venerdì 20 dicembre 2024

Il misteri del Presepe - (7) - I Pastori -

 


 I PASTORI  



Come sappiamo, quella del pastore è una figura ricorrente nella religione cristiana: la si trova nell’Antico Testamento (“Il Signore è il mio pastore”), nelle Parabole (“Il Buon Pastore”), …
Per la specifica indagine sul presepe però, ci dobbiamo concentrare sulla ricostruzione della Notte Santa fatta dall’evangelista Luca (2,1-20), secondo la quale i primi a ricevere l’annuncio della nascita di Gesù furono i “pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge”. Gli stessi, inizialmente spaventati dalla luce che li aveva avvolti, si diressero poi senza indugio a Betlemme dove trovarono “Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia”.  
Si può dire, quindi, che i pastori siano stati i primi pellegrini della storia e, quali testimoni oculari, anche i primi a diffondere la notizia tra la gente, stupita del loro racconto.  

Ma come mai l’annuncio che avrebbe cambiato nientemeno che la storia dell’umanità venne dato proprio ai pastori? Forse perché, con i loro spostamenti, erano gli unici a trovarsi nel cuore della notte in prossimità di una stalla?  
La spiegazione, per i cristiani, sta nel tipo di mestiere svolto: un lavoro umile che faceva, dei pastori, i più poveri tra i poveri. 
Il Signore volle dare loro quella visibilità e considerazione sempre negate, conferendo proprio agli “ultimi” il privilegio di essere i primi ad adorare Gesù appena nato.
Per fedeltà alla narrazione evangelica, la statuina del pastore con le pecorelle è quindi l’unica che, nel presepe, non dovrebbe mai mancare la notte di Natale. 

Ma i pastori sono tutti uguali? 

Il Vangelo di Luca parla dei pastori in modo indistinto, senza specificare le caratteristiche di uno o dell’altro, e in tal modo essi vennero rappresentati nel presepe per molto tempo. Ma, con il suo diffondersi, quest’ultimo si arricchì di personaggi sempre più vari, e anche la semplice figura del pastore andò incontro a proprie caratterizzazioni, soprattutto su base regionale.  

Una di queste mi ha colpito particolarmente: quella del piemontese Gelindo, pastore rinvenibile nel Monferrato e nelle Langhe sin dalle prime rappresentazioni presepiali.  
Gelindo indossa un cappello e porta un agnello in spalla, ma la cosa più interessante è che, trasferitosi magicamente dal Piemonte a Betlemme per il censimento, avendo incontrato per strada Maria e Giuseppe, fu il pastore che li aiutò a trovare la grotta dove ripararsi durante la notte, ignaro che quella sarebbe stata la Notte Santa. Secondo un’altra leggenda, invece, Gelindo sarebbe addirittura il proprietario della stalla dove nacque Gesù. 
In ogni caso, tanto gli sono affezionati i piemontesi che, per dire che sta arrivando il Natale si usa l’espressione: “A ven Gelind!”.  

Paola Toldo Slaviero

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