«Io sono destinato ad avere l'anima perennemente in tempesta». Perché la vita è troppo corta per passarla a fingere di essere qualcuno che non sei. O a rimpiangere ciò che non si ha avuto il coraggio di provare. E lui visse davvero di tutto: fu un soldato, un poeta, un ribelle, amante, filosofo, missionario. Perse il fratello, la casa e la famiglia: e poi ci fu l’esilio per non essersi sottomesso agli austriaci e i vagabondaggi per mezz’Europa.
E allora scrisse poesie che non furono soltanto poesie, ma «parole in tempesta,» uragani di emozioni, perché senza emozioni la vita non avrebbe senso. Nella sua penna c'è tutto: le grandi domande di chi non cerca la strada che «tutti» percorrono, ma «osa»; quella voglia di libertà che ti dà le vertigini e il coraggio di chi al conformismo di tutti, sceglie la libertà e la solitudine dei pochi.
«Io non odio persona alcuna,» era solito dire, «ma vi son uomini che ho bisogno di vedere soltanto da lontano». Ci sono alcune persone nella nostra vita che sono nocive e ci fanno del male. A volte si chiamano genitori, parenti, amici, superiori. E poi ci sono persone che a volte non sappiamo neanche come chiamarle, ma sappiamo soltanto una cosa: che ci fanno stare bene. Sono queste le persone di cui dovremmo circondarci. E sono sempre queste le persone che dovremmo diventare.
G. Middei
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