La leggenda narra che...
La giovane figlia di un pastore, accortasi dei molti viandanti che si recavano a Betlemme a rendere omaggio al bambino Gesù, fosse caduta in preda alla disperazione per non avere anche lei un dono da portare alla grotta santa.
La rosa di natale, o meglio l’Helleborus, sarebbe nata dunque dalle sue calde lacrime che, cadute sulla neve, si trasformarono in magnifici fiori di colore rosa pallido, fiori che la fanciulla raccolse e portò in dono a Maria e che da allora sbocciano ogni anno in dicembre.
L’elleboro è un fiore invernale appartenente alla famiglia delle Ranuncolacee, comunemente chiamato Rosa di Natale; esistono diverse specie di elleboro a seconda delle caratteristiche dei fiori e le delle foglie. La varietà più conosciuta è l’Helleborus niger, un’erbacea perenne dai fiori con cinque petali bianco-rosati; le foglie sono grandi, resistenti e di colore verde scuro.
Il nome di questa pianta deriva dal greco Helleborus, una parola che fa riferimento alla sostanza altamente velenosa che possiede (elleborina); le parti più tossiche sono le radici e il rizoma, quindi è meglio lavarsi le mani dopo averla toccata. L’elleboro è una pianta da sempre al centro di leggende, soprattutto per il suo uso nella farmacologia popolare, anche se in tempi recenti non viene più usata per le sue caratteristiche tossiche.
Il suo significato è quello di liberazione: liberazione da un dolore, da uno stato di angoscia, e dunque rinascita. Un altro buon motivo per regalarlo a Natale, a tutti quelli che si preparano a un nuovo anno per ricominciare con rinnovata energia e spirito positivo.
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