lunedì 10 gennaio 2022

Passeranno i passeri



[Gianni Spagnolo © 22A6]

Non so se l’avete notato anche voi, ma mi sembra che ultimamente i passeri che bazzicavano i nostri tetti siano drasticamente diminuiti. A casa mia ce n’era una folta colonia che mi costringeva ogni anno a riposizionare i coppi e mi lasciava una moltitudine di ricordini in giro. Nonostante questo mi facevano tenerezza quando zampettavano sul poggiolo alla ricerca di briciole e riempivano l’alba di cinguettii. Dove saranno finiti? Sarà il cambiamento climatico, l’inquinamento, o cosa?

Talvolta diamo scontate molte cose per consuetudine, per poi avvertirne la mancanza quando ormai è troppo tardi. Era già capitato con le rondini, un tempo onnipresenti e ora quasi scomparse dai nostri cieli. Fra gli uccelli delle nostre parti, i passeri sono i più diffusi e domestici, ci vivono accanto, sono una presenza familiare, anche perché non migrano. Non hanno particolari valenze culinarie, salvo in tempo di fame, perciò le séleghe proliferavano tranquille, almeno da quando i bambini avevano dismesso fionde e e tamadi e i gatti s'erano dirottati sulle scatolette gourmet. È un volatile stanziale, onnivoro e socievole, che non disdegna di avvicinarsi all’uomo in cerca di cibo.

Eppure l’umile e timido passero, grazie anche alla sua ampia diffusione, subì dagli umani una guerra senza quartiere che passò alla storia e che impressiona non tanto per la sua crudeltà quanto per la sua totale stupidità. È uno dei tanti episodi che dimostrano che non sempre l’uomo è in grado di capire e prevedere l’esito delle sue azioni.

In occasione del "Grande Balzo In Avanti", il famigerato piano per la crescita economica cinese dal 1958 al 1962, Mao Zedong lanciò in Cina la guerra ai cosiddetti “quattro flagelli” I quattro flagelli da eliminare erano i ratti, le mosche, le zanzare e i passeri. Se sui primi tre incriminati potremmo anche convenire, è proprio l’ultimo che suscita qualche perplessità. I passeri, furono inclusi nella lista poiché la loro abitudine a nutrirsi di cereali sottraeva alla popolazione rurale una parte del raccolto di grano e riso, già scarso.  Allora le carestie erano ricorrenti e i cinesi affrontarono la guerra ai passeri con la loro consueta e ubbidiente determinazione.

Per sterminare i passeri, la popolazione cinese fu mobilitata in massa: i contadini furono incaricati di fare rumore (battendo pentole, vasi o tamburi) per spaventare gli uccelli e impedir loro di posarsi sugli alberi, forzandoli a volare fino a cadere a terra morti per lo sfinimento. I nidi vennero demoliti, le uova distrutte, i pulcini uccisi. Si stima che furono abbattuti otto milioni di passeri e altri uccelli, causando la quasi scomparsa degli uccelli in Cina. Nell'aprile del 1960, i dirigenti cinesi si resero però conto che i passeri non mangiavano solo i cereali ma anche una gran quantità d'insetti. Infatti, anziché aumentare, i raccolti di riso dopo l'operazione diminuirono sensibilmente. A seguito di questa scoperta Mao ordinò di fermare lo sterminio dei passeri, rimpiazzandolo con la caccia alle cimici all'interno della campagna di eliminazione dei quattro flagelli. L'intervento si rivelò però tardivo: in assenza dei passeri, suoi predatori naturali, la popolazione di cavallette aumentò considerevolmente e ne risultò un'amplificazione dei problemi ecologici della Cina già causati dal grande balzo in avanti. Un tale squilibrio ecologico è stato indicato tra le cause che provocarono la grande carestia cinese durante la quale si stima che oltre 30 milioni di persone sarebbero morte di fame.

Altri disastri seguirono alla campagna contro mosche e zanzare, affrontata con massicce dosi di DDT che inquinarono il territorio e causarono danni alla salute umana e all’intero ecosistema. Furono i topi che, al solito, se la cavarono meglio. Anch’essi subirono una massiccia campagna di sterminio con ogni mezzo, dato che venivano pagate le code degli animali consegnate alle autorità a riprova della soppressione del vorace roditore. Qui però fu la proverbiale furbizia contadina ad averla vinta, dato che i paesani allevavano di nascosto i topi, notoriamente assai prolifici, per poi incassare la taglia sulle code. La pratica ebbe un esito così esteso che vanificò l’azione di sterminio e indusse infine le autorità a soprassedere. 



Nessun commento:

Posta un commento

Girovagando

  Il passo internazionale “Los Libertadores”, conosciuto anche come Cristo Redentore, è una delle rotte più spettacolari che collegano l...