavolo due notizie convergenti sullo stesso tema. La prima, avuta da un amico, espone le proteste di un gruppo di giovani contro la risposta che il sindaco di Lastebasse ebbe a dare loro a seguito di un’istanza riguardante il turismo dei nostri monti e mal delineata dal pensiero ch’egli porta da anni nel cuore. L’altra è quella diffusa dal GdV dell’8 febbraio.
Ho il dubbio che il tema rappresenti l’arcaico sottofondo musicale della cabinovia che collegherebbe il fondovalle con l’Altopiano all’altezza di Lastebasse. Una cabinovia che il Leoni vede di alto interesse lucrativo e di potenziale sviluppo per l’intera vallata, nonché come unico mezzo di trasporto di massa per arrivare lassù, in men che non si dica, una volta lasciata l’auto. Lassù, poi, ognuno se la vedrà come meglio crede tra boschi estivi e discese invernali, offrendo alla mente umana per qualche istante un soffio di benessere. 
Un discorso privo di senso, fortemente disgustoso e soprattutto mal digerito da parte del gruppo che vede nella seggiovia un’opera estremamente sproporzionata, sia per scarsità di remunerazione, che per gli enormi costi di manutenzione, “un progetto fallimentare già all’origine”. Come dire che un sindaco che vede così, non sa fare bene i compiti per casa.
Per il gruppo, che personalmente non conosco, ma che da quanto si evince, manifesta un’eccellente esperienza in campo, il termine turismo è ben altra accezione che quella di lasciare l’auto alle foci della Cascata per poi salire in quota, privando all’utente ogni successiva libertà di scelta, intesa come possibilità di programmare diversamente una volta giunti sul posto, non potendo più contare sull’auto. Il gruppo quindi non si riconosce per nulla nel termine turismo concepito nelle forme del Leoni e tanto meno nei modi con cui egli lo riconosca quale “asso nella manica”, allorché gli serva per profetizzare il futuro del paese, oppure quando non sa cos’altro dire di meglio ai residenti che si sentono di essere al “canto del cigno”, non annoverando una nascita da quattro anni.
Direi che il futuro della valle dell’Astico, così come il gruppo lo intende ha solo due possibilità di sviluppo: la prima, quella che viene dal programma industriale in corso, già presente al di fuori di Lastebasse, l’altra, quella turistica, non già nelle forme in cui la prevede un sindaco che, a detta del gruppo, rifiuta il dialogo e non accetta aperture. Da ultimo, vorrei soffermarmi sui contenuti dell’istanza rivolta al Leoni e soprattutto sulla risposta kafkiana, assai evasiva e del tutto indifferente che questi ebbe a dare, dopo essersi dichiarato apertamente negativo nei confronti di ogni forma di trattazione.
Noi abbiamo cercato un incontro e lei lo ha impedito” – scrive il sig. Filippo, esponente capogruppo nell’istanza rivolta al sindaco. E conclude chiosando:– “le chiedo infine di non permettersi più di darmi del tu”. La risposta del sindaco, come leggo dalle notizie diffuse nei modi di cui sopra, è stata infatti questa: “Buon pomeriggio Filippo, mi sai dire quanto dista la terra dalla luna? Emilio Leoni”. Quale cittadino libero di pensarla come voglio, credo probabile ch’essa abbia disgustato parecchio non solo il gruppo proponente, ma anche quanti si oppongono all’idea del primo cittadino, per cui non faccio considerazioni né esprimo giudizi. Tragga ogni lettore le proprie conclusioni. Svanirà così il fantastico sogno di “un blu dipinto di blu”? (Domenico Giacon)

1 commento:

  1. Che sia un sogno di Leoni è indiscusso, le solite immaginazioni fuori posto, hai ragione Domenico...ricordo a questo sindaco che ha già fatto un grosso danno, cedendo le storiche sette montagne per 3 (tre) milioni di €, quando furono valutate oltre i 12 (dodici) milioni di euro...meditate gente meditate.

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