giovedì 26 dicembre 2024

Cuori nel pozzo




Riguardo al vergognoso sfruttamento dei cavalli in miniera (post del 20 dicembre)... vorrei porre all'attenzione di tutti noi anche un altrettanto vergognoso sfruttamento che subivano gli uomini  che venivano chiamati "Conogon" e che all’inizio del ventesimo secolo molti di loro erano adolescenti.
Nell'ottobre scorso mi sono recato a Marcinelle, ho messo una foto su Bronsescoverte dove si vede l’entrata della mina con le immense gabbie dove scendevano uomini, cavalli e wagoni a 700/ 800 metri sotto terra e anche più. Erano molti i connazionali ed anche paesani che scendevano in quel pozzo. Avrei voluto che i lettori di Bronsescoverte, giovani e non giovani avessero preso coscienza della durezza  e del sacrificio che facevano: All'infuori di Giorgio, nulla! Vorrei  fare un parallelo con il lavoro dei nostri Cavallari: I loro cavalli facevano 6 giorni alla settimana la Singèla e il settimo giorno si riposavano, quello anche era uno sfruttamento del cavallo sebbene  erano fuori all’aria, però sottomessi a tutte le condizioni atmosferiche. Che ci siano reazioni o meno al mio messaggio non è importante! Per me quello che è importante è di trasmettere come stavano le cose, per non dimenticare, sebbene c'è chi vorrebbe riscrivere la storia, ma la storia rimane quella.
Felice Natale a tutti voi cari lettori e buon anno.

Giulio Lucca Parigi



2 commenti:

  1. Bravo Giulio ! Proprio erano cosi le vite difficili dei nostri genitori, nonni, parenti, una volta. Roberta Sorgato, insegnante e, adesso scrittrice, è venuta a Valpegara, da noi, da Treviso, qualche estate fà. Ha raccontato la vita di suo padre e della sua famiglia a qualche amici e vicini invitati in questa occasione. E stato un bellissimo momento di condivisione. Vi riferisco un passaggio del libro, quando l'emigrante si trova nel treno della partenza per il Belgio :
    "Il buoi cancellava, dentro uno straziande addio, il passato che fuggiva via, inghiottito nell'occhio nero del finestrino. Addio a paesi addormentati intorno al campanile, vigile sentinella del meritato riposo prima dell'Ave Maria.(...) Addio a un bambino cresciuto troppo in fretta, con tanti santi in paradiso e nessun padre sulla terra. Addio a una piccola madre che avrebbe aspettato la notte per piangere tutte le sue lacrime e a un padre che le lacrime invece le aveva pietrificate dentro al cuore che nessun dolore avrebbe potuto spezzare. (...) Tornerai ? Tornero !" Il padre di Roberta perì in un incidente in miniera belga il 2 febbraio del ’56.

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  2. Mi associo agli auguri di Giulio, e ringrazio. Non dimentico i gestori del Blog, Carla e Gianni, che con molto impegno e pazienza portano avanti questa fatica. Un sereno Natale a tutti, Buon 2025 ricco di salute e pace

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