Questa me la lego al dito
È un’espressione che deriva da un’antica usanza.
In passato, piccole strisce di pergamena, contenenti insegnamenti religiosi, venivano attaccate alla mano per garantire che non venissero dimenticati. Quindi è un detto popolare che evoca l’idea di ricordarsi di qualcosa per lungo tempo, sia esso un torto subito o una lezione imparata. Ma come si può interpretare questa frase nel contesto lavorativo?
In ambito professionale, "legarsela al dito" non dovrebbe significare portare rancore o restare ancorati ad un errore altrui. Al contrario, può diventare un invito a prendere appunti mentali di situazioni, errori o sfide che ci hanno lasciato qualcosa di significativo.
È un promemoria per crescere e per affinare la nostra capacità di adattamento.
Ecco qualche esempio pratico:
Quando un progetto non va come previsto, "legarsela al dito" significa ricordarsi delle dinamiche che hanno portato a quel risultato, così da non ripeterle.
Quando riceviamo un commento, anche critico, possiamo trasformarlo in un'opportunità: legarcelo al dito per migliorare le nostre competenze.
Di fronte ad un comportamento non collaborativo, possiamo "segnare il punto" per imparare a gestire meglio i rapporti umani in futuro, evitando tensioni inutili.
"Legarsela al dito" non è vendetta, ma memoria consapevole. Una memoria che ci spinge a lavorare su di noi, a migliorare le nostre relazioni, a non dimenticare mai le lezioni che la vita lavorativa ci offre ogni giorno.
Giuseppe Falco
Nessun commento:
Posta un commento