GLI ANGELI
Ad annunciare ai pastori la “grande gioia” della nascita del Salvatore è “un angelo del Signore”, cui si aggiunge “una moltitudine dell’esercito celeste” che loda Dio e canta il Gloria. (Lc 2:9-14)
Di solito, a rappresentare questo momento culminante, nel presepe, è l’arcangelo Gabriele (lo stesso che aveva annunciato a Maria il concepimento) posto sopra la capanna, mentre altri angeli minori stanno al suo interno, dietro o sopra Gesù Bambino.
Ma, in generale, non mi pare vi siano regole fisse: molto dipende dalle tradizioni locali.
Nei presepi genovesi, per esempio, si usa mettere in scena una grande quantità di angeli sparsi un po’ ovunque.
Ma quello che mi ha colpito di più è stato, ancora una volta, il presepe napoletano, dove gli angeli sopra la grotta sono sempre rigorosamente TRE, hanno un proprio nome e una specifica funzione.
Quello in centro si chiama “Gloria al Padre”, tiene in mano il cartiglio con la scritta “Gloria” e rappresenta la moltitudine di angeli che canta ai pastori; a destra viene posto l’angelo detto “Gloria al Figlio” che ha con sé l’incenso acceso; a sinistra troviamo l'angelo chiamato “Gloria allo Spirito Santo”, intento a suonare la tromba.
La parola “angelo” deriva dal greco antico e significa “messaggero”: la sua funzione, come visto, è infatti principalmente quella di avvisare qualcuno di qualcosa.
Ma non solo.
Gli angeli, per i credenti, assumono anche il ruolo di consiglieri, protettori ed entità spirituali cui chiedere sostegno nei momenti difficili della vita.
Nell’arte hanno ispirato i più grandi artisti e, dai tempi delle catacombe, sono tra i soggetti più rappresentati accanto alla Natività.
Paola Toldo Slaviero
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