Contra' Costa - Valdastico |
La contra’ dei Costa è situata sul limitare superiore dei terrazzamenti degli Alzeri, (Àldere, nella nostra parlata, che significa: argini, terrapieni). Dovrebbe essere di fondazione piuttosto antica ed è
posizionata a caposaldo strategico di quel lembo di territorio compreso fra la Val dell’Orco e di Rio Seco/Rigoloso.
Costa è un toponimo ricorrente nelle nostre zone, significando appunto: pendio, declivio, zona
esposta, che qui certo non mancano. Anche
dall’altro capo del territorio paesano avevamo infatti le denominazioni di Costa
Corta e Costa Lunga ad identificare le rive di Cucco, Valeri e Baise. Non è
quindi un nome dal quale si possano trarre facili indicazioni circa l’origine. Il fatto però che si sia mantenuto questo toponimo generico invece che mutuarlo dalle famiglie dominanti, come sempre avvenuto per le altre contra' del paese, lascerebbe tuttavia intendere che proprio questo fosse il cognome dei suoi fondatori.
Mappa d'avviso 1810 |
Sulle mappe viene
chiamata Costa anche la contra’ degli Slaviero-Fozati, che però è di origine posteriore.
Non esisteva ancora invece l'appendice dei Furlani, che risale
appena al secolo scorso.
Mappa catastale Contra' Costa (1839) |
Vediamo dunque qual'era la situazione della contra' nel 1839, anno in cui furono rilevate le mappe a lato. Allora si componeva di 6 abitazioni (più due ormai diroccate) e due stalle con fienile, disposte attorno alla piazzetta della fontana; non troppo diversa da come si presenta ancor oggi.
- Mappale n. 2161, casa colonica: Pretto Giuseppe, Giovanni Maria, Pietro, Antonio, Natale, Domenica, Maddalena Maria, fu Antonio, fratelli e sorelle. Pupilli in tutela di Magnabosco Dorotea loro madre;
- Mappale n. 2162, casa colonica: Pretto Maria fu Giovanni Maria, maritata Lucca;
- Mappale n. 5182, casa colonica: Pretto Giuseppe fu Giovanni Maria;
- Mappale n. 2163, casa colonica: Dal Pozzo Cristiano fu Giovanni Battista, detto Volpe.
- Mappale n. 1721, casa colonica: Fondase Bernardo fu Antonio;
- Mappale n. 2174, casa colonica: Boscoscuro Pietro e Domenica fratello e sorella, fu Antonio.
- Mappale n. 2172, stalla e fienile: Lorenzi Giuseppe e Antonio fratelli fu Antonio;
- Mappale n. 4927, stalla e fienile: Pretto Giovanni fu Antonio.
- Mappale n. 4322, area di casa diroccata: Fondase Bernardo fu Antonio;
- Mappale n. 4950, area di casa diroccata: Dal Pozzo Cristiano fu Giovanni Battista, detto Volpe.
Nei soprastanti Prati dei Costa esistevano già i tre Bàiti dei Costa:
- Mappale n. 4936, stalla e fienile: Slaviero Giovanni Maria fu Antonio (con le circostanti particelle n. 1283-87-88-89, 4449);
- Mappale n. 4937, stalla e fienile: Fontana Giuseppe fu Lorenzo (con i fondi n. 2178-80-81);
- Mappale n. 4938, stalla e fienile: Fontana Giovanni fu Domenico e Fontana Luigi fu Giovanni (con i circostanti fondi n. 2177-79-82-83-83-84);
La contra' è contornata da proprietà fondiarie degli stessi abitanti, con quelle condotte a pascolo più prossime alle case e ciò farebbe supporre che l'attività prevalente degli abitanti fosse la pastorizia.
Nessuno dei cognomi accasati in loco è riconducibile a quelli antichi di San Pietro. Sono prevalenti i Pretto, testimoniati in paese fin dalla fine del seicento, quindi i Fondase, il cui capostipite si stabilì qui nel 1748 proveniendo da Fonzaso nel bellunese, verosimilmente in seguito a matrimonio con una locale. Dei Boscoscuro* (ora estinti), si ha memoria dal 1780, come pure dei Dal Pozzo; pur se abbiamo visto come questi ultimi siano stati sempre presenti in zona, anche per la contiguità con Castelletto, loro culla ancestrale. Molti indizi fanno ritenere che i contradaioli fossero pastori, forse transumanti, come è accertato che lo fossero gli Slaviero Fodàti che arrivarono verso il 1680 e si stabilirono poco lontano.
Fontana di Contrà Costa |
Vediamo ora il
sistema viario che collegava la contra’, che è un po' diverso dall’attuale. Dalla piazza di San Pietro si staccava la strada che superava il ponte della Val dell’Orco come ora, ma che poi si teneva più alta dirigendosi verso la
Val di Scalòn, a monte della stessa contra'.
Un tratto di sentiero collegava i Costa alla sorgente di Pissavacca (indicata in mappa come sorgente di Val Scura) e proseguiva con una traccia che si congiungeva più avanti con la strada comunale che scendeva da
Castelletto a Bellasio. Un'altra via, indicata come “Strada consortile dei Mughi”,
collegava invece la contra’ con Bellasio e il mulino dei Lorenzi Marcantogno.
Queste vie erano in realtà dei sentieri acciottolati, percorribili con bestie da soma o carretti a mano, alla maniera del vecchio salìso che porta ai Fozati.
L'abitato era ben provvisto d'acqua, potendo contare anche sulla soprastante sorgente del seciaréto, che ancor oggi alimenta l'acquedotto comunale.
Queste vie erano in realtà dei sentieri acciottolati, percorribili con bestie da soma o carretti a mano, alla maniera del vecchio salìso che porta ai Fozati.
L'abitato era ben provvisto d'acqua, potendo contare anche sulla soprastante sorgente del seciaréto, che ancor oggi alimenta l'acquedotto comunale.
Contra' Costa e Furlani - Valdastico |
Circa le ipotesi sulla formazione di questa comunità, troverebbero qui avvallo le medesime considerazioni già fatte per Bellasio e Righele.
Costa domina evidentemente tutti gli Àlzeri, il vasto e aperto declivio che si distende ai suoi piedi. Il posizionamento dell'abitato ai margini improduttivi del terreno agricolo è una prassi comune in tutta la nostra zona e della montagna in genere.
Il fatto che i terrieri sampieròti pare non avessero mai occupato con propri insediamenti quest'area è decisamente strano, date le circostanze storiche che ci sono state tramandate. Se è vero infatti che questo territorio fu oggetto nei secoli XV-XVI° di feroci rappresaglie di Rotzo ai danni di San Pietro, vien da chiedersi perché mai essi lo lasciarono colonizzare da famiglie foreste e non lo piantonassero in proprio. Costa domina evidentemente tutti gli Àlzeri, il vasto e aperto declivio che si distende ai suoi piedi. Il posizionamento dell'abitato ai margini improduttivi del terreno agricolo è una prassi comune in tutta la nostra zona e della montagna in genere.
Si narra infatti che quelli di Rotzo facessero incursioni nottetempo per estirpare viti e alberi da frutto piantati dalla gente di San Pietro e che questi, esasperati, usassero allora la furbizia di piantare gelsi e cassie, piante protette dalle leggi della Serenissima: i primi per la fiorente industria della seta e le seconde per fare le briccole della laguna.
Si può obiettare che essi avevano già le loro abitazioni poco lontano e che a quel tempo si badava a risparmiare territorio agricolo, ma questa era una zona di espansione certo comoda e pregiata almeno quanto non lo fosse quella a tramontana. Non c'era poi solo il costone degli Àlzeri da sorvegliare, ma anche i boschi di Scalòn.
Sono certo consapevole che la situazione catastale in esame non possa essere ritenuta direttamente rappresentativa della situazione originaria delle proprietà di secoli prima, tuttavia qualche riflessione ci consente comunque di farla.
Teniamo innanzitutto presente che la mobilità fondiaria, in epoche di agricoltura ed allevamento di stretta sussistenza, era piuttosto scarsa e seguiva quasi esclusivamente l'asse ereditario. Non è pertanto azzardato ritenere che la distribuzione delle proprietà fondiarie di questo periodo (1839), sia in un certo qual modo indicativa rispetto alla prima colonizzazione del territorio.
Dai libri delle partite si ricava infatti che la quasi totalità delle particelle fondiarie a monte della mezzeria degli Àlzeri è intestata agli abitanti di Costa e Fozati. Fanno eccezione i bàiti dei Fontana e la grossa traversa di testata degli Àlzeri (su cui poi sorse l'abitato dei Furlani), che è dei Lorenzi e si raccorda al loro mulino di Bellasio.
Riva degli Alzeri (1839) |
Possiamo quindi ipotizzare alcuni scenari storici possibili:
1) Lo svegramento della zona fu condotto dagli uomini di San Pietro che poi cedettero la parte alta ai nuovi arrivati successivamente all'unione comunale e alla pacificazione;
2) La parte superiore degli Àlzeri fu dissodata e presidiata da famiglie di Rotzo e quella inferiore da gente di San Pietro in competizione e lotta fra di loro. Tuttavia gli antichi confini del feudo di Rotzo erano attestati sul Rio Seco, non sulla Val dell'Orco e questa pressione non si spiegherebbe, se non come ritorsione di quella esercitata dai sanpieròti sulla montagna.
3) San Pietro dissodò solo la parte più bassa, comoda e pianeggiante della riva, lasciando incolto l'alto del pendìo, che venne ridotto a coltura e pascolo in tempi successivi dalle nuove famiglie arrivate dalla montagna e che si stabilirono prima ai Costa e poi ai Fozati.
Purtroppo non è dato a sapere con certezza l'epoca di questi eventi e la loro successione cronologica, così da poter dedurre delle conclusioni meno avventurose e temo che rimarremo col dubbio. L'analogo andamento della colonizzazione dei Lucca, dall'altra parte del paese e probabilmente nella stessa epoca, mi farebbe tuttavia propendere per la terza ipotesi.
Contra' Furlani - Valdastico |
Le case che costituiscono l'agglomerato dei Furlani, vennero edificate lungo la nuova strada (Strada Nova, costruita nel 1876) a cura delle famiglie Dal Pozzo e Slaviero dopo il primo conflitto mondiale.
Deve il suo nome dall'origine friulana di una donna di casa Dal Pozzo, la prima costruita e la prima della contra' per chi proviene dal paese, Questo abitato venne a costituire un'appendice dei Costa e dei Fozati ai tempi dell'espansione demografica e del miglioramento edilizio avvenuti nel secolo scorso.
Fontana di Contra' Furlani |
Capitello di Contra' Costa |
Oggi la contra' è ancora stabilmente abitata da numerose famiglie ed è stata ben mantenuta e rinnovata nel suo patrimonio edilizio. Ben coltivati sono anche gli orti domestici e sfruttate a ceduo le aree boschive della Val di Scalòn, i boschi di casa.
Gianni Spagnolo
V-MMXV
Annotazioni:
- * I Fondase provengono da Fonzaso (BL) come è documentato negli atti del Notaio Antonio Toldo, l'unico notaio di San Pietro, che operò in paese per circa un trentennio alla metà del settecento. Il cognome ne riporta chiaramente l'indicazione d'origine, con la trasformazione della z in d e la declinazione del plurale con la e finale, come avveniva nella nostra parlata. (es. i àldere, non i àlderi ; i dente, non i denti, ecc.). Più recentemente il cognome è reso anche come Fondasi, per l'influenza dell'italiano.
- I Boscoscuro furono sporadicamente presenti e documentati in diverse località dell'Alta Valle dell'Astico, probabilmente perché erano pastori transumanti. Ci hanno lasciato in eredità un toponimo, quei: Baiti di Boscoscuro a quota 1250 sopra Ponteposta, in comune di Lastebasse. Si ricorda che proprio lì fossero documentati, alla metà del 1800, gli ultimi nativi ciauscànti della Val dell'Astico.
Bibliografia, annotazioni, avvertenze e diritti:
- San Pietro Valdastico - Storia del paese - Don Giovanni Toldo - 1936;
- Valdastico Ieri e Oggi - Mons. Antonio Toldo - Ed. La Galaverna - 1984;
- I documenti catastali qui riportati sono estratti dagli originali conservati presso l'Archivio di Stato di Bassano del Grappa - Catasto Napoleonico ed Austriaco del comune censuario di Rotzo - Mappa d'Avviso; Mappa I; IV e Libri partite e riportano in filigrana il marchio d'origine. Sono concessi ad uso esclusivo di questa pubblicazione con prot. n. 01 del 04/02/2015 dal Mistero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sez. d'Archivio di Stato Bassano del Grappa.
- E fatto divieto di riproduzione e ulteriore divulgazione in qualsiasi forma e modalità.
Non ho mai sentito parlare dl mulino dei Lorenzi Marcantogno. Dov'era Gianni?
RispondiEliminaIl mulino di Bellasio era sulla sponda destra della valle, poco sopra l’attuale acquedotto, verso i Costa. Se ne vedevano ancora i ruderi fino a quando quel tratto di valle non è stato investito da una frana.
EliminaI Marcantogno erano così detti perché un loro avo, vissuto alla metà del 1600, si chiamava appunto Marco Antonio Lorenzi.