giovedì 6 gennaio 2022

Memorie del Natio Paese-San Pietro Valdastico

 



Amata terra mia, che originasti vita mia, 

qual dolce struggente ricordo, 

rimembra sempre in mente mia, 

la verde valle ampia e stretta or, 

ma bianchi sassi nel ricordo è, 

di giochi e scorribande per boschi e giare, 

a inseguir folletti e anguane, 

e pareti e cengie e gioe voler conquistare, 

e poi dall'alto il paesello scrutare, 

e in cedui boschi, abbatter faggi per freddi inverni 

e tepor in casa avere, e scaldar il desinare. 

Ed ascoltar incantati, animali e uccelli,

il bramir del cervo, camosci e caprioli, 

dal cinguettar di merli, cinciallegre e usignoli, 

il cinguettio di passeri, lucherini e capinere

gracchiar di corvi e di cornacchie 

ancor io sento rimbombar in mente. 

Le varie acque e fonti in cui dissetarsi, 

in limpide acque scorger marsoni e trote 

per provar anche a catturar. 

Rimembra mente, pungente olezzar di resina 

che trasudava da abeti e pini 

e aria tutta saturava e si spandea nel bosco.

A Febbraio cercar in boschi rami secchi e ginepri

per far gran falò sopra ai muraglioni

dove bruciar Febbraio e maritar la vecia.

Nei prati pungente odor di erba fresca 

già falciata, e poi seccata al sol cocente  

che in marélo venia lasciato 

per venir poi, nel fienile trasportato, 

e restar poi profumo in aria di fieno secco,

a far da pasto poi per mucche, 

che dopo aver ben ruminato 

venìa  a noi donato, in bianco latte 

e resta ancor in narici e olfatto 

l'odor di mucca tanto amato. 

E giochi semplici e originali 

per pomeriggi e sere per ore e ore, 

e ognun di noi far contenti. 

E suon squillante di campane 

accompagnavano dall'alba a mezzodì e sera, 

e poi per ogni evento, 

di dipartite annunciar il trapasso, 

a nuove vite arrivar, per allietar il paese, 

e far festa ad ogni unione

che a vita famigliare si poneva, 

e scampanìo gioioso per feste grandi  

e campanon a festa, 

per san Pietro patrono nostro. 

Ed onorar ogni dì il Signore nostro, 

con Rosari, preghiere, novene e Sante Messe. 

E rimembrar inverni freddi che deliziavan noi, 

cercar candelotti gelidi da staccar 

da grondaie e stelaresse 

e come bianche spade usare, 

e vertiginose discese in neve

con sgangherate slitte auto costruite.

Usare poi ricercati cuscinetti da montar su tavolette, 

per scender a rompicollo su pendenti strade. 

E quante rovinose cadute per bici del padre usate 

a pedalare in difficoltà sotto quel palo. 

E odor di stridoso gesso che graffiava la lavagna, 

e inchiostro con acidulo odore profumato 

nel calamaio in foro posto, su legnoso banco, 

e quante avventure ad esplorar buie gallerie 

con copertoni bici accesi, come torce fumiganti, 

e alvei con ruggente cascata d'acqua del gorgo, 

valle dell'orco e altri luoghi con nomi inquieti, 

che a noi facean tremare, e scappar via in fretta, 

e strada Singela di nomea ingrata, che sudar 

e imprecar muli e fanti a percorrerla facea.

Resta tutto in mente ogni momento

del paesello il ricordo immoto, ed ogni volta

il ritornar al paese, gran gioia m'invade tutto...


Francesco  Lorenzi

Thiene 1 Gennaio 2022




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