Amata terra mia, che originasti vita mia,
qual dolce struggente ricordo,
rimembra sempre in mente mia,
la verde valle ampia e stretta or,
ma bianchi sassi nel ricordo è,
di giochi e scorribande per boschi e giare,
a inseguir folletti e anguane,
e pareti e cengie e gioe voler conquistare,
e poi dall'alto il paesello scrutare,
e in cedui boschi, abbatter faggi per freddi inverni
e tepor in casa avere, e scaldar il desinare.
Ed ascoltar incantati, animali e uccelli,
il bramir del cervo, camosci e caprioli,
dal cinguettar di merli, cinciallegre e usignoli,
il cinguettio di passeri, lucherini e capinere
gracchiar di corvi e di cornacchie
ancor io sento rimbombar in mente.
Le varie acque e fonti in cui dissetarsi,
in limpide acque scorger marsoni e trote
per provar anche a catturar.
Rimembra mente, pungente olezzar di resina
che trasudava da abeti e pini
e aria tutta saturava e si spandea nel bosco.
A Febbraio cercar in boschi rami secchi e ginepri
per far gran falò sopra ai muraglioni
dove bruciar Febbraio e maritar la vecia.
Nei prati pungente odor di erba fresca
già falciata, e poi seccata al sol cocente
che in marélo venia lasciato
per venir poi, nel fienile trasportato,
e restar poi profumo in aria di fieno secco,
a far da pasto poi per mucche,
che dopo aver ben ruminato
venìa a noi donato, in bianco latte
e resta ancor in narici e olfatto
l'odor di mucca tanto amato.
E giochi semplici e originali
per pomeriggi e sere per ore e ore,
e ognun di noi far contenti.
E suon squillante di campane
accompagnavano dall'alba a mezzodì e sera,
e poi per ogni evento,
di dipartite annunciar il trapasso,
a nuove vite arrivar, per allietar il paese,
e far festa ad ogni unione
che a vita famigliare si poneva,
e scampanìo gioioso per feste grandi
e campanon a festa,
per san Pietro patrono nostro.
Ed onorar ogni dì il Signore nostro,
con Rosari, preghiere, novene e Sante Messe.
E rimembrar inverni freddi che deliziavan noi,
cercar candelotti gelidi da staccar
da grondaie e stelaresse
e come bianche spade usare,
e vertiginose discese in neve
con sgangherate slitte auto costruite.
Usare poi ricercati cuscinetti da montar su tavolette,
per scender a rompicollo su pendenti strade.
E quante rovinose cadute per bici del padre usate
a pedalare in difficoltà sotto quel palo.
E odor di stridoso gesso che graffiava la lavagna,
e inchiostro con acidulo odore profumato
nel calamaio in foro posto, su legnoso banco,
e quante avventure ad esplorar buie gallerie
con copertoni bici accesi, come torce fumiganti,
e alvei con ruggente cascata d'acqua del gorgo,
valle dell'orco e altri luoghi con nomi inquieti,
che a noi facean tremare, e scappar via in fretta,
e strada Singela di nomea ingrata, che sudar
e imprecar muli e fanti a percorrerla facea.
Resta tutto in mente ogni momento
del paesello il ricordo immoto, ed ogni volta
il ritornar al paese, gran gioia m'invade tutto...
Francesco Lorenzi
Thiene 1 Gennaio 2022
BELLISSIMA complimenti Francesco
RispondiEliminaGrazie i ricordi sono importanti per la nostra vita.
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