martedì 26 febbraio 2019

Diritti & Doveri

Gianni Spagnolo © 190213


Un capodanno di tanti anni fa mi trovai ad assistere alla prima messa in un paese di montagna non molto lontano da qui. Avevo trascorso la fine dell’anno con la famiglia, a casa di amici; una festa del tutto tranquilla, anche perché avevamo i figli piccoli. Fu forse a causa di essi che mi svegliai di primo mattino e mi ritrovai lì dopo una lunga camminata mattutina nella neve, solleticato dall’aria sottile e pungente di quell’inizio d’anno nuovo. 
Ambiente gelido, pochi anziani intabarrati sparsi sui primi banchi, qualche signora che doveva poi probabilmente attendere al pranzo festivo e un vecchio celebrante infreddolito. Tutto secondo prassi dunque e scarse aspettative per un'omelia scontata su un tema post-natalizio come la responsabilità verso i poveri. Se non che, ad un certo punto, il prete buttò lì un concetto che mi scosse dal sopraggiunto torpore liturgico. Disse sostanzialmente che non sono i diritti a garantire il povero bensì i doveri.  Ohibò, cosa stava dicendo quel parroco di montagna a quell’attempata e assonnata platea in un’epoca di rivendicazione di ogni diritto possibile e immaginabile? 
Eh sì, perché sosteneva il prete che van bene i diritti, ma poi questi devono essere opposti, rivendicati, fatti valere affinché diventino efficaci. Cosa che richiede conoscenza, cultura, mezzi, possibilità, connessioni sociali, ecc. e in questo il povero è spesso assai poco attrezzato e quindi di fatto escluso dal godimento anche dei diritti che sono stati pensati per lui. 
In sostanza i diritti sono per chi se li può permettere! 
Ecco perché deve subentrare il senso del dovere a garantire il diritto. Se ciascuno attende con scrupolo e retta coscienza ai doveri del proprio stato, se non vi antepone la pigrizia, il comodo, il rispetto umano, la furbizia o addirittura la sopraffazione, solo allora nella società i diritti e le opportunità potranno essere fruiti ed efficaci per tutti, specie per chi ha maggior bisogno di essere tutelato. Altrimenti si vive in un contesto ipocrita di diritti formali. 
Per carità, non è un concetto inaudito né particolarmente sofisticato, ma detto lì, in quel conteso e con quella semplicità mi colpì. Tanto più perché gli astanti appartenevano per lo più ad una generazione alla quale il concetto del "dovere" - inteso prevalentemente come cieca osservanza - era stato inculcato. Tanto più perché il senso del “dovere” e della “responsabilità personale" sono diventati i grandi assenti nella mentalità corrente, dopo appunto essere stati portati sugli scudi, anche a sproposito, dalle precedenti generazioni. Ora la rivendicazione di ogni diritto, forse per reazione, è diventata invece un’universale tendenza.
Dunque il diritto e il dovere sono due piatti della stessa bilancia che devono stare imprescindibilmente in reciproco e virtuoso equilibrio  affinché  la società si regga con giustizia.
Un’emerita banalità, sembrerebbe, detta così. In pratica non pare lo sia altrettanto.

Nessun commento:

Posta un commento

Avvisi della settimana

Sabato 1 e domenica 2 febbraio alle porte delle chiese di tutta la valle ci sarà la vendita delle primule a favore del Centro di aiuto alla ...