【Gianni Spagnolo © 200108】
Torniamo sulla saga dei Lucca alla luce di nuovi
reperti documentali.
Corre l’anno dalla nascita di Ns. Signore 1602, il 20° giorno del mese di dicembre, di venerdì, per essere precisi. In quel di Sancti Petri Vallis Astici, pertinentiam
Rotii (San Pietro in Val d’Astico, territorio di Rotzo), in casa di tal Joanes Baptista f.q.~ Jo:s de
Lucca de Toldis, che si trova costretto a letto gravemente infermo e detta le sue ultime volontà.
Sono chiamati a fare da testimoni:
Padron Bernardino a’ Fonte;
Jo:s Baptista f.q.~ Bernardini de’ Janesinis;
Jo:s Petro f.q.~ Baptista de’ Toldis;
Leonardo f.q.~ Baptista de’ Toldis (fratello del precedente);
Nicolao f.q.~ Rezarini de’ Rezarinis.
Tutti di San Pietro. Detti testimoni, per ovvie ragioni formali, non sono parenti del testatore, il quale è detto figlio del defunto Giovanni dei Lucca dei Toldi.
Sono chiamati a fare da testimoni:
Padron Bernardino a’ Fonte;
Jo:s Baptista f.q.~ Bernardini de’ Janesinis;
Jo:s Petro f.q.~ Baptista de’ Toldis;
Leonardo f.q.~ Baptista de’ Toldis (fratello del precedente);
Nicolao f.q.~ Rezarini de’ Rezarinis.
Tutti di San Pietro. Detti testimoni, per ovvie ragioni formali, non sono parenti del testatore, il quale è detto figlio del defunto Giovanni dei Lucca dei Toldi.
Vediamo come i presenti siano indicati in vario modo, ma soltanto il
testatore sia reso con il nome di battesimo (Joanes Baptista) + la paternità (figlio
del defunto Joanes) + un secondo patronimico (de Lucca), seguito da
un terzo (de Toldis). Ne possiamo dunque dedurre che egli discenda
indubbiamente da un avo appartenente alla stirpe dei Toldo, ma attraverso un
ramo collaterale che è quello dei Lucca. Dei fratelli testimoni Gian Pietro e
Leonardo, infatti, è solo scritto che sono figli del fu Battista dei Toldi,
senza bisogno di ulteriori precisazioni. Il fatto di sottolineare
l’appartenenza ai Lucca funge quindi da necessario elemento di distinzione del
testatore nelle genealogie paesane.
Il nostro Joanes Baptista è detto figlio di un omonimo Joanes,
il quale dovrebbe a rigori esser figlio di quel notorio ser Luca q. Toldo che
votò il Lodo Piovene; tuttavia, considerato che sono trascorsi soltanto 24 anni
da quell'assemblea, l'avvicendamento generazionale non regge
questa ipotesi. È più verosimile infatti, che quel ser Luca q. Toldo del 1578 avesse come
nome di battesimo Joanes e in quella sede fosse stato indicato rispettosamente
con il nome di famiglia, tralasciando quello
proprio (essendo plausibilmente il patriarca dei Lucca). Va considerato che allora il
notaio annotava le generalità che conosceva o gli venivano fornite, essendo di là da venire il rigore anagrafico
dei nostri tempi.
Avverto che in questi atti c'è la tendenza a registrare le persone più autorevoli ed anziane con meno dettagli rispetto quelle più giovani, forse perché erano universalmente riconosciute ed eminenti nella comunità.
Avverto che in questi atti c'è la tendenza a registrare le persone più autorevoli ed anziane con meno dettagli rispetto quelle più giovani, forse perché erano universalmente riconosciute ed eminenti nella comunità.
Il nostro testatore ha due figli maschi, Joannes e Franciscus, che infatti nomina eredi universali dei suoi beni, i
quali sicuramente perderanno l’ultima propaggine del cognome (de’ Toldis)
per fermarsi a de Lucca. Dispone anche a favore della moglie, Isabella e dichiara di voler esser sepolto nel cimitero della chiesa di San Pietro, lasciando legati per le messe di suffragio. Nel testamento è citato anche don Joanes Maria f. patron Josephis de Laurentiis (Gian Maria Lorenzi), che fu il primo parroco autoctono a reggere la parrocchia. Non si sa ancora invece se abbia anche dei fratelli, ma siccome la saga dei Lucca deve continuare, sarà meglio non mettere troppa carne al fuoco e procedere a dosi omeopatiche.
Passiamo invece ai Fontana, dei quali scrivevo in altri post come li ritenessi derivare
in qualche modo dai Rezarini, o Rezanini, cognome estintosi alla fine del Settecento. Questo perché m'ero imbattuto in varie occasioni in loro sovrapposizioni. Anche qui infatti, si può osservare che il testimone: patron Bernardino a’ Fonte (Fontana), scritto in forma abbreviata senza patronimico, è sicuramente quello stesso ser Bernardino f.q. Jo. Gasparo Rezanini che
incontriamo nella lista dei capifamiglia del 1578. Nondimeno, l'altro testimone è chiamato invece de' Rezarini. Peraltro le famiglie Fontana
di San Pietro furono storicamente accasate proprio in Contra’ Fontanelle, dove
appunto emergevano in vari rivoli le acque che scorrevano sotto le marogne del
Sojo. Non sorprende perciò che potessero essere chiamate indifferentemente col nome originale o del luogo in cui abitavano.
Ciò confermerebbe quanto più volte emerso, cioè che l’origine delle
famiglie storiche di San Pietro sia più ristretta di quanto farebbe
pensare il numero dei diversi cognomi moderni e che lo sviluppo della
popolazione paesana sia avvenuto in antico prevalentemente, se non
esclusivamente, per gemmazione endogena.
molto ben scritto
RispondiEliminama soprattutto interessante
la storia dei Lucca /Toldo
la ricerca storica è sempre avvincente quando si torna a parlare di persone e/o fatti vicini a noi.