sabato 9 maggio 2015

Sonno



Sonno, che tardi a venire

che non mi fai chiudere gli occhi...

e nella notte mi fai sentire

di tutte le ore i rintocchi.

La mente è invasa da mille pensieri

come cavalli liberi di andare,

parlano di oggi, parlano di ieri

nel loro vorticoso turbinare...

Passano lenti i minuti, le ore

e ho ancora gli occhi socchiusi...

io voglio, io provo a sognare

ma i sogni per me sono chiusi.

Sonno ti prego fai presto

fammi volare lontano,

senza di te più non resisto

ecco, ti tendo la mano.

Accompagnami fra i sogni, beata

lontana da tristi pensieri,

dove con te son già stata

nel profondo dei desideri.

Sonno, avvolgimi, portami ancora

dove tutto posso scordare,

fammi dormire, qualche ora

l’alba ormai sta per arrivare...


Lucia Marangoni


7 commenti:

  1. La prima cosa che mi viene in mente leggendo questa poesia è una canzone del Banco del mutuo soccorso: non mi rompete.
    Ecco il link: " https://www.youtube.com/watch?v=zXws0RYLo4A "
    Con la meravigliosa e sognante voce di Francesco di Giacomo.

    RispondiElimina
  2. Quando vi capitano queste notti insonni "Sciogliete le trecce ai cavalli"e lasciate che corrano senza briglie tra i ns ricordi di gioventu' e ascoltate qualche bella canzone dei ns tempi,vedrete che vi assopirete con un bel sorriso sulle labbra e il giorno dopo tutto vi apparira' piu' roseo.

    RispondiElimina
  3. Eh sì caro Agos...facile a dirsi ... questi pensieri li ho scritti tanti anni fa, una di quelle notti che aspetti i figli che tornano tardi....Lucia

    RispondiElimina
  4. Care le mamme che aspettano sveglie il rientro dei figli!!
    Anche mia mamma lo faceva...Non son mai stata una "festaiola" e forse era proprio il non averla abituata a queste mie assenze temporanee a non farla dormire. Rientravo, salivo le scale e vedevo filtrare dalla porta la luce della lampada accesa. Speravo non mi sentisse...Sapevo che il giorno dopo "avremmo fatto i conti" rilanciando sull'ora del rientro. Allora mi arrabbiavo. Ero pur sempre ormai adulta! Ora....manca anche questo di lei. Il suo essere brontolona, il suo essere mamma..

    RispondiElimina
  5. Piu' che bella poesia, e devo dire, stavolta, belli anche i commenti, in particolare il racconto della DXE che mi e' molto piaciuto. Ah, queste mamme di un tempo (e anche quelle d'oggi, pero') !

    RispondiElimina
  6. Caro Passante...le mamme restano comunque speciali...quelle di un tempo e quelle di oggi!!! :-) anche perchè, sembra impossibile, una volta che salgono di grado, hanno un innato imprinting che le rende tutte uguali, nei modi di dire, di comportarsi :-) ciò fa sorridere. Vedi il detto: COME CHE TE GO FATTO, TE DESFO!
    Ditemi chi non se lo è sentito dire almeno una volta dalla mamma!
    Le mamme sono speciali e mal digerisco questa nuova moda di festeggiare la "FESTA DELLA MAMMA E NON", per le NON c'è pur sempre la festa della DONNA, se proprio vogliono festeggiare. Mamma è chi ha generato la vita con amore, pazienza, dolore. Mamma è chi ha cresciuto un figlio con affetto, apprensione, rigore per poi vederlo andare per la sua strada. Chi ha avuto questa fortuna è MAMMA. Stop. Ed è sempre un dolore quando una mamma se ne va troppo presto. ..

    RispondiElimina
  7. Chi ha avuto questa fortuna è MAMMA. Stop. Ma, per favore...........

    RispondiElimina

La vignetta