mercoledì 18 dicembre 2024

I misteri del Presepe (6) - l'Oste e la Locanda -



 

L’OSTE E LA LOCANDA 



Da bambina possedevo la statuina di un soldato romano, purtroppo andata perduta. La cosa mi spiace molto perché ad essa è legato un ricordo di mio padre, che mi aveva appositamente costruito un piccolo castello di cartone dentro il quale immaginavo abitasse Re Erode. 
Il presepe riproduce infatti realisticamente anche quelle parti dei Vangeli dell’infanzia che raccontano gli aspetti meno edificanti dell’essere umano.  

Ma se, ad occuparsi del feroce Erode, sono ormai quasi esclusivamente i presepisti, è probabile che nelle nostre case ci sia ancora una statuina apparentemente innocente, ma in realtà simbolo del male che “alberga” (letteralmente, in questo caso!) nell’animo umano: L’OSTE CON LA SUA LOCANDA

“Maria… diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’albergo.” (Lc 2,7).

L’oste è perciò colui che ha negato l’alloggio a Maria e Giuseppe, e tanto basterebbe a collocarlo nella categoria dei personaggi invisi a tutti. Ma il presepe napoletano ne accentua gli aspetti negativi, raffigurandolo sulla soglia della sua locanda con anfora e bicchiere in mano, e un’aria sinistramente gaudente volta ad attirare i passanti per distrarli dalla retta via che li condurrebbe a Gesù. 
Per questo motivo, nel presepe, la locanda non è mai posizionata troppo lontana dalla grotta, alla quale simbolicamente si contrappone. 
La prima è luogo dell’abbrutimento umano, al cui esterno si possono trovare statuine da noi poco diffuse quali quelle dell’ubriaco e dei giocatori di carte, che simboleggiano i vizi cui si abbandona l’uomo; a volte vengono messe in scena addirittura tavole imbandite, a sottolineare lo spreco di cibo da parte dei ricchi, contrapposto al cibo “spirituale” che offre Gesù nella vicina, umile capanna.

Il messaggio per i credenti è molto chiaro: solo nella grotta dove nasce il Bambinello l’uomo può salvare se stesso e trovare i veri valori che lo avvicineranno a Dio. 

Paola Toldo Slaviero

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