[Gianni Spagnolo © 22A12]
Guardando attentamente le vecchie travature non squadrate dei nostri tetti, o di baiti e barchesse, si possono talvolta notare, fra on gropo e l’altro, dei segni misteriosi tracciati sulla superficie bombata dei tronchi. A prima vista potrebbero confondersi con i solchi dei tarli, che con il loro andamento sinuoso sembrano talvolta evocare qualche misteriosa calligrafia. Magari riusciremmo ad individuare qualche parvenza di lettere alfabetiche nella traccia del tarlo più istruito, ma in genere non ci badiamo, finché la sottile polverina giallognola risultante dall’attività dei voraci parassiti, non ci manda qualche maggiore segnale di allarme sulla salute statica della travatura.
Quando però il solco è più diritto e irregolare, possiamo magari individuare la mano dell’uomo. Sono in genere i marchi delle segherie della valle dalle quali provengono i tronchi, incise sulla superficie del legno con un particolare attrezzo chiamato mèrchese o sgubéta. A volte il nome del segato veniva scritto per esteso, come nel caso delle segherie dei Sella o dei Basso, dal cognome corto, in altre in forma di sigla, come per gli Slaviero, i Pesavento o i Lorenzi. Non erano solo i segati a farlo, ma anche i commercianti che acquistavano grosse partite di legname in montagna e che poi facevano condurre ai loro magazzini tramite fluitazione sulle acque dei torrenti o con barossi a traino animale. Talvolta venivano marchiate solo alcune bore, per identificare i proprietari dei vari lotti o i tassoni, per cui non è automatico individuare la provenienza di ogni tronco.
I pezzi di bora della foto, marchiati da alcuni segati della valle, sono esposti al Museo del Legno di San Vito di Leguzzano, che invito a visitare, perché molto interessante ed istruttivo, specialmente per eventuali figli o nipoti che non hanno idea del mondo dei loro maggiori. Li sono esposti tutta la serie di attrezzi usati nei secoli per lavorare il legno, molti dei quali li abbiamo usati o visti usare da ragazzi, o magari li conserviamo ancora relegati in qualche anfratto nelle nostre vecchie case. C’è inoltre un’esauriente rassegna materiale e fotografica delle essenze legnose della nostra terra, con indicate le caratteristiche morfologiche e commerciali.
Visitatelo, ne vale la pena!
- Museo Etnografico sulla Lavorazione del Legno
- San Vito di Leguzzano (VI) – Via Roma (Corte Priorato-Gandin)
- www.retemusealealtovicentino.it – museo@comune.sanvitodileguzzano.vi.it
- Tel. 0445 519735 – Aperto la domenica dalle ore 15:30 alle 18:30 (alti giorni su appuntamento)
Nessun commento:
Posta un commento