Mappa d'unione - Comune di Rotzo - 1842 |
La seconda strada comunale che immetteva in paese da sud era quella della
montagna, che scendeva da Rotzo/Castelletto
a Bellasio. Nella nostra epoca di
riferimento, ovvero la prima metà del 1800, essa non passava per i Costa/Furlani come il tracciato attuale:
analizziamo un po’ il perché.
Bellasio dovrebbe essere un
insediamento più antico dei Costa,
perciò al principio certo non serviva una strada che collegasse abitati che non
erano ancora formati, come Costa, Furlani
e Fozati. Inoltre risultava certo più agevole assecondare il declivio del
monte piuttosto che intagliarla nella viva roccia.
I nostri avi furono bravi minatori, scalpellini e muratori, ma ciò solo in
seguito all’emigrazione degli ultimi due secoli, dove si applicarono alla
costruzione delle imponenti infrastrutture richieste dalla rivoluzione
industriale.
Fino alla caduta della Serenissima essi erano dediti principalmente
all’economia locale di sussistenza; ovvero ai lavori boschivi, alla pastorizia e
alla stentata agricoltura che la valle consentiva. Questo a significare che intagliare una
strada nella roccia richiedeva competenze, attrezzature e risorse economiche che
i nostri non avevano.
Il sentiero che un tempo saliva dalla piazza del paese ai Costa, doveva infatti superare gli
scogli sporgenti della Val dell’Orco
e di Pissavaca e lo faceva
aggirandoli, non certo aggredendo la roccia. In questo modo il tracciato rimaneva
angusto e tale da permettere solo il transito pedonale e forse con animali da
soma, ma certamente non quello rotabile.
Dovrebbe essere questa la ragione per cui in antico si preferì usare il percorso
più in basso attraverso gli Àlzeri.
Anche l’allora strada comunale del Monte di Rotzo per Castelletto era poco
più di un sentiero che si teneva in costa al pendio, erodendolo in superficie e
non certo con gli sbancamenti e gli allargamenti in roccia fatti in epoche più recenti
e a i quali i moderni mezzi ci hanno abituati.
San Pietro - Antiche fontane |
Il collegamento con i Costa partiva dal centro del paese in prossimità
delle fontane pubbliche. Queste non si trovavano nell’attuale posizione al
centro della Piazza ma in prossimità
della sorgente, detta appunto Fontana,
nello slargo allora esistente in corrispondenza dell’osteria e della corte della
Bastiana (Tònes). La sorgente venne
poi costretta nell’acquedotto attuale e le fontane spostate sulla piazza, ma le
rivéte su verso la Val del Creàro si chiamano ancor oggi “In sima ala fontana”.
Crearo nella nostra parlata
significa giacimento di argilla (tera crèa), che diventa evidente nel tratto di valle che sale al Canpéto. È appunto questo strato impermeabile a consentire l’affioramento
dell’acqua che discende dal Sojo attraverso
le Marogne, originando la copiosa sorgente
perenne che favorì l’insediamento in loco dei primi abitatori.
Da questa fonte il percorso saliva inizialmente verso il bivio con la Val del Creàro (Strada consortile del Crearo) portandosi velocemente in quota
seguendo grossomodo l’attuale ripido scivolo che si stacca dall’acquedotto.
Dal bivio con la valle proseguiva pressoché in piano fino alla Val del’Orco, seguendo il sentiero ormai
in disuso e boscato che ora sbuca presso la vecchia osteria dela Belània. Superato a raso il rio, la via contornava la spalla rocciosa
della valletta e proseguiva diretta verso la Val di Scalòn sul salìso ancora
esistente (ancorché cementato), lambendo i
Costa da sopra. Una diramazione portava poi ai Prati dei Costa, dove già esistevano i quattro bàiti, per raggiungere poi il l'alveo del Rio Seco.
Questa era dunque l’antica Strada
dei Costa ed il confronto con gli attuali tratti residui di sentiero ci da
un’idea di come potevano essere la sua struttura e il suo andamento; da non
confondere con l’attuale percorso stradale, ben diverso, più basso e
posteriore.
Verosimilmente l’iniziale tracciato fu rimaneggiato più volte nei secoli,
seguendo lo sviluppo degli insediamenti oltre la Val del’Orco, tuttavia rimase poco più d’un
sentiero fino a quando, nel 1896, il comune di Rotzo decise finalmente di costruire una strada degna di
questo nome: La Strada Nova.
L’opera fu l'ultima delle infrastrutture per modernizzare la viabilità del paese che vennero intraprese nella seconda metà
dell XIX° secolo, quali: la Pontara Vecia; la Singéla; lo Stradone di
Pedescala, la Via Regina Margherita,
la nuova Strada dei Lucca, ecc.
Fu verosimilmente in questa occasione che si crearono i passaggi in roccia
sui costoni dopo il ponte della Val del’Orco
e prima di quello di Pissavaca,
intagliando la strada per erosione del monte, invece di praticare gallerie e
producendo così quelle caratteristiche tettoie rupestri che sono state eliminate dagli ultimi interventi dei decenni scorsi.
Uno sbancamento in roccia fu pure necessario per congiungere il ponte di Pissavaca con la Strada del Monte di
Rotzo, fino ad allora limitato ad una tenue traccia superficiale proprio per
l’ostacolo fisico rappresentato dalla parete rocciosa.
Con quest’opera si perse così l’uso dell’antico ingresso attraverso Bellasio, ma migliorò decisamente il
collegamento con Rotzo, allora capoluogo comunale e con tutto l’Altopiano. Sul suo tracciato si sviluppò ben presto una nuova
contra’: i Furlani, mentre Costa e Fozati si collegarono al nuovo percorso, mandando in disuso i
secolari sentieri.
Gianni Spagnolo
V-MMXV
Bibliografia, annotazioni, avvertenze e diritti:
- San Pietro Valdastico -
Storia del paese - Don Giovanni Toldo - 1936;
- Valdastico Ieri e Oggi - Mons.
Antonio Toldo - Ed. La Galaverna - 1984;
- I documenti catastali qui
riportati sono estratti dagli originali conservati presso l'Archivio
di Stato di Bassano del Grappa - Catasto Napoleonico ed Austriaco
del comune censuario di Rotzo - Mappa d'Avviso; Mappa I; IV e Libri
partite e riportano in filigrana il marchio d'origine. Sono concessi
ad uso esclusivo di questa pubblicazione con prot. n. 01 del
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Ciao Koskri
RispondiEliminaSempre troppo bravo, complimenti.
Sai Gianni cosa ho fatto io? quest'inverno ho fatto un corso per il computer e ho imparato tante cose interesanti e anche a copiare dal blog le cose che mi interesano. poi le metto tutte assieme un una cartella perchè non ho mai visto in nessun libro spiegato come spieghi tu.
RispondiEliminaCiao Gianni bellissima mappa. Mi potresti dire di che hanno e', piu' o meno. Grazie
RispondiEliminaFu pubblicata il 19 marzo 1842, tuo onomastico. I rilievi iniziarono però anni prima riprendendo i lavori cominciati già nel 1809 al tempo di Napoleone. Le mappe di quel primo periodo sono conservate a Venezia.
EliminaGrazie Gianni mi piacerebbe consultarla da vicino, mi puoi dirmi come posso fare. Devo recarmi all' archivio di Bassano?
EliminaSi, all'Archivio di Stato di Bassano. Chiedi le mappe austriache del comune di Rotzo; ce ne sono due raccolte: una fino al 1842 e una più recente che registra variazioni anche fino al 1904.
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