“Da tantissimi anni mi trovavo in un “granàro”, insieme a oggetti di ogni tipo, ragnatele e polvere... Qualche volta mi hanno aperta per vedere cosa contenevo e io speravo sempre di tornare in un luogo meno dimenticato… Nel mio interno poche cose: dei vecchi libri sgualciti, logori e con pagine mancanti, alcune immagini con le preghiere ai Santi, croci di guerra e medaglie varie. Dimenticavo… polvere, tanta polvere depositata dal passare degli anni di cui ho perso il conto, ma credo siano veramente tanti! Ogni tanto ero guardata, aperta e io speravo di cambiare posto e avere intorno altre cose; una volta mi hanno aperta e hanno tolto le croci e le medaglie che contenevo, ma è stato un attimo: sono stata subito richiusa e rimessa in un angolo buio. Ripensavo ai tempi passati e a quanto io sia stata importante per chi mi possedeva, quanto sia stata maneggiata, presa, portata, riempita… Ho come un vuoto, non ricordo nulla, so solo che la targhetta che porto vicino al manico, è stata veramente importante. Ormai ero abituata a stare al buio, sapevo che non sarei più servita a nulla e quindi era normale che fossi dimenticata. Un giorno di primavera mi sono sentita sollevare, portare all’aperto e appoggiare su un ripiano: ho rivisto la luce! Mi hanno svuotata di quel poco che contenevo e poi mi sono sentita accarezzare, pulire, grattare, lucidare… Dopo qualche giorno il mio aspetto era cambiato, non mi pareva vero, non sembravo più io! Lucida, brillante, con la maniglia rifatta con dello spago morbido: ero proprio fiera di come mi avevano tirato a nuovo e chi mi ammirava, ripeteva quanto ero diventata bella e di quanta storia fosse passata vicino a me. Mi restava solo da capire a cosa sarei servita dopo tanti decenni, che posto avrei avuto nella casa dove sono stata per lungo tempo. Con mia grande sorpresa, mi hanno riempita di bottigliette, pennini, inchiostri e carta; messa su un ripiano, coperta da un ricamo, tengo sopra di me in bella vista, tanti accessori per la scrittura di un tempo. Non mi sembrava vero! Ero splendente e anche se i segni del mio passato erano rimasti, ora contenevo cose nuove, ma più di tutto non sarei più stata al buio e questa era la cosa che mi piaceva di più. Di continuo ero ammirata e lodata per quello che un tempo ero stata e per come, nonostante gli anni, mi fossi mantenuta bene. Ora sto qui da quasi due anni e, nonostante la bellezza degli oggetti che sono appoggiati sopra di me, la cosa di cui vado fiera è quel piccolo pezzo di ferro con incisi dei numeri, questa è stata la mia identità e lo sarà per sempre, finché qualcuno mi custodirà con rispetto.”
Nel mese di marzo 2020, quando tutti eravamo fermi e ci si impegnava a fare qualcosa, la vecchia cassetta è tornata a vivere in ricordo del suo proprietario, Giacomelli Umberto, il papà di mio marito.
Lucia Marangoni Damari
Una meraviglia tanti ricordi che riaffiorano grazie per condividere con noi questi oggetti brava
RispondiEliminaGrazie!!!
RispondiEliminaBisognerebbe lanciare in Valle la campagna: "Rusché in granaro", ne uscirebbero delle belle...
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