mercoledì 26 gennaio 2022

Pesse da pìe


[Gianni Spagnolo © 22A21]
A nessuno piaceva essere: tratà come na pessa da pìe, stante l’infima considerazione che il capo di abbigliamento aveva nel sentimento comune. Anche chiamarlo capo d’abbigliamento sarebbe troppo pomposo, dato che si trattava di due banali pezze di cotone con cui avvolgere i piedi al posto delle calze.
Era il corredo dei nostri militari nella Prima  Guerra, ma anche nella  Seconda, dato che la divisa dei soldati italiani non prevedeva calze. L’esercito forniva invece delle pezze squadrate di cotone resistente con le quali si avvolgeva il piede prima di infilarlo nello stivaletto o nello scarpone, aggiungendovi eventualmente un calzettone fuori ordinanza. Praticissime, erano tutte della stessa misura, proteggevano bene il piede, non bisognava rammendarle come le calze, ed erano facili da lavare e sostituire. Il nome divenne sinonimo di cosa sporca e puzzolente perché era questo infine il loro destino dopo le marce o lo stazionamento nel fango delle trincee. Le calze arrivavano comunque con i pacchetti spediti dalle famiglie, ma le pezze da piedi avevano tuttavia un loro perché.
Dalle parti nostre la lana non è mai mancata e così pure la possibilità di confezionare a maglia i capi di abbigliamento più disparati: maglioni, scialli, guanti, berretti, coperte, braghette, calze, ecc. Il problema era che le sgàlmare erano molto grezze e rigide, con conseguente difficoltà del piede ad adattarvisi. Era infatti il piede a doversi adattare alla scarpa e non viceversa, pena vesciche e dolori. La calza di lana, pur con la sua grossa trama, si usurava facilmente ed era irritante per la pelle, specie in presenza di sudore e lesioni.  Ecco allora che le pezze da piedi, fatte di materiale più fine, omogeneo e assorbente, potevano fasciare il piede creando anche delle protezioni differenziate, in modo da compensare la rigidità della scarpa e i punti di frizione e pressione esercitata dalla tomaia sul piede a causa della suola rigida. La loro relativa pochezza permetteva di sostituirle con facilità, oppure lavarle ed asciugarle assai più velocemente dei calzettoni di lana. Erano d’uso semplice e intuitivo, nonché ricavabili da pezze riciclate, per cui erano adatte alle scarpe da lavoro e agli impegni più gravosi.
Ovvio che un capo di questo tipo non abbia lasciato grandi documenti, restando relegato alle vicende minute della guerra di trincea e alle metafore. Per risalire alle istruzioni d'uso dobbiamo perciò ricorrere niente meno che al manuale dell’esercito russo, che mantenne in dotazione le pezze da piedi fino a pochi anni addietro, appunto per le loro caratteristiche funzionali.
Ancor più indecorosa delle pesse da pìe era la mudanda, ma la decenza impediva di elevarla ad oggetto di metafora, per cui furono loro a rappresentare il paradigma delle cose miserevoli e di nessun conto.

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