Il fuoco, nell'antica tradizione contadina, ha da sempre una grande valenza e tanti sono i riti, le usanze, i detti e i significati che ad esso sono legati.
Una di queste tradizioni è quella di non essere tenuti a ringraziare per il fuoco domandato.
Un tempo, quando i fiammiferi erano preziosi, e non si compravano, ma si facevano da soli con i gambi della canapa e lo zolfo, spesso, per non sprecarli, si preferiva chiedere il fuoco ai vicini, andando a prendere un tizzone con uno scaldino o con la paletta di ferro del camino.
In questi casi, usanza voleva, che non si dovesse ringraziare, perché il fuoco è un dono diretto di Dio agli uomini, un bene non del singolo, ma a disposizione di tutta la comunità e, per questo motivo, nessuno poteva mai rifiutare il fuoco a chiunque lo chiedesse.
(questa era un'usanza dell'Emilia Romagna. Mi "sembra" che anche da noi, si andasse talvolta a prestito "de na paletà de bronse" o gonti accenni de Alzheimer?)
(da: la campagna appena ieri)
Quella di chiedere il fuoco ai vicini proprio non me la ricordo,qualcosa di simile era la Domenica pomeriggio durante la Funzione che qualche Chierichetto usciva dalla Chiesa in cerca presso qualche famiglia di braci ardenti per il Turibolo.
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